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3 sacerdoti cattolici premiati nel 2019 ma quasi ignorati dai media

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Aleteia - pubblicato il 28/04/19

I loro sforzi esemplari al servizio del prossimo per amore di Dio sono stati divulgati molto timidamente da pochi mezzi informativi

Tra gli sforzi di gran parte dei media per sfruttare al massimo e in modo parziale gli scandali degli abusi sessuali perpetrati da seminaristi o sacerdoti, passano sotto silenzio i tanti casi esemplari di religiosi e sacerdoti fedeli che si dedicano quotidianamente alla missione di servire il prossimo per amore nei confronti di Dio.

Ricordiamo solo tre dei più recenti, tutti di quest’anno e diffusi molto timidamente da ben pochi mezzi informativi.

Un francescano eletto miglior professore del mondo

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Youtube - Khaleej Times

Il francescano Peter Tabichi, del Kenya, è stato eletto miglior professore del mondo ricevendo il Global Teacher Prize 2019. Il premio viene offerto dalla Fondazione Varkey, un’entità che si dedica al miglioramento dell’istruzione per giovani indigenti. La cerimonia di premiazione si svolge a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Oltre al trofeo, il religioso francescano, che ha partecipato con altri 10.000 concorrenti di 179 Paesi, ha ricevuto un milione di euro, denaro da usare per attività educative.

“Ogni giorno in Africa giriamo pagina e iniziamo un nuovo capitolo. Oggi è un altro giorno. Questo premio è un riconoscimento non nei miei confronti, ma in quelli dei giovani di questo grande continente. Sono qui solo per quello che hanno raggiunto i miei allievi. Questo premio dà loro un’opportunità, dice al mondo che tutto è possibile. L’Africa produrrà scienziati, ingegneri e imprenditori il cui nome sarà un giorno conosciuto in ogni angolo del mondo”.

Il sacerdote è professore di Scienze presso la Scuola Secondaria Keriko Mixed Day, situata in una zona rurale del Kenya, e dona l’80% della sua rendita mensile per aiutare gli allievi più poveri a comprare uniformi e materiale scolastico. Molti di questi studenti percorrono ogni giorno più di 6 chilometri per arrivare a scuola. Il 95% di loro, poi, proviene da famiglie povere, quasi un terzo è orfano o ha solo un genitore e molti a casa propria mangiano a malapena.

Le classi, che dovrebbero avere tra i 35 e i 40 allievi, arrivano ad avere il doppio degli studenti. Oltre a questo, insegnando in una scuola in cui c’è solo un computer e la connessione a Internet è precaria fra’ Peter Tabichi è costretto ad andare in un bar per scaricare i materiali necessari alle sue lezioni.

Secondo dati ufficiali, il lavoro del professor Tabichi ha fatto raddoppiare in tre anni il numero degli iscritti al primo anno, mentre i casi di mancanza di disciplina sono scesi da 30 a settimana ad appena 3. Nel 2017, solo 16 degli 59 allievi sono entrati all’università, mentre nel 2018 sono stati 26.

Alla cerimonia di premiazione, presentata dalla star del cinema australiano Hugh Jackman alla presenza del Primo Ministro degli Emirati arabi, il religioso ha voluto usare l’abito dell’ordine francescano, con il cordone a tre nodi, a simboleggiare povertà, castità e obbedienza.

Con informazioni di Gaudium Press

Sacerdote-pompiere tra gli eroi dell’incendio della cattedrale di Notre-Dame

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In un’intervista al canale KTOTV, padre Jean-Marc Fournier, cappellano principale dei pompieri di Parigi, ha raccontato che era di turno il 15 aprile scorso, quando la cattedrale di Notre-Dame è andata a fuoco. È stato lui a riuscire a entrare nella cattedrale e a salvare uno dei più grandi tesori del cristianesimo che vi era custodito. I dettagli del suo atto coraggioso sono stati dibattuti da padre Paulo Ricardo sulle reti sociali. Il sacerdote brasiliano ha tradotto l’intervista al presbitero francese:

“Sono padre Fournier, cappellano principale della Brigata dei Pompieri di Parigi. Ero il cappellano di turno il 15 aprile, quando è scoppiato un enorme incendio nella cattedrale di Notre-Dame di Parigi. Sono stato convocato immediatamente, e fin dal mio arrivo mi è sembrato che si dovessero fare due cose principali. La prima era salvare il tesoro inestimabile della corona di spine, e poi, ovviamente, Gesù presente nel Santissimo Sacramento.

Quando sono entrato nella cattedrale era un po’ avvolta dal fumo. Non c’era ancora calore. Davanti a noi avevamo una specie di visione di quello che poteva essere l’inferno, ovvero una cascata di fuoco che cadeva dalle aperture provocate sia dal crollo della [torre] ‘freccia’ che da varie aperture nel coro dei monaci.

Ero accompagnato da un ufficiale superiore, e abbiamo avuto difficoltà a trovare la persona in possesso del codice che permetteva di aprire la cassaforte in cui era custodita la reliquia sacra. Ci è voluto un po’ di tempo, e durante la ricerca, quella specie di caccia al codice, un’équipe di pompieri stava già lavorando per preservare le reliquie. Hanno dovuto colpire lo scrigno delle reliquie, che purtroppo è stato rovinato. Quando abbiamo trovato le chiavi siamo arrivati alle sante reliquie, in modo più o meno simultaneo. Sono state tolte e custodite nel luogo stesso delle operazioni, ma sotto la protezione delle forze dell’ordine, ovvero di funzionari del dipartimento di polizia. Abbiamo allora saputo che la Santa Corona è una reliquia del tutto unica e straordinaria, e che il Santissimo Sacramento è Nostro Signore realmente presente nel suo corpo, nella sua anima, nella sua divinità e nella sua umanità.

Capite bene che vedere una persona che amiamo perire tra le fiamme è molto delicato. Dovendo accompagnare sempre i pompieri, vedo spesso persone vittime di incendi, e per questo conosco bene le conseguenze. È per questo che ho voluto mantenere incolume la presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo.

(…) Quando l’incendio ha iniziato a raggiungere la torre nord e abbiamo avuto paura di perderla, in quel preciso momento ho preso il Santissimo. Non ho voluto solo prendere Gesù, ho anche approfittato per dare una benedizione del Santissimo. Ero solo nella cattedrale, con tutto in fiamme, fuoco e cose incandescenti che cadevano dal tetto, e con quella benedizione ho provocato Gesù e gli ho chiesto di aiutarci a preservare la sua casa. Dobbiamo pensare che ci abbia ascoltato! E la manovra del generale è stata brillante! Probabilmente entrambe le cose. Non solo il fuoco è stato bloccato, ma la torre settentrionale è stata salvata, e con essa si è salvata anche la torre meridionale”.

Premio “Miglior cittadino dell’India” a un sacerdote cattolico

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L’International Publishing House, casa editrice specializzata in testi biografici, ha conferito il 16 aprile il premio “Miglior cittadino dell’India” a padre Vineeth George, sacerdote cattolico claretiano di 38 anni, in segno di riconoscimento per il suo lavoro pastorale accanto alla popolazione bisognosa del nord del Paese, a maggioranza induista.

Nato a Hyderabad, il sacerdote, ordinato nel gennaio 2014, si è formato presso la Loyola Academy, diretta dai Gesuiti, ma in un’intervista ad AsiaNews ha raccontato che la sua vocazione “è un dono nato nell’infanzia. Ho sempre pensato di usare i talenti che Dio mi ha dato a beneficio della Chiesa”.

Laureato presso l’Università Jain Deemed e con un post-lauream presso il Matrusri Institute, il giovane Vineeth ha lavorato presso la Dell Computer Corporation e la General Electric, oltre ad essere stato vice-direttore del quotidiano Deccan Chronicle e funzionario del Ministero dell’Energia indiano.

Nonostante l’ottima carriera che aveva davanti non era soddisfatto. Ha quindi lasciato tutto per entrare in seminario.

“Per grazia di Dio, quando ero seminarista, nel 2006, i miei superiori mi hanno affidato la gestione dell’amministrazione presso il St. Claret College. Un anno dopo la mia ordinazione sono stato nominato vice-direttore del collegio e ho mantenuto l’incarico fino al dicembre 2018. Da gennaio sto seguendo un dottorato in comportamento organizzativo presso l’Indian Institute of Technology di Hyderabad, uno dei centri di insegnamento superiore più importanti del Paese”.

Padre Vineeth insegna anche in un centro di istruzione professionale alla periferia di Delhi.

“La scuola si trova in una zona abitata solo da induisti, in cui non c’è presenza cristiana”, ha affermato. “Il centro accoglie 30 giovani che hanno abbandonato gli studi. Le ragazze seguono corsi di estetica, i ragazzi studiano per diventare elettricisti e idraulici”.

Dopo l’ordinazione, ha anche iniziato a lavorare in una parrocchia.

“Sono stato vicario parrocchiale della chiesa di San Pietro, nella diocesi di Daltonganj. Ho insegnato inglese ai bambini tribali che frequentavano la scuola accanto alla parrocchia”.

Oltre a proseguire il dottorato, il sacerdote guida attività pastorali nelle diocesi di Hyderabad e Shamshabad.

Con informazioni delle agenzie AsiaNews e ACI Digital.

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