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Santa Faustina, l’angelo e la festa della Divina Misericordia

FAUSTYNA KOWALSKA

EAST NEWS

don Marcello Stanzione - pubblicato il 16/05/19

Nella incredibile vicenda che accompagna la realizzazione e la diffusione del quadro che raffigura Gesù misericordioso, interviene anche uno spirito celeste che annuncia a Faustina "punizioni"

La Prima domenica dopo Pasqua si celebra nella Chiesa La festa della Divina Misericordia. Merito di tale istituzione è una umile suora polacca poi canonizzata di nome Faustina Kowalska. Suor Faustina a Plock, il 22 febbraio 1931, nella sua camera ha una visione di Gesù che così descrive:

“La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che vidi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù confido in Te! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella e poi nel mondo intero”.
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La suora riferisce tale visione al suo confessore ma il sacerdote commenta tale visione dicendole che essa riguarda la sua anima e le dice che deve dipingere quest’immagine nel suo cuore. Mentre suor Faustina s’allontana dal confessionale Gesù fa sentire nuovamente la sua voce e dichiara: “La mia immagine c’è già nella tua anima. Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica dev’essere la Festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la mia grande misericordia per le anime dei peccatori. Il peccatore non deve avere paura di avvicinarsi a Me. Le fiamme della Misericordia Mi divorano; voglio riversarle sulle anime degli uomini”.


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Suor Faustina non sa dipingere e parlando con la sua superiora non viene creduta, pensando che tutto ciò sia frutto di allucinazioni.

Nel novembre del 1932, Suor Faustina si reca a Varsavia per la terza probazione alla quale le suore della sua Congregazione si sottopongono prima di pronunciare i voti perpetui, che ella farà a Cracovia il 1° maggio 1933.

Il 25 maggio i superiori la fanno partire per Vilna dove le è assegnato il compito di occuparsi del giardino del convento.

In quella città incontra Don Michele Sopocko che è il confessore ordinario delle suore. Don Michele è un uomo di grande cultura essendo professore di teologia pastorale presso l’Università di Wilno, di materie pedagogiche presso le Magistrali, padre spirituale nel seminario arcivescovile, confessore di molte congregazioni di suore tra cui anche quelle della Beata Vergine Maria della Misericordia.


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Suor Faustina già da tempo pregava il Signore di mandarle un buon direttore spirituale poiché sapeva dell’importanza del padre spirituale. Di Don Michele dice: ”L’avevo conosciuto prima di arrivare a Vilna, grazie ad una visione interiore. Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l’altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: ecco l’aiuto visibile per te sulla Terra. Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla Terra”.

L’incontro tra il sacerdote e suor Faustina, a cui in seguito ordinerà di scrivere il Diario delle sue visioni, non è, all’inizio, dei più felici. Le rivelazioni della semplice suora suscitano in lui numerosi dubbi tanto che chiede alla superiora di far effettuare a suor Faustina una visita psichiatrica, che ha un esito negativo. Infine, come confessò lui stesso: “Guidato più dalla curiosità di quale immagine si trattasse che dalla convinzione della veridicità delle visioni di suor Faustina, ho deciso di eseguire quest’immagine. Mi sono messo d’accordo con il pittore Eugenio Kazimierowski, residente nella mia palazzina, che, per una certa somma di denaro, si è impegnato ad eseguire l’immagine, e la superiora che ha permesso a suor Faustina di fare visita al pittore due volte a settimana per spiegargli come doveva essere questa immagine”.


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La riproduzione pittorica della visione avvenuta a Plock tre anni prima, poneva alcune domande al santo sacerdote a cui suor Faustina rispondeva con le parole stesse di Gesù:

“Il mio sguardo da quest’immagine è tale e quale al mio sguardo dalla Croce (Diario 326). I due raggi rappresentano il Sangue e l’Acqua. Il raggio pallido rappresenta l’Acqua che giustifica le anime; il raggio rosso rappresenta il Sangue che è la vita delle anime (D. 299)”.

Don Sopocko sistemò l’immagine in un corridoio buio del convento delle Suore Bernardine presso la chiesa di San Michele di cui era rettore. Il sacerdote nelle sue Memorie, scrive: “l’immagine aveva un contenuto nuovo e perciò non la potevo appendere nella chiesa senza il permesso dell’Arcivescovo, mi sentivo a disagio di domandarlo e ancora di più di raccontare della provenienza di questa immagine”.


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Invece suor Faustina, su incarico di Gesù, dichiarò a Don Sopocko che il Signore chiedeva con decisione che l’immagine fosse collocata per tre giorni presso il Santuario di Ostra Brama, dove durante la domenica in Albis, cioè la prima domenica dopo Pasqua, ci sarebbe stato il Triduo per la conclusione del Giubileo della Redenzione.

Il sacerdote, dopo essersi consultato con il parroco di Ostra Brama, acconsentì. Il giorno prima dell’esposizione dell’immagine, suor Faustina preparò con una delle educande degli addobbi verdi e si recò ad Ostra Brama per decorare l’immagine.

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Fred de Noyelle / Godong

In quei giorni, una grande felicità inondò suor Faustina, perché dopo anni di prove e sofferenze, aveva potuto realizzare il desiderio di Gesù: infatti il quadro di Gesù Misericordioso fu esposto alla venerazione dei fedeli nel Santuario più importante di Wilno e nel giorno stabilito dal Signore stesso per la Festa della Misericordia. In quell’occasione, Gesù stesso disse a suor Faustina:

Tu sei testimone della Mia Misericordia. Starai per i secoli davanti al mio trono come viva testimone della mia Misericordia”. Ovviamente i demoni si misero in grave agitazione. Quando suor Faustina tornò da Ostra Brama al suo convento molti spiriti maligni le traversarono la strada gridandole: “Ci ha portato via tutto quello per cui avevamo lavorato per tanti anni”.

Ma l’angelo custode, chiamato in aiuto dalla suora, la rassicurò che i demoni non potevano farle niente senza la volontà di Dio.


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Don Sopocko, nel 1936, scrisse un Memorandum ai Vescovi della Polonia, in cui esponeva le visioni di suor Faustina e chiedeva l’approvazione della Festa della Divina Misericordia, inoltre fece stampare la coroncina della Divina Misericordia che doveva essere messa sul retro dell’immaginetta con Gesù Misericordioso.

Infatti, il Venerdì 13 settembre del 1935, suor Faustina ebbe, nella sua cella, la visione di un angelo che per ordine di Dio doveva punire il mondo. Quando vide questo segno dell’ira di Dio chiese allo spirito celeste di aspettare un po’ perché il mondo avrebbe fatto penitenza, ma quando si presentò davanti alla maestà della Santissima Trinità non osò ripetere questa implorazione. Soltanto quando avvertì nella sua anima la potenza della grazia di Gesù cominciò a supplicare Dio con le parole che sentiva interiormente e che facevano parte della coroncina alla Divina Misericordia. Allora vide l’impotenza dell’angelo che non aveva potuto infliggere un giusto castigo per i peccati dell’umanità. Il giorno dopo, di mattina, quando entrò nella cappella, il Signore le spiegò una volta ancora in che modo recitare la stessa preghiera su qualsiasi rosario normale:

“Prima reciterai il Padre nostro, l’Ave Maria ed il Credo; poi sui grani del Padre nostro, dirai le parole seguenti: Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero. Sui grani delle Ave Maria reciterai le parole seguenti: Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero. Infine reciterai tre volte queste parole: Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale: abbi pietà di noi e del mondo intero”.

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Nell’ottobre del 1936, suor Faustina parte per Cracovia dove rimarrà fino alla sua morte, avvenuta nel 1938. Una tubercolosi tardivamente diagnosticata durante la sua permanenza a Wilno devastò fortemente l’organismo di suor Faustina. I superiori la mandarono quindi al sanatorio di Cracovia dove nel dicembre del 1936 sperimentò l’efficacia della coroncina alla Divina Misericordia. Si svegliò di notte e capì che un’anima chiedeva la preghiera. Il giorno dopo in ospedale vide una persona moribonda e venne a scoprire che la sua agonia era cominciata la notte all’ora in cui si era destata.

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Sentì nell’anima le parole di Gesù: “Recita la coroncina che ti ho insegnato”. Allora prese il rosario, si inginocchiò accanto a quella donna morente e incominciò a recitare la coroncina della Divina Misericordia. All’improvviso la moribonda aprì gli occhi, guardò suor Faustina e spirò con una grande pace. Allora Gesù disse alla suora: “Nell’ora della morte difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà questa coroncina, oppure altri la reciteranno vicino a un agonizzante, e otterranno per l’agonizzante lo stesso perdono. Quando vicino a un agonizzante viene recitata questa coroncina, si placa l’ira di Dio e si commuovono le viscere della mia Misericordia, per la dolorosa Passione di mio Figlio”.




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I primi mesi del 1938 portarono un notevole peggioramento della sua salute e perciò i superiori decisero di rimandarla dopo Pasqua per la seconda volta nel sanatorio. Continuò a scrivere il Diario quasi fino alla fine di giugno.

Tutte le suore che venivano a trovarla in ospedale notarono la sua grande serenità: ricorda suor Serafina Kukulska: “La trovavo sempre serena, a volte anche raggiante, ma non ha mai svelato un’ombra della sua felicità. Non si lamentava mai delle sue sofferenze. Il suo medico, il dott. Sielberg, affermò: “La malattia è inguaribile ma suor Faustina è una persona straordinaria. Le altre al posto suo non si alzerebbero dal letto; lei per poter andare nella cappella si appoggiava al muro”.

Durante l’ultimo incontro con Don Sopocko, suor Faustina disse che sarebbe morta dopo dieci giorni e così accadde: il 5 ottobre del 1938, alle ore 22 e 45, ella ritornò alla casa del Padre. Il 7 ottobre fu sepolta nella tomba comune del cimitero del suo convento di Cracovia.


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Le forme di culto della Divina Misericordia promosse da suor Faustina si diffusero grazie a Don Sopocko in tutta la Polonia e in tutto il mondo fino al 1959.

In quell’anno, la Congregazione romana del Santo Uffizio con la Notificazione del 6 marzo 1959, vietò di diffondere la devozione alla Divina Misericordia nelle forme proposte da suor Faustina. La causa di tale proibizione fu soprattutto una traduzione errata di alcuni brani del Diario e anche un’errata diffusione del significato della Divina Misericordia con l’interpretazione dei due raggi nell’immagine di Gesù come colori nazionali polacchi. Lo stesso Don Sopocko, che aveva fondato la nuova Congregazione delle Suore di Gesù Cristo Redentore Misericordioso, fu severamente ammonito dalla Santa Sede. Di fronte a tale situazione, ci volle un grande coraggio da parte del cardinale Wojtyla di iniziare, nel 1965, il processo informativo per la causa di Beatificazione di Suor Faustina.

Il 20 settembre 1967, il cardinale Wojtyla, Arcivescovo di Cracovia, presiedette alla chiusura del processo informativo diocesano e i documenti del processo furono inviati a Roma.

Con il Decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, del 31 gennaio 1968, si aprì il processo di Beatificazione della Serva di Dio Suora Faustina Kowalska.

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Dopo attenti studi, finalmente il 15 aprile 1978, la Congregazione per la Dottrina della Fede comunicò che le proibizioni contenute nella Notificazione del 1959 non erano più vincolanti. La beatificazione di Suor Faustina Kowalska ebbe luogo a Roma in Piazza San Pietro il 18 aprile 1993 e, a beatificarla, fu proprio quel cardinale di Cracovia che aveva iniziato la causa di beatificazione che, nel frattempo, era diventato Giovanni Paolo II. Lo stesso Papa la canonizzò, sempre a Roma, il 30 aprile, durante la celebrazione del grande Giubileo del 2000.


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Due anni più tardi, per la seconda volta come Papa, si recò in pellegrinaggio al Santuario di Lagiewniki per affidare il mondo alla Divina Misericordia, in quell’occasione disse: “Alla fine di questa solenne liturgia desidero dire che molti dei miei ricordi personali sono legati a questo luogo. Venivo qui soprattutto durante l’occupazione nazista quando lavoravo nel vicino stabilimento Solvay. Ancora oggi ricordo la via che porta da Borek Falçki a Debnicki. La percorrevo tutti i giorni andando a lavorare in diversi turni, con le scarpe di legno ai piedi. Allora si portavano quelle. Come era possibile immaginare che quell’uomo con gli zoccoli un giorno avrebbe consacrato la Basilica della Divina Misericordia a Lagiewniki di Cracovia?”.

Già dal 30 aprile 2000, giorno della canonizzazione di Santa Faustina, il Papa istituì nella prima Domenica dopo Pasqua, la Festa della Divina Misericordia, per tutta la Chiesa universale. Oggi nella vita di tanti fedeli, grazie a Santa Faustina, si fa sempre più strada un’immagine di Dio non soltanto giusto ma anche misericordioso che invita ad imitarlo in questo atteggiamento di profondo amore verso i peccatori. La missione di Suor Faustina non è terminata con la sua morte, ma perdura e porta frutti meravigliosi di conversione e di santità per tutta la Chiesa.

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