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Papa all’arcivescovo di Parigi: Notre Dame torni ad essere segno di fede

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Vatican News - pubblicato il 16/04/19

Preghiera e vicinanza: le esprime il Papa in un messaggio a mons. Michel Aupetit all'indomani del rogo che ha devastato "un simbolo nazionale caro" al cuore dei francesi "nella diversità delle loro convinzioni". Intanto proseguono le indagini e le perizie. I vescovi locali commossi dallo slancio planetario di compassione ed emozione

Che la Cattedrale di Notre Dame “possa ridiventare grazie ai lavoro di ricostruzione e la mobilitazione di tutti, quel bello scrigno nel centro della città, segno di fede di quanti l’hanno edificata, chiesa madre della sua diocesi, patrimonio architettonico e spirituale di Parigi, della Francia e dell’umanità”. E’ la speranza del Papa espressa nel messaggio inviato a mons. Michel Aupetit, arcivescovo della capitale francese all’indomani del devastante incendio che ha distrutto in parte la cattedrale francese. “Mi unisco alla sua tristezza – scrive Francesco – e a quella dei fedeli della sua diocesi, degli abitanti di Parigi e di tutti i francesi. In questa Settimana Santa in cui facciamo memoria della Passione di Gesù, della sua morte e Risurrezione, assicuro la mia vicinanza spirituale e la mia preghiera”.

“Questa catastrofe – sono ancora le parole del Pontefice – ha gravemente danneggiato un edificio storico. Ma sono consapevole che ha anche colpito un simbolo nazionale caro al cuore dei parigini e dei francesi nella diversità delle loro convinzioni. Infatti, Notre Dame è un gioiello architettonico di memoria collettiva, luogo di raccolta di tanti grandi eventi, testimone della fede e della preghiera dei cattolici nella città “. Infine la benedizione  impartita ai vescovi e ai fedeli e l’invocazione della benedizione di Dio sugli abitanti di Parigi e su tutti i francesi.

Già questa mattina presto e ancora ieri sera, mentre le fiamme partite dal solaio intorno alle 18.50 laddove erano in corso lavori di ristrutturazione, avvolgevano tetto e guglia della Cattedrale, il portavoce vaticano Alessandro Gisotti aveva riferito dell’ “incredulità e della tristezza ” con cui la Santa Sede aveva accolto la notizia del terribile incendio, esprimendo “vicinanza alla popolazione e preghiere per quanti erano a lavoro per domare le fiamme”.




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La Chiesa di Francia e del mondo in preghiera

Da subito anche la Chiesa di Francia, al fianco delle autorità civili ha espresso tutto il suo dolore. “Ho avuto un grido di orrore”, scrive in una dichiarazione ripresa dal quotidiano cattolico “La Croix” mons. Éric de Moulins-Beaufort, presidente dei vescovi francesi. “Questo dramma ci ricorda che niente su questa terra è fatto per durare per sempre. Penso molto alla diocesi di Parigi. La Messa del crisma non potrà essere celebrata. E’ una parte della nostra carne ad essere stata sfregiata. Ma spero che questo creerà un nuovo slancio, un movimento universale”. Tutto il Paese è in preghiera da ieri sera. L’arcivescovo di Parigi, mons. Michel Aupetit, è apparso al fianco del presidente Macron sul luogo del disastro dopo che in un tweet aveva chiesto a tutti i sacerdoti della città di suonare le campane delle loro chiese per invitare alla preghiera. “È un dramma”, ha detto, ripetendo le parole dei vescovi di tutta la Francia che in un comunicato, hanno assicurato vicinanza e prossimità nella preghiera in questo “inizio di settimana santa in cui la Chiesa rivive il mistero della morte e Resurrezione di Cristo nostra speranza”. I vescovi italiani inviano “un abbraccio fraterno all’arcivescovo di Parigi e a tutti i fedeli della città e della Francia intera”. Ad affidare alla rete la propria vicinanza è il cardinale di Vienna Christoph Schonborn, così come quello di Londra Vincent Nichols e l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby.

Opere d’arte in salvo e struttura intatta

Stamattina una coltre di fumo avvolge ancora ciò che resta della Cattedrale: le fiamme sono state domate in gran parte solo nella tarda serata di ieri e la situazione, a detta dei pompieri, che in 500 hanno lavorato senza sosta, ora sembra sotto controllo. Diverso il bilancio dei feriti rispetto a quanto divulgato ieri: non si tratta di un pompiere in condizioni gravi ma sono due poliziotti e un pompiere – hanno fatto sapere i vigili del fuoco – ad essere rimasti leggermente feriti. La grande guglia alta 45 metri e due terzi del tetto sono andati distrutti anche se la struttura, grazie anche agli interventi mirati, che hanno evitato l’uso dei canadair, è salva. Il vicario generale dell’arcidiocesi di Parigi Philippe Marsset sui social ha raccontato di essere entrato nella cattedrale, e di aver visto “tutto carbonizzato”. “L’esterno” ha scritto su twitter “è in piedi ma dentro è tutto nero. Ho visto solo che la croce d’oro c’è ancora”. Ci sono dubbi “su come resisterà la struttura” ha affermato Laurent Nuñez, segretario di Stato al ministero dell’Interno, ma la buona notizia è che le opere d’arte conservate nella cattedrale si sono salvate: in primo luogo la corona di spine di Cristo e la tunica di San Luigi. Salvate anche le 16 statue di rame, raffiguranti Gesù, i 12 apostoli e i simboli degli evangelisti, rimosse proprio per consentire i lavori di restauro: erano posizionate a ridosso della guglia crollata. Stamattima la riunione con vari tecnici ed esperti per valutare se è sicuro per i vigili del fuoco stare ancora all’interno di Notre-Dame.




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Le reazioni del mondo 

La procura di Parigi ha intanto aperto un’indagine per incendio colposo: privilegiata la pista accidentale nell’ambito dei lavori di restauro che erano in corso intorno alla guglia. Tutto il mondo si è stretto intorno alla Francia e al suo simbolo bruciato sotto gli occhi attoniti dei parigini e non solo. Già partita la raccolta fondi nazionale e internazionale lanciata ieri sera da un presidente Macron visibilmente scosso nel constatare il lavoro dei pompieri e la furia delle fiamme. Stando alle parole del sindaco di Parigi Hidalgo  potrebbe essere organizzata a breve una conferenza di donari a carattere mondiale. In queste ore drammatiche, l’Italia intera si stringe con sincera amicizia e vivissima partecipazione al popolo francese”. Lo ha scritto il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, in un messaggio a Macron. Dagli Stati Uniti intervengono il presidente Trump e l’ex , Obama e anche l’Unesco fa sapere di essere “al fianco della Francia per salvare e ripristinare questo patrimonio inestimabile”, con le parole del direttore generale dell’organismo Onu, Audrey Azoulay. Notre Dame è diventata patrimonio dell’umanità dell’Unesco nel 1991. “Notre-Dame di Parigi è Notre-Dame di tutta l’Europa. Oggi siamo tutti con Parigi”. Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk in un tweet.

La storia di un simbolo della cristianità

Si tratta del primo grave incendio che ha colpito la cattedrale, costruita a partire dal 1163 nella parte orientale dell’Île de la Cité, nel cuore della capitale francese, nella piazza omonima. Notre Dame rappresenta una delle costruzioni gotiche più celebri del mondo, e in base alla Legge francese sulla separazione tra Stato e Chiesa del 1905, è proprietà dello Stato francese, come tutte le altre cattedrali fatte costruire dal Regno di Francia, e il suo utilizzo è assegnato alla Chiesa cattolica. La storia racconta che durante la Comune di Parigi del 1871, nella cattedrale, da poco restaurata e riaperta al culto, vennero incendiate alcune panche e sedie, senza gravi danni. Il tempio è stato risparmiato durante le due guerre mondiali. Il tetto della cattedrale, crollato nell’incendio, era ancora quello originario, che aveva sostituito la copertura provvisoria dei tempi del vescovo Maurice de Sully, che promosse la costruzione del tempio. Il tetto venne terminato nel 1326 con l’installazione delle tegole, costituite da lastre di piombo con uno spessore di 5 millimetri; il suo peso totale è di 210mila chili. Il telaio di sostegno della copertura è in legno di quercia; è stimato che per realizzarlo siano state necessarie circa 1.300 querce, corrispondenti a 21 ettari di foresta.

Costruzione voluta dal vescovo Maurice de Sully, nel 1163

Il vescovo Maurice de Sully, fin dal suo insediamento nel 1160, promosse la costruzione di una nuova e più ampia cattedrale, risultando quella di Santo Stefano in rovina e la chiesa di Nostra Signora insufficiente per la popolazione in crescita: le due chiese vennero demolite e la prima pietra venne posata alla presenza di papa Alessandro III, che soggiornò a Parigi dal 24 marzo al 25 aprile 1163, sotto il regno di Luigi VII il Giovane. La struttura, a cinque navate con doppio deambulatoriointorno all’abside, venne portata a termine nel 1182; il 19 maggio dello stesso anno, Henri de Château-Marçay, legato pontificio di papa Lucio III, consacrò l’altare maggiore, e nel 1185, nel corso della prima celebrazione all’interno della cattedrale, il patriarca di Gerusalemme Eraclio di Cesarea convocò la Terza Crociata.


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Al cantiere lavorarono molti parigini

La costruzione della cattedrale fu condotta in due fasi: entro il 1250 venne completato l’edificio, mentre fino alla metà del XIV secolo si ebbe una serie di interventi alla struttura sia interna, sia esterna, fino a raggiungere l’aspetto attuale. L’edificazione dell’edificio venne finanziata sia dalla Chiesa, sia dalla corona di Francia e lavorarono al cantiere molti cittadini prestando la loro opera come fabbri, muratori e carpentieri.

La testimonianza

Sull’incendio a Notre-Dame de Paris, la riflessione del direttore della comunicazione della Conferenza episcopale francese, Vincent Neymon, intervistato da Adélaïde Patrignani della redazione francese di Vatican News:

R. – Notre-Dame è un simbolo intanto per i cattolici, in quanto luogo di fede, scrigno della fede per molti cattolici di Parigi, della Francia ma anche del mondo intero. Siamo profondamente tristi e anche profondamente toccati dall’emozione generalizzata che constatiamo nel mondo, perché tutti si sono sentiti interessati da questa catastrofe. I vescovi di Francia ci tengono a dire che sono commossi ed emozionati da questo slancio planetario di compassione e d’emozione.

In che modo la Chiesa di Francia dimostrerà la propria solidarietà, il proprio sostegno nei giorni che verranno?

R. – Osservando quello che accade, partecipando agli slanci di generosità che già si sono manifestati, compresi quelli economici: penso che sicuramente ci sarà un appello alla generosità. L’aspetto più significativo ed efficace dell’azione dei cattolici sarà la preghiera, soprattutto in questa Settimana Santa che per noi è la meta del cammino che porta alla risurrezione. È sicuramente importante che noi cattolici partiamo dalla preghiera per tutti coloro che sono toccati dal questo dramma, affinché sia un’occasione per vivere magari ancora più profondamente il kerygma, il cammino che passa per la distruzione ma porta alla risurrezione. Penso che l’apporto dei cattolici sia quello della loro fede, in questo momento doloroso e difficile.

Il presidente francese ha promesso la ricostruzione della Cattedrale; assistiamo alla solidarietà pure delle altre comunità ecclesiali nel mondo: questo rappresenta per voi motivo di speranza?

R. – Sembra un paradosso, perché sappiamo che da anni i rettori che si sono succeduti e i vescovi di Parigi hanno avuto difficoltà a trovare i finanziamenti per la Cattedrale e poi questo dramma provoca la generosità spontanea del mondo intero. Quindi, nella nostra disgrazia pure è una buona notizia constatare che quello che è stato colpito è un simbolo che va oltre la religione e la nostra fede, che comunque è un simbolo per tantissime persone, un simbolo anche storico, morale. Ciò che vediamo in questa mobilitazione, e il Presidente della Repubblica l’ha espresso bene, è la volontà di ricostruire. È stato interessante sentire dire che il nostro destino è quello di ri-costruire, cioè al di là di catastrofi di questo tipo noi siamo sempre nell’attitudine di costruire. È commovente assistere a questa emozione mondiale, a questa generosità planetaria che si manifesta. È anche segno che è stato colpito un simbolo della storia dell’umanità: sono 800 anni di storia della Cattedrale che ha accompagnato 800 anni di storia di Parigi ma in definitiva anche dell’Occidente tutto, che ha assistito a un’infinità di eventi, che ha accolto moltissimi accadimenti. Sentiamo che è la storia che pulsa nel cuore di tutti ed è quella storia che vogliamo salvaguardare.

Ultimo aggiornamento 16.04.19 ore 12.57

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