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Il “censimento” di Don Palmiro: stilo una lista con i morti di cancro e vi spiego perché

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Youtube - Change.org Italia

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/04/19

Ad Augusta, in provincia di Siracusa, il petrolchimico miete sempre più vittime: il sacerdote ne ha censite (per ora) 923. E ha deciso di lanciare una petizione on line con due proposte per scuotere politica e istituzioni

C’è un parroco che quando celebra i funerali vede con attenzione l’età dei morti e il tipo di malattia che li ha fatti morire. E ha deciso di stilare una “statistica”. «Se ho avuto 25 funerali e 20 sono di cancro allora no, c’è sicuramente qualcosa che non va».

Padre Palmiro Prisutto è il parroco di Augusta, in provincia di Siracusa. Dal 2014 tiene questa lista molto particolare: quella dei morti di cancro nella sua città, intorno alla quale sorge un vasto polo petrolchimico.

Insieme ad alcuni suoi concittadini, il parroco ha lanciato di recente una petizione su Change.org che è già arrivata a 165mila firme, in cui chiede di fermare l’inquinamento nella zona tra le città di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa (The Post Internazionale, 11 aprile).

Il picco del 2014

Padre Palmiro ha cominciato a compilare la lista a febbraio 2014. periodo in cui c’è stato un picco di morti per cancro. «Allarmato da questa situazione, fatto qualche riscontro con gli impresari delle pompe funebri, sono dovuto necessariamente scendere in campo».


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La messa per i morti di cancro

In quel periodo annunciò ai parenti delle vittime dei tumori che il giorno 28 del mese avrebbe celebrato una messa per ricordare i loro parenti. «Se volete darmi i nominativi dei vostri cari – disse loro Don Palmiro – li metterò in questa lista che leggerò durante la messa. Così la gente ha cominciato a portare i nomi. Quando celebro la messa i parenti sono contenti di sentire nominare i loro cari. Se non fosse stato così, per avere i nomi avrei dovuto fare qualche altro passaggio, ma la legge sulla privacy me l’avrebbe impedito».

Paura di uscire allo scoperto

La lista, ad oggi, ha toccato quota 923, ma «può essere aggiornata solo se i parenti vengono liberamente a dare i nomi delle vittime di cancro, e purtroppo qui molta gente ha ancora paura a esporsi. Non arrivo a capire il motivo di questa paura, se non collegandola al fatto che si può essere oggetto di ritorsione da parte delle aziende».

«Chi più o chi meno – sentenzia il prete di Augusta – qui tutti hanno parenti che lavorano nel polo petrolchimico, potrebbero fare qualche tipo di pressione».


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Il Consiglio dei Ministri

Il prossimo passo dopo la petizione? Il sacerdote ha le idee chiare. «A mio avviso occorrono due elementi – dice sempre a TPI – Innanzitutto, che il Consiglio dei ministri affronti il problema, facendo una riunione operativa qui sul posto. Qualche anno fa c’è stato il G8 a Siracusa, io propongo di farlo qui in mezzo ai fumi del polo petrolchimico, che la gente sopporta continuamente. Condividendo i disagi della popolazione anche i politici si smuoverebbero per fare qualcosa.

Aree Sin

L’altra idea che ha proposto è che, visto che l’età media qui si è abbassata, «perché non fare una legge per gli abitanti delle aree SIN (Sito di Interesse Nazionale ndr), che consenta loro di andare in pensione qualche anno prima, per godersi un po’ la pensione? Perché qui – conclude – c’è la maledizione che appena arrivano a quell’età, ammesso che ci arrivino, dopo pochi mesi arriva la mazzata: hanno il cancro e molti sono in una fase talmente avanzata da non avere speranza».




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