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Il vincolo particolare tra i Papi e Notre-Dame de Paris

POPE PRESIDENT

AFP

Pope John Paul II waves from a convertible 30 May 1980 as he and French President Valery Giscard d'Estaing drive down the Champs-Elysées Avenue in Paris during Pope's visit to France. / AFP PHOTO

Cyprien Viet - pubblicato il 16/04/19

La cattedrale semidistrutta dall’incendio del 15 aprile 2019 aveva ricevuto diverse visite dei Papi, che avevano sottolineato il suo ruolo di faro spirituale nella cultura europea.

Fin dalle sue stesse fondamenta, la cattedrale di Notre-Dame de Paris è stata costruita in un legame molto concreto col Papato, poiché nel 1163 fu Papa Alessandro III in persona a porre simbolicamente la prima pietra dell’edificio che sarebbe stato ufficialmente consacrato nel 1212.




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Sei secoli più tardi, la prima visita di un Papa nell’edificio, ormai costruito, si sarebbe iscritto in un contesto storico molto più politico e un tantino ambiguo. Nel 1804, Papa Pio VII è “invitato” da Napoleone a celebrare l’incoronazione dell’imperatore. Il vescovo di Roma, che in quei mesi stava facendo una vasta visita pastorale in Francia, si ritrovò in qualche modo strumentalizzato dall’imperatore, bramoso di affermare la propria supremazia in Europa col sigillo del potere spirituale. Ma questa visita di Pio VII s’iscrive anche in una rinascenza della fede cattolica in Francia, simbolizzata dal ritorno al culto cattolico, due anni prima, di una cattedrale che aveva perso la propria sacralità durante gli anni della Rivoluzione francese ed era stata largamente vandalizzata. Divenuto “tempio della dea Ragione”, poi semplice magazzino, l’edificio era comunque scampato alla demolizione (che pure alcuni leader rivoluzionari avevano suggerito). Secondo certi storici, Robespierre scelse alla fine di risparmiare questa cattedrale per evitare una rivolta dei cattolici.

Un legame rinforzato nel XX secolo

Dopo decenni movimentati e pieni di contrasti, nelle relazioni tra la Santa Sede e i regimi che si sono avvicendati in Francia, bisognerà attendere il XX secolo per vedere materializzarsi il nesso tra i Papi e Notre-Dame. Due anni prima della sua elezione a Romano Pontefice, il Segretario di Stato cardinale Eugenio Pacelli, vi pronuncia un discorso sulla “vocazione della Francia”, il 13 luglio 1937, alla veglia della festa nazionale.

San Giovanni XXIII non ha avuto il tempo di venire in Francia da Papa, ma era stato di casa a Notre-Dame durante i suoi anni di servizio come nunzio apostolico, dal 1944 al 1953. Molto francofilo, san Paolo VI neppure ha effettuato viaggi apostolici in Francia, però in gioventù era stato segnato da numerose visite nella cattedrale parigina.

Bisognerà dunque attendere san Giovanni Paolo II per il ritorno di un Papa a Notre-Dame, 176 anni dopo Pio VII. Il Papa polacco presiede il 30 maggio 1980 una messa nella cattedrale, e davanti alla Vergine col Bambino pronuncia una preghiera.




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Sarebbe poi tornato per la beatificazione di Fréedéric Ozanam, celebrata il 22 agosto 1997, nel quadro delle GMG. Questo intellettuale del XIX secolo era stato un precursore del cattolicesimo sociale, specialmente fondando le conferenze di San Vincenzo de Paoli, che avevano contribuito «al rinnovamento della presenza e dell’azione della Chiesa nella società della sua epoca». Giovanni Paolo II aveva allora dichiarato:

È altresì noto il suo ruolo nell’istituzione delle Conferenze di Quaresima in questa cattedrale di Notre-Dame de Paris, finalizzate a permettere ai giovani di ricevere un insegnamento religioso rinnovato a fronte delle grandi questioni che interrogano la loro fede. Homo di pensiero e di azione, Frédéric Ozanam resta per gli universitari del nostro tempo, insegnanti e studenti, un modello d’impegno coraggioso capace di far sentire una parola libera ed esigente nella ricerca della verità e della dignità di ogni persona umana. Che sia dunque per loro un richiamo alla santità!


Il rendimento di grazie di Benedetto XVI

L’ultima visita di un Papa, a oggi, risale a quella di Benedetto XVI, il 12 settembre 2008, che aveva presieduto i vespri col clero e coi consacrati dell’Île-de-France.

Eccoci nella Chiesa-madre della diocesi di Parigi, la cattedrale di Notre-Dame, che si eleva nel cuore della città come un segno vivente della presenza di Dio in mezzo agli uomini.

Così aveva dichiarato allora l’attuale Papa-eremita, proseguendo:

È difficile non rendere grazie a Colui che ha creato tanto la materia quanto lo spirito per la bellezza dell’edificio che ci accoglie. I cristiani di Lutezia avevano già costruito una cattedrale dedicata a santo Stefano, protomartire, ma – divenuta quella troppo esigua – essa fu progressivamente rimpiazzata, tra il XII e il XIV secolo, da quella che oggi ammiriamo. La fede del Medioevo ha costruito le cattedrali, e i vostri antenati sono venuti qui per lodare Dio, affidargli le loro speranze e dirgli il loro amore. Grandi eventi religiosi e civili si sono svolti in questo santuario, dove architetti, pittori, scultori e musicisti hanno dato il meglio di loro stessi. Basti qui ricordare, fra molti altri, i nomi dell’architetto Jean de Chelles, del pittore Charles Le Brun, dello scultore Nicolas Coustou e degli organisti Louis Viene e Pierre Cochereau. L’arte, cammino verso Dio, e la preghiera corale, lode della Chiesa al Creatore, hanno aiutato Paul Claudel, venuto ad assistere ai aspri del giorno di Natale 1886, a trovare la strada verso un’esperienza personale di Dio.




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Anche la stessa personale vocazione sacerdotale del Papa tedesco si era formata nella lettura delle opere dello scrittore francese, che negli anni ’40 del XX secolo aveva un posto di primo rilievo nel panorama intellettuale. Sempre in quell’intervento Benedetto XVI aggiunse:

Teatro di conversioni meno note ma non meno reali, cattedra in cui predicatori dell’Evangelo come i padri Lacordaire, Monsabré e Samson, hanno saputo trasmettere la fiamma della loro passione agli uditori più vari, la cattedrale di Notre-Dame resta a giusto titolo uno dei monumenti più celebri del patrimonio del vostro Paese. Le reliquie della Vera Croce e della Corona di spine, che ho appena venerato come si fa dai tempi di san Luigi, hanno trovato in essa uno scrigno degno di loro, che costituisce l’offerta dello spirito degli uomini all’Amore creatore.




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[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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