Quanta divisione, critiche, condanne... Non sono sempre d'accordo, ma costruisco quella famiglia sacra e metto Gesù al centro
Gesù è venuto a formare una sola comunità intorno a Lui. Un unico gregge, un solo pastore. Quell’unità è quella che Dio vuole. Una comunità riunita in preghiera accanto al Signore. Una comunità di santi innamorati di Dio.
Gesù mi unisce ai miei fratelli. Ho un solo pastore. C’è un solo sangue effuso per tutti. Aspetto un’unica salvezza per tutti.
Quell’unità è quella che desidero mentre intorno a me vedo solo divisione. Sogno un solo gregge, mentre contemplo tante greggi divise e opposte.
Seguendo uno stesso Cristo posso essere diviso da quelli che lo seguono in modo diverso. Opposto a chi ha altri modi di pregare, di evangelizzare, di pensare.
Un solo gregge è quello che desidero mentre critico e condanno chi non si comporta come me. Diversi modi. Diversi punti di vista.
E Gesù vuole essere l’unico pastore. Dio vuole che sia parte di un solo popolo, come commenta Papa Francesco nell’esortazione Gaudete et Exsultate:
“Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo”.
Sono solidale. Mi importa camminare con altri, costruire con altri. La fecondità di un lavoro fatto in squadra. Divento solidale. Mi importa di quello che accade all’altro.
Padre Josef Kentenich parlava sempre dell’“ideale della nuova comunità. E credo che dobbiamo porre l’accento soprattutto su questo: essere in spirito uno nell’altro, con l’altro e per l’altro. Non solo un superficiale stare accanto all’altro” [1].
Un’unità profonda. L’altro non mi fa ombra. Non mi toglie protagonismo. Perché quello che costruisce è un bene per tutti. Per l’insieme. Per la mia famiglia.
Con quanta facilità posso parlare male dei miei fratelli! Condanno e critico. E non solo con altri fratelli, posso anche farlo fuori.