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Vivere senza Gesù significa vivere al buio!

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pixabay

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 15/05/19

Credere in Lui significa lasciarlo essere quella luce che fa arretrare le tenebre dentro cui molte volte ci sentiamo prigionieri.

In quel tempo, Gesù esclamò:
«Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.
Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.
Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me». (Gv 12, 44-50)

Chissà per quale motivo Gesù nel vangelo di oggi grida a gran voce. Forse perché ci sono cose che devono rimanere impresse in noi con più decisione: “Chi crede in me, non crede in me, ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre”. Il valore della luce è proprio quello di fare arretrare le tenebre. Credere in Gesù significa lasciarlo essere quella luce che fa arretrare le tenebre dentro cui molte volte ci sentiamo prigionieri. Sono tenebre che ci tengono in ostaggio di ragionamenti che non ci lasciano respirare e ci condannano all’ansia e al panico. Sono le tenebre di alcuni sentimenti ed emozioni che ci tirano sempre verso il basso. Sono le tenebre delle nostre scelte sbagliate che ci fanno cercare nel peccato la felicità che può darci invece solo l’amore. In un inno della liturgia delle ore così cantiamo: “Senza te siam sommersi in un gorgo profondo di peccati e di tenebre”. Ha ragione Gesù nel gridare questa verità: vivere senza di Lui significa vivere al buio. Ma molto volte facciamo fatica a farlo entrare perché abbiamo paura di accendere la luce. Abbiamo paura di essere condannati, di non essere più degni di amore, di scoprire tutto ciò che di brutto ci abita. Ma è Gesù stesso a rassicurarci: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo”. Gesù non è venuto per condannare ma per salvare. In Lui non troviamo un giudizio di condanna ma un’esperienza di misericordia. È la misericordia di un amore che ci viene a cercare nel nostro buio. Forse dovremmo imparare a fare spazio a questa luce, a lasciare che l’esperienza dell’incontro con Lui ci porti man mano a rivelarci, ad accendere la luce su ciò che teniamo nascosto. Chi vive con Cristo non ha più bisogno di nascondersi, non ha più paura di ciò che è, e di ciò che lo abita. Chi lascia entrare Cristo sperimenta una vita diversa, più profonda, eterna.
(Gv 12, 44-50)

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