"Ecco la santa Vergine, eccola!". La visione di Suor Caterina Laboure fu "mediata" da un essere celeste
Il 23 luglio 1894, il Papa Leone XIII, su richiesta del superiore generale dei Lazzaristi, istituì una festa in onore della medaglia miracolosa. Allo stesso tempo, la Sacra Congregazione dei Riti approvava un ufficio con delle lezioni che riportano le circostanze nelle quali la medaglia fu proposta alla venerazione dei fedeli. “La santa Vergine, vi è detto, si degnò di apparire ad una pia religiosa chiamata Caterina Labouré, della comunità delle Figlie della carità; ella le diede l’ordine di provvedere a che una medaglia fosse coniata in onore dell’Immacolata Concezione”. Così l’apparizione è autentificata da Roma e diventa oggetto di un pubblico ufficio. Ora, come ebbe luogo quell’apparizione? Fu un angelo che condusse la giovane suora ai piedi della santissima Vergine. Ascoltiamo questo racconto d’una incantevole semplicità. Dettato dalla suora stessa su ingiunzione dei suoi superiori.
Il 18 luglio 1830, vigilia della festa di San Vincenzo de Paoli, ella si era coricata come normalmente. “Verso le undici e mezza, ella si sente chiamare col suo nome i “suor Labouré”, accentuato tre volte di seguito; durante quel tempo, svegliandosi del tutto, ella socchiude la tendina dal lato da dove parte la voce; che vi scorge? Un bambino d’una incantevole bellezza; egli potrà avere dai quattro ai cinque anni, è vestito di bianco e, dalla sua capigliatura bionda, come da tutta la sua persona, fuoriescono raggi luminosi che illuminano tutto quello che lo circonda: “Venite, dice con voce melodiosa, venite in cappella, la Santa Vergine vi aspetta”. Ma, pensava in se stessa suor Caterina (che dormiva in un grande dormitorio), mi sentiranno, sarò scoperta…”. “Non temete, riprese il bambino, rispondendo al suo pensiero, sono le undici e mezza, tutti dormono, vi accompagno”.