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Spiritualità
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7 cose che Dio mi ha ricordato quando ho sentito che la vita non aveva molto senso

GÓRY

Pexels | CC0

Catholic Link - pubblicato il 15/05/19

di Sandra Real

Vi succede, fermandovi per un istante, di sentire di non aver vissuto? Sognate che un giorno tutto questi passi e iniziate finalmente a vivere? “Quando studierò le cose che mi piacciono… quando lavorerò e guadagnerò uno stipendio… quando avrò qualcuno al mio fianco… quando non avrò più questi chili di troppo… quando mi sposerò e avrò una famiglia… quando mi manderanno a quella destinazione…”

E poi, come si suol dire, l’erba del vicino è sempre più verde. L’amica che ha già il fidanzato, il fidanzato che ha la macchina, la famiglia in cui si va a Messa tutti insieme, i compagni che hanno chiaro ciò che vogliono per il loro futuro, gli amici che non hanno grandi problemi…

Passano gli anni e sento di non aver vissuto davvero, che tutto quello che sogno è sempre a cinque o dieci anni di distanza. L’oggi mi pesa, mi stanca, non vi trovo un senso. E forse la nostra tentazione è questa: sognare ad occhi aperti è vivere addormentati.

È cambiato tutto quando ho fatto gli esercizi spirituali: “Ricordate ogni giorno di chiedere a Dio la grazia di incontrarlo in tutti e in tutto… in tutte le cose”, diceva il sacerdote a ogni sessione. “E alla fine della giornata, quando fate il vostro esame, chiedetevi dove avete incontrato Dio quel giorno”. Quanto è difficile incontrare Dio oggi se non viviamo l’oggi! Quanta solitudine nel vivere un tempo in cui non ci siamo né noi né Dio, perché viviamo nel tempo futuro!

1. Imparare a stare

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Shutterstock

“Come Maria vogliamo imparare a ‘stare’… Con la sua stessa decisione e il suo coraggio, senza evasioni o miraggi”, ha affermato Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù di Panama 2019, e credo che sia un messaggio profetico per i giovani.

2. La quotidianità non è un momento di passaggio

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Johnny Chunga-(CC BY-NC-ND 2.0)

“La quotidianità non è un momento di passaggio, ha in sé una consistenza di eternità che non passerà mai”, dice una poesia di padre Benjamín Buelta. Nel vivere quotidiano Dio ci parla in vari modi, ci ama, bussa alla nostra porta, ma noi stiamo alla porta del vicino vedendo come gli vanno meglio le cose. Quel “Guarda che sto alla tua porta e busso” è il nostro presente in cui continuiamo a non vedere Dio. Il momento che viviamo non ci sembra tanto interessante.

Abbiamo imparato a saltare tappe importanti e piene della vita perché crediamo che quello che viene sarà migliore, come se l’oggi fosse privo di senso! Di Gesù si diceva: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?” Egli stesso ci rivela come Dio può abitare la nostra quotidianità, la nostra semplicità, e passare inosservato per chi aspetta grandi miracoli.

3. La gioventù non è una sala d’attesa

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Kalamurzing | Shutterstock

Lo ha detto Papa Francesco nella GMG 2019, forse perché è così che la viviamo: sprofondati in una poltrona con sopra il peso di tutte le nostre aspettative (o di quelle che hanno per noi) relative al futuro.

Non disprezziamo l’oggi: immaginiamo se Gesù avesse detto “Io scendo nel mondo ma già a 30 anni, la vita quotidiana non è interessante”. No! Ha dovuto nutrirsi delle esperienze familiari, conoscere Dio, conoscere se stesso… Se pensiamo che al nostro personaggio famoso preferito vorremmo vedere la casa in cui ha vissuto da bambino, conoscere la sua famiglia, sapere cosa scriveva sul suo diario, cosa mangiava… Allo stesso modo, ogni dettaglio della nostra vita ha moltissimo senso.

4. Non diamo valore a quello che facciamo oggi perché ci sembra poco

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Shutterstock

Rischiamo di disprezzare tutto: alzarsi presto, vestirsi come meglio si può, fare colazione, studiare o lavorare per ottenere buoni risultati, pagare ciò che si deve, invitare a cena amici o familiari… Un Padre come il nostro non è forse orgoglioso dei piccoli successi di ogni giorno? “Il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6, 18).

I santi oggi tenuti in grandissima considerazione un giorno sono stati semplici cappellani, suore o laici cattolici che si facevano il caffè la mattina e guardavano il soffitto pregando nel silenzio della loro stanza.

5. Ci vergogniamo del nostro passato

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Shutterstock / MarinaP

Il fatto di non volersi alzare oggi può avere le sue radici nel passato: disprezziamo il passato e sentiamo che ora stiamo vivendo le conseguenze di quelle esperienze o decisioni negative. Ci carichiamo di colpe che ci impediscono di vivere il futuro. Chiediamo a Dio la grazia di riconciliarci con il nostro passato, perdoniamo le cose difficili comprendendo che siamo umani e recuperiamo le virtù/le lezioni che ci ha lasciato. Il passato non divori il nostro presente: l’oggi è la nuova opportunità che ci offre il Padre.

“Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche. Ecco, faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa” (Isaia 43, 18-19).

6. Disprezziamo la nostra giovinezza e quello che l’accompagna

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Mitchell Hollander/Unsplash | CC0

Saltiamo le tappe perché temiamo che gli altri ci considerino “inesperti”. Ci fa male vedere che abbiamo uno stipendio che basta a malapena a soddisfare le nostre necessità, dipendere ancora dai genitori e dall’aiuto di amici e conoscenti.

Ma ci diamo la colpa e pensiamo: se fossi più professionale, se fossi più ricco, se non avessi questo problema, se la mia famiglia fosse più stabile, se avessi un fidanzamento senza intoppi… E sogniamo un’altra vita.

Forse dobbiamo riconciliarci con quello che siamo, includendo l’inesperienza dell’età, considerando che nessuno arriva con un manuale di vita pronto e che nelle nostre debolezze Dio mostra la sua forza e non bisogna vergognarsi di non essere l’anello forte della catena alimentare.

Vogliamo dimostrare agli altri di saper gestire la nostra vita come adulti apprezzabili perché in fondo non sopportiamo l’idea di essere sminuiti da questo sistema e dai suoi fedeli discepoli, che ritengono il successo lavorativo l’unità di misura della soddisfazione. E se seguissimo, come Gesù, un cammino inesplorato ma pieno di senso?

7. Abbiamo aderito all’idea per la quale solo le cose straordinarie rendono felici

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Syda Productions | Shutterstock

Quante cose straordinarie accadono nella vita? E se continuiamo ad aspettarle, forse quando arriveranno non avremo vita per alimentarle, avremo aspettato tanto perdendoci gli insegnamenti e gli amori di ogni giorno. Arriveremo vuoti a quel momento, perché per stupirsi serve anche la capacità di vivere il momento presente! Quanta gente ha una vita “ideale” ma è insoddisfatta”! “Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto” (Luca 16, 10). Gesù stesso, che resta nel pane e nel vino, ci offre la lezione più grande: nelle cose piccole si nascondono le gioie di ogni giorno… anche nella nostra piccolezza.

Qui l’articolo originale pubblicato da Catholic Link.

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