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Volete essere discepoli di Gesù? Non abbiate paura, e ditegli di sì come ho fatto io

Via Dolorosa FIFTH STATION
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Catholic Link - pubblicato il 19/04/19
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di Mauricio Montoya

Vi identificate come discepoli di Gesù? Il discepolo è colui che è sempre disposto ad ascoltare e a seguire il suo maestro, indipendentemente dai rumori esterni e dalla chiamata di altri che si presentano come maestri contrari al Vangelo. È chi, anche se ha sbagliato o si è allontanato, torna sempre ai piedi misericordiosi del suo Signore.

Avete momenti di dubbio o di timore nel seguire Gesù?

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Al momento della Passione e Morte di Gesù, molti dei discepoli che lo seguivano si sono scoraggiati e si sono creduti sconfitti, come accade a volte anche a noi che abbiamo deciso di essere discepoli di Cristo. Ci sono momenti in cui va tutto bene e in un modo o nell’altro la situazione poi precipita o inizia ad essere diversa da quello che ci aspettavamo. La vita si riempie di interrogativi, ed è in quegli istanti precisi che il vero discepolo rafforza la sua sequela di Gesù, per cui non si deve aver paura o provare un senso di colpa quando appaiono i dubbi: “Se sto seguendo il Signore, perché mi succede questo o quello?”, “Perché ho tante tentazioni, o perché le cose diventano sempre più complicate?” Quando accade questo, la cosa migliore è fare come i discepoli di Emmaus – camminare con il Maestro anche quando non sappiamo che è lì.

Siete consapevoli del fatto che il discepolo non è mai solo?

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“Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro”. Per essere buoni discepoli, è fondamentale stare in ogni momento ai piedi del Maestro, ascoltarlo, vederlo e imparare ad essere come Lui, perché in definitiva il discepolo non è un altro Cristo, ma diventa una cosa sola con Lui. È nei momenti difficili che chi segue Gesù deve stare più attento, perché è lì che il Signore gli va incontro e fa sì che il suo cuore arda.

L’invito consiste nel riconoscere la Pasqua come la festa del discepolo che seguendo il suo Maestro è morto e risorto con Lui, e in questo modo ha dimostrato di ascoltarlo e di parlargli. La Pasqua è il trionfo di Gesù sulla morte e al contempo il trionfo di chi Lo segue e Lo ha come Pastore, di chi sa che bisogna morire al mondo per vivere pienamente in Lui.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link