«Ringrazio tutte queste comunità, italiane e estere, che continuano nel loro impegno di preghiera, e chiedono a Dio con perseveranza la liberazione di padre Gigi e degli altri ostaggi. E ringrazio anche Aiuto alla Chiesa che Soffre, sempre vicina ai cristiani che soffrono e che sono perseguitati a causa della fede. Che Dio vi benedica tutti». Con queste parole padre Walter Maccalli esprime, tramite ACS, la propria gratitudine per quanti in questi quasi sette mesi dal rapimento di suo fratello Pier Luigi, hanno mostrato vicinanza e solidarietà.
La famiglia purtroppo non ha mai ricevuto alcuna notizia durante il sequestro. «Le notizie che abbiamo risalgono a quando Pier Luigi è stato rapito il 17 settembre scorso. L’ultima volta che l’ho contattato è stato tramite un messaggio Whatsapp, il 15 settembre 2018, in cui mi informava del suo rientro a Bomoanga e della festa programmata per la domenica seguente, per dare il saluto a una suora della parrocchia che si sarebbe trasferita in un’altra missione».
Anche padre Walter appartiene alla Società delle Missioni Africane e sebbene i due fratelli non siano mai stati insieme in missione, i periodi di riposo in Italia rappresentavano momenti di condivisione e di incoraggiamento reciproco. «L’ultimo tempo passato insieme risale all’estate scorsa: io mi preparavo alla nuova esperienza di missione in Liberia, mentre lui mi ha confidato la difficoltà ad accettare alcune esperienze negative, come la morte di Miriam, una bambina nigerina morta ad 11 anni, nonostante Pier Luigi fosse riuscito ad farla venire in Italia per un’operazione al cuore al Bambin Gesù. Questo fatto l’aveva veramente scosso».
Nelle loro chiacchierate, padre Pier Luigi non ha mai confidato di temere attacchi da parte di estremisti islamici, sebbene «durante la sua permanenza in Italia per le vacanze, abbiamo però ricevuto alcune notizie sul peggioramento della situazione in Niger».
Ma nonostante tutto padre Maccalli è tornato alla sua missione di Bomoanga. «Pier Luigi – racconta il fratello – è un missionario generoso, sempre pronto e disponibile a dare tutto, sensibile ai problemi delle persone ammalate, soprattutto bambini e neonati, con la speranza di poter dare loro cura e conforto. Per questo ha fatto sorgere il “progetto maternità”, ha contribuito ad aprire un ambulatorio medico, e ha iniziato un programma di lotta contro la malnutrizione».
Al momento del sequestro del fratello, padre Walter Maccalli si trovava ancora in Italia. «La Farnesina si è mossa subito, e si è impegnata per stabilire contatti con i rapitori, ma purtroppo senza alcun esito positivo fino ad oggi». Grande a suo avviso il sostegno offerto da parte di realtà come ACS, della Società delle Missioni Africane e di diverse diocesi, in primis quella di Crema. «In modo particolare vorrei ringraziare la comunità parrocchiale di Madignano, nostro paese nativo, che ogni giorno propone ai fedeli la recita del santo rosario per la liberazione di padre Pier Luigi. Bella anche la solidarietà e la preghiera dei cristiani della diocesi di Niamey in Niger, che hanno pregato insieme alla comunità musulmana per sua liberazione».