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Molti santi della Chiesa delle origini hanno risuscitato dei morti

RAISING OF TABITHA

Masolino da Panicale | Public Domain

Philip Kosloski - pubblicato il 30/04/19

Secondo la tradizione, dopo la resurrezione di Gesù Dio ha permesso a molta altra gente di tornare in vita

La Chiesa cattolica crede che la resurrezione di Gesù sia un’anticipazione di quello che accadrà alla fine dei tempi, quando tutti risorgeranno dai morti. Anche durante la vita di Gesù, però, Dio ha permesso a certi individui di risorgere dalla tomba per trascorrere ancora un po’ di tempo sulla Terra.

Negli Atti degli Apostoli, una donna cristiana di nome Tabita morì nella città di Ioppe. I cristiani della città sapevano che San Pietro era nei paraggi, lo mandarono a chiamare e l’apostolo corse dalla donna. Quando Pietro arrivò, tutti stavano piangendo la morte di Tabita, ma l’apostolo chiese loro di aspettare fuori casa.

“Pietro, fatti uscire tutti, si mise in ginocchio, e pregò; e, voltatosi verso il corpo, disse: «Tabita, àlzati». Ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si mise seduta. Egli le diede la mano e la fece alzare; e, chiamati i santi e le vedove, la presentò loro in vita. Ciò fu risaputo in tutta Ioppe, e molti credettero nel Signore” (Atti 9, 40-42).

La resurrezione di Tabita fu un dono miracoloso di Dio che portò molti altri a credere nel potere di Gesù Cristo.

È interessante il fatto che non si sia trattato dell’ultima volta in cui un santo ha invocato il potere di Dio per risuscitare qualcuno.


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Secondo Sant’Ireneo (inizio del II secolo), “alcune persone che erano morte sono state risuscitate e sono rimaste tra noi per molti anni”. In seguito, parlando contro i maghi che rivendicavano la propria capacità di far risorgere dai morti, affermò: “Sono molto lontani dal risuscitare i morti come ha fatto Nostro Signore e come hanno fatto gli apostoli con la preghiera, e come avviene spesso nella comunità, quando l’intera Chiesa del posto ha supplicato perché accadesse con grandi digiuni e preghiere e lo spirito dell’uomo defunto è tornato e quell’uomo è stato restituito alle preghiere dei santi”.

Ci sono ulteriori resoconti di resurrezioni nel IV e nel V secolo, come riferiscono gli storici della Chiesa di quel periodo (è da notare che quelle persone hanno sperimentato una seconda “morte”, visto che queste resurrezioni erano solo “terrene” e temporanee e non la piena resurrezione “celeste” che Dio ha promesso che accadrà quando questo mondo avrà fine).

San Macario, monaco che viveva nel deserto egiziano, incontrò ad esempio un uomo che non credeva alla resurrezione di Gesù. Per convincerlo, il santo invocò il potere di Dio su un uomo morto, che tornò in vita.

Se alcuni possono temere di credere a questi racconti di resurrezione, gli Atti degli Apostoli sono la fonte più affidabile che rivela la capacità di invocare il potere di Dio per risuscitare un individuo, riportandolo in vita dalla morte. Non è sicuramente un fatto comune nella storia del cristianesimo, né è qualcosa che possa essere facilmente invocato da qualsiasi cristiano.

Come per tutti i miracoli, è un dono dato mediante il potere di Dio per un obiettivo specifico e realizzato attraverso le mani di un umile strumento. Dio voleva ricordare al suo popolo che la resurrezione di Gesù non era semplicemente un “evento fortuito”, ma un episodio reale che accadrà a tutti alla fine dei tempi.

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