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Avete reazioni sproporzionate? Scopritene il significato e assumete il controllo

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Orfa Astorga - pubblicato il 08/05/19

Se la vostra educazione è stata condizionata dal timore, forse avete imparato a reprimere le emozioni e a nascondere le cose

In un incidente automobilistico, un uomo di età matura e dal carattere misurato è andato in collera, ha insultato in modo volgare e ha picchiato, fuori di sé, un altro conducente. Un fatto assurdo che avrebbe potuto benissimo trasformarsi in una tragedia tale da mandare a gambe all’aria una vita conquistata a fatica.

Nel mio studio, raccontava sconvolto e pentito: “Sono stato uno stupido, mi capita, ma stavolta sono andato troppo oltre”.

“Crede di avere delle emozioni represse?”, gli ho chiesto.

“Sì… e a volte escono fuori come lava ardente, al punto che in certe occasioni sento di crollare per l’insicurezza che mi provocano”.

Poi è emerso che aveva avuto un padre brutalmente irascibile e dalle reazioni imprevedibili.

Partiamo da una verità: gli atteggiamenti basati sulla paura deteriorano la personalità umana, a volte in modo irreversibile, perché generano problemi psicologici devianti radicati il più delle volte nel subconscio.

Gli ho spiegato che era possibile che in una tappa del suo sviluppo infantile fosse rimasto arenato a livello emotivo. Tutti nella nostra personalità abbiamo qualcosa del passato da riconoscere e superare, soprattutto se ci sta danneggiando.

E poi la spiegazione: instillare il timore in un bambino è molto grave, perché lo stato naturale dell’uomo per crescere e svilupparsi come deve è la naturale spontaneità, senza paura e senza vergogna, il che avviene solo quando si sperimenta di essere amati. Quando si affronta la vita con paura, si cresce quasi sempre ossessionati da fantasmi interiori.

Detto in altri termini, visto che la fiducia è lo stato naturale in cui si sviluppa la personalità, risulta imprescindibile, per cui può essere che ci sia nella persona ancora qualche aspetto di quel bambino impaurito che sopravvive al passare del tempo, e che vuole risolvere quel sentimento attraverso la stessa violenza che ha sperimentato.

“Certo”, ha risposto, “sono cresciuto insicuro e impaurito, e riconosco di aver acquisito certe qualità che poi hanno fatto da contrappeso, migliorando molto la mia autostima e il mio autocontrollo.

“Riconosce che queste qualità sono scomparse in quell’incidente automobilistico?”

“Sì, lo ammetto”, ha risposto. “Ho un problema latente e pericoloso che devo capire prima che accada qualcosa di irrimediabile in un attacco emotivo”.

Poi, per aiutarlo a identificare ancor di più il suo problema di insicurezza, gli ho chiesto: “In genere, lei vive in modo autentico?”

“Beh”, mi ha risposto schiarendosi la voce, “mi costa essere totalmente sincero dicendo le cose come sono, senza stravolgerle, e la maggior parte delle volte si tratta di banalità. Mi dà fastido riconoscere che questo si traduce in una manifestazione di insicurezza. Perché me lo domanda?”

Perché questo ci porta a un’altra verità:

Quando l’educazione di un figlio è condizionata dalla paura, diventa timoroso e nasconde le cose ai genitori; non è sincero, non si apre, il che mostra che la comunicazione tra loro è spezzata, o quantomeno gravemente deteriorata.

Questo spiega il fatto che di fronte ai temi che suscitano in lui timore, il bambino inganni, menta, ricorra alle storie di fantasia.

Per questo la sua comunicazione diventa patologica davanti all’angoscia di salvarsi da quello che ritiene un grave pericolo, e questo oltre a confondersi erroneamente con malizia o pusillanimità può restare come una cattiva abitudine.

Come migliorare?

Nel presente, la persona può comunque modificare positivamente il rapporto esistente tra il proprio io bambino e l’io adulto.

Significa che se nella tappa infantile non ha saputo aggiungere un contenuto adatto al suo sviluppo perché ci sono stati degli impedimenti, il suo io adulto può risolvere la questione apportando nuovi contenuti per supplire alla mancanza di esperienze positive infantili con il ragionamento da adulto.

Da bambini si ha paura del buio e delle ombre, dell’incomprensibilità del dolore, del mistero e di molte altre cose; crescendo, si impara che era tutto nella propria immaginazione e ci si lasciano indietro i fantasmi.

Essendo stato educato nella paura, forse per quell’uomo è stato difficile lasciarsi indietro altri fantasmi, che dalla sua immaginazione sono passati all’inconscio e che ancora lo accompagnano.

Fantasmi come:

  • La paura di fallire
  • La paura di non essere felici
  • Il timore di non avere il dominio della propria vita
  • Sentirsi stigmatizzati
  • Il bisogno di dimostrare a se stessi di non avere paura.

Fantasmi che si possono far scomparire con la realtà del proprio io adulto:

  • Approfittando dell’esperienza della sofferenza quando si è lasciato trascinare dall’ira
  • Recuperando la consapevolezza del proprio valore
  • Ammettendo la propria responsabilità nei confronti della famiglia e quanto la danneggerebbe se commettesse una mancanza irreparabile
  • La sicurezza di continuare a conquistare un futuro promettente.

Il mio cliente sta prendendo coscienza delle sue emozioni negative e sta usando intelligenza e volontà per superarle.

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