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California, Vescovo Barron sul pericoloso disegno di legge sulla Confessione: cattolici, svegliatevi

CONFESSION

Sebastien Desarmaux | GoDong

mons. Robert Barron - pubblicato il 18/05/19

Qualcuno dubita forse che se venisse promulgata si farebbe di tutto per incastrare i sacerdoti?

L’SB 360, un disegno di legge attualmente al vaglio del Senato dello Stato della California, dovrebbe mettere in allarme non solo ogni cattolico del Paese, ma anche i credenti di qualsiasi religione.

In California, come in quasi ogni altro Stato, i membri del clero (insieme a una serie di altri professionisti, tra cui medici, operatori sociali, insegnanti e terapeuti) sono mandated reporters, ovvero viene chiesto loro legalmente di riferire qualsiasi sospetto di abuso di minori o mancata applicazione della legge. Il clero californiano che giunge a conoscenza di questi fatti nel contesto della “comunicazione penitenziale” è tuttavia attualmente esentato.

L’SB 360 rimuoverebbe l’esenzione. Il senatore Jerry Hill, promotore del disegno di legge, ha spiegato in questo modo l’obiettivo del provvedimento: “La legge dovrebbe applicarsi in modo uguale a tutti i professionisti designati come mandated reporters di questi crimini – senza eccezioni, punto. L’esenzione per il clero non fa che proteggere l’abusatore ed esporre i bambini a un ulteriore rischio”.

Vorrei sottolineare quello che significherebbe l’approvazione di questa legge per i sacerdoti cattolici in California. Li porrebbe immediatamente davanti a un terribile dilemma: visto che il Diritto Canonico stabilisce che la violazione consapevole del sigillo della Confessione porta alla scomunica automatica, ogni sacerdote, in base a questa nuova legge, sarebbe minacciato di persecuzione e possibile incarcerazione da un alto e di esclusione formale dal Corpo di Cristo dall’altro. Qualcuno forse dubita che, se il provvedimento passasse, ci sarebbero dei tentativi di mettere in scacco i sacerdoti ponendoli in una posizione impossibile?

Quello che spero sia chiaro – non solo ai cattolici, ma a qualsiasi americano che si attenga al Primo Emendamento – è che siamo di fronte a una palese violazione del principio della libertà religiosa. Nella sua formulazione per cui il Congresso non approverà alcuna legge relativa alla religione, il Primo Emendamento impedisce, se si vuole, l’aggressione di qualsiasi religione nei confronti dello Stato civile. La sua ulteriore formulazione per cui il Congresso non legifererà mai in modo tale da aggirare il libero esercizio della religione blocca l’aggressione dello Stato nei confronti della religione. I legislatori del Bill of Rights erano legittimamente preoccupati all’idea che il Governo si intromettesse nelle questioni relative a una comunità religiosa, monitorandone le convinzioni e controllandone il comportamento, ma questa ingenerenza e questo monitoraggio è proprio quello che implica l’SB 360.

Mi rendo conto che i non cattolici e i non credenti potrebbero non apprezzare quanto sia prezioso il sacramento della Confessione per i cattolici e il motivo per il quale il segreto confessionale abbia un significato tanto profondo. Nel mio ultimo anno di seminario, i miei colleghi ed io abbiamo seguito un corso di Teologia e pratica del sacramento della Riconciliazione (per usare il titolo esatto). Il nostro professore ha detto qualcosa che ho portato con me per i 33 anni del mio sacerdozio, inciso nella mente e nell’anima. Ci ha detto: “Se qualcuno vi chiede ‘Padre, ascolterebbe la mia Confessione?’, la risposta dev’essere sempre affermativa. Anche se sentire quella Confessione mettesse a rischio la vostra vita, la risposta dev’essere sempre affermativa”. E ha proseguito: “Se una persona vi chiede cosa sia stato detto durante una Confessione, dovete agire come se quella Confessione non fosse mai avvenuta, e se far questo mette a rischio la vostra vita, dovete comunque agire come se quella Confessione non fosse mai avvenuta”.

Perché noi cattolici prendiamo questo sacramento tanto sul serio? Perché crediamo che attraverso l’incontro sacramentale un peccatore acceda alla guarigione e alla grazia che perdona di Cristo. Nel contesto della Confessione, il sacerdote opera in persona Christi, e quindi il penitente parla e sente direttamente dal Signore. Non c’è assolutamente niente che dovrebbe ostacolare un peccatore che cerca questa fonte di grazia. Alla luce di queste chiarificazioni, si può comprendere l’importanza indispensabile del segreto. Se un penitente pensasse che il sacerdote con cui si è confessato potrebbe condividere con altri quello che gli è stato detto nella confidenza più sacra, sarebbe riluttante ad accostarsi al sacramento della Riconciliazione, ed è per questo che la Chiesa si è sforzata tanto di difendere ad ogni costo l’integrità della Confessione.

In tutta la storia del nostro Paese, il Governo ha protetto il diritto della Chiesa cattolica di determinare la sua pratica sacramentale e non ha mai cercato di forzare la violazione del segreto. Considerando questa venerabile tradizione, radicata nella seconda clausola del Primo Emendamento, mi sembra che spetti un enorme onere della prova a chi cerca di rinunciare all’esenzione. Quello su cui non si può dubitare è che la libertà religiosa è seriamente minacciata, soprattutto quando consideriamo la china su cui ci porrebbe l’SB 360. Omicidio, furto, abuso coniugale, trascurare i bambini e lo stupro sono certamente crimini terribili. Lo Stato stabilirebbe che i sacerdoti sono costretti a riferire queste offese alle autorità, nel caso in cui dovessero sentirle in confessionale?

Le istituzioni pubbliche della Chiesa sono da un po’ di tempo sotto attacco da parte dello Stato secolare. Il Governo ha cercato di determinare cosa si insegna e si pratica nelle scuole cattoliche e quello che si fa negli ospedali cattolici, anche quando queste pratiche sono contrarie alla dottrina formale della Chiesa. Con l’SB 360, però, le autorità secolari stanno entrando nella vita “interna” della Chiesa, nella sua pratica sacramentale e nella sua disciplina. I cattolici dovrebbero ovviamente protestare con decisione contro questa incursione aggressiva, ma dovrebbe farlo anche chiunque abbia a cuore la libertà religiosa nella nostra società.

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