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Paolo Vallesi: “Io mi voglio ispirare agli insegnamenti di Gesù”

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Paolo Vallesi Instagram Page

Silvia Lucchetti - pubblicato il 11/04/19

Il cantautore fiorentino ha da poco vinto la seconda edizione del programma Ora o mai più. In un'intervista ha parlato della sua fede e dei pellegrinaggi a Medjugorie, Fatima e Lourdes.

Oggi è uscita su Credere una bella intervista a Paolo Vallesi, il cantautore toscano che tutti conosciamo per “La forza della vita”, un brano splendido che cantò a Sanremo nel 1992 classificandosi al terzo posto.

«(…) si parla di una forza vitale che è dentro di noi, più forte della persona stessa. Quando le difficoltà ci sembrano insormontabili c’è qualcosa di più grande di noi che ci viene in soccorso. In questi anni molte persone mi hanno testimoniato che grazie a questa canzone hanno superato i loro problemi» (Credere).

Vincitore di Ora o mai più 2

Per un po’ di tempo, pur continuando a cantare e a fare il musicista, si è allontanato dal mondo dello spettacolo, per scelta ha dichiarato in più occasioni, ma quest’anno il pubblico ha potuto godere del suo talento grazie alla sua partecipazione al programma Ora o mai più 2condotto da Amadeus. Vallesi, accompagnato dalla coach Ornella Vanoni, ha incantato gli spettatori in studio e a casa sin dalle prime puntate e così si è guadagnato la vittoria. Grazie a questo risultato ha realizzato un cd contenente l’inedito Ritrovarsi ancora.

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«Non ho mai smesso di fare musica, e da poco avevo pubblicato un album. Ma non andavo spesso in tv, e agli occhi del grande pubblico ero un po’ scomparso. Per questo ho deciso di rimettermi in gioco» (Ibidem)

RENATO ZERO

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Suonare è stata da sempre la sua passione e il suo sogno, per questo ha accettato di partecipare ad Ora e o mai più per fare di nuovo arrivare al grande pubblico il suo grande amore per la musica:

«Sono sempre stato un musicista e non ho mai avuto voglia di mollare. Ho iniziato come pianista e poi sono diventato un cantautore, e ho anche lavorato come produttore di altri cantanti e come autore di colonne sonore. Fare musica è il mio sogno da quando ero bambino, e già dalla prima volta in cui suonai, in una pizzeria a Firenze, capii che era la mia strada» (Ibidem).

Cresciuto in parrocchia

Nell’intervista racconta di essere cresciuto in parrocchia, e proprio lì, nel cineforum sotto la chiesa che frequentava da ragazzino, si è esibito per la prima volta a 14 anni con la sua band. Un altro luogo sacro a cui è molto legato è il Duomo di Firenze:

«(…) Ma soprattutto la chiesa di via Allori, dove ho trascorso molto tempo da ragazzo. Allora le chiese erano luoghi di ritrovo. Ricordo che sotto la chiesa c’era un cineforum dove con la mia band a 14 anni ho eseguito le mie prime canzoni. Il parroco don Rugiadi era per noi una persona di riferimento. La mia adolescenza è stata segnata da un avvenimento molto brutto, la morte improvvisa per un ictus di un amico di 16 anni, che era anche il chitarrista della band. Noi ragazzi non ci staccavamo dalle sue spoglie, e il parroco ci disse: “Perché state lì con lui che tanto non è più in vita”. Quelle parole allora mi ferirono ma poi ho capito: solo il suo corpo era lì, ma la sua anima era altrove e che la sua vita doveva proseguire dentro di noi… E infatti ancora oggi di lui ho un ricordo vivo» (Credere).

Sono stato a Medjugorie, a Fatima e a Lourdes

La fede ha un ruolo importante nella vita del cantante, ha sentito sempre una grande attrazione nei confronti della nostra religione tanto da recarsi in pellegrinaggio nei santuari mariani, lì ha cercato il raccoglimento e la preghiera, perché “non basta credere ai dogmi cristiani, ma occorre avere uno stile di vita cristiano. Io mi voglio ispirare agli insegnamenti di Gesù che sono validi per tutti, sono universali”.

«Per me la religione è un argomento importante, sono per natura curioso, e mi sono sempre fatto tante domande. Che mi hanno spinto anche a recarmi a Medjugorie, a Fatima e a Lourdes. (…)Sono luoghi importanti, dove si respira una grande gioia, dove si capisce che le persone che vi si recano hanno dolori e speranze comuni, e lo scopo di lasciare un segno. Mi piace di meno la dimensione commerciale che ruota attorno ai luoghi santi. Il mio obiettivo è quello di trovare il silenzio e la preghiera» (Ibidem).

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Ha suonato davanti a San Giovanni Paolo II

Nel 2002 si è esibito a Toronto durante la Giornata Mondiale della Gioventù, un’esperienza indimenticabile:

«Ero legato all’associazione Giovanni Paolo II e ho fatto tanti incontri con i ragazzi. Ma suonare a Toronto nel 2002 davanti al Papa è stata un’esperienza bellissima. Si respirava un’atmosfera di serenità e pace. Cantavo di fronte a giovani di tutto il mondo» (Credere).

Il viaggio in Burkina Faso

Grazie alla Nazionale cantanti ha potuto conoscere la realtà del movimento Shalom e recarsi in Burkina Faso, il settimo Paese più povero al mondo, per portare i soldi raccolti in due partite:

«Ci sono stato lo scorso anno per quindici giorni con don Andrea Cristiani del movimento Shalom. Era la prima volta che andavo in Africa. (…) Purtroppo è al crocevia del traffico di armi. Lì il movimento Shalom ha costruito una scuola solo per ragazze, che altrimenti non avrebbero la possibilità di studiare. Quando ero lì, ci fu una Messa a cui ha assistito anche un imam. Io portavo i soldi raccolti in due partite della Nazionale cantanti, destinati alla costruzione di 100 pozzi. Nei villaggi non esiste l’acqua potabile e si propagano le malattie. I nostri pozzi attingono l’acqua a 100 metri di profondità salvando centinaia di bambini. Una delle immagini più belle che conservo è stato proprio il primo zampillo di questa acqua, simbolo di vita».

La forza della vita che sorprende sempre, anche e soprattutto in mezzo alla sofferenza e alla miseria materiale o spirituale.


RICKY MEMPHIS

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