Pieve di Cento è un comune di circa sette mila anime in provincia di Bologna, stamattina le troupe televisive sono comparse in paese. Cosa porta al centro dell’attenzione mediatica questa tranquilla zona di provincia?
Volendo presentare la cosa in modo paradossale, si potrebbe dire che si volevano lasciare i cittadini all’oscuro di un oscuramento, ma poi tutto è finito sotto le luci dei riflettori. Cercando di avvicinarci all’argomento in modo meno poetico si può dire che ha lasciato perplessi molti cittadini di Pieve di Cento la proposta del Comune di allestire un’oscuramento nella cappella del cimitero del paese per coprire i segni religiosi e le tombe durante le funzioni laiche di sepoltura: la cappella del cimitero, insomma, dovrebbe essere fornita di un sistema di teli che in certi momenti potranno oscurare i simboli religiosi e anche le tombe presenti, a chi non gradisce l’aspetto cristiano della sala.
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La notizia di questa idea era stata data attraverso il giornale di paese, a margine – e quasi di nascosto – di un pezzo dedicato al grande ampliamento del cimitero; chi si è accorto della proposta di oscuramento, ha chiesto ragioni al sindaco e alla Giunta e si è trovato di fronte non più a un’ipotesi ma a un progetto preciso, con spese preventivate e gestione dell’appalto già a verbale.
Le elezioni comunali sono alle porte e il clima politico acceso ha generato attorno alla vicenda una nube di voci e rimpalli reciproci che rischia di far perdere il senso di orientamento nella vicenda. Abbiamo cercato di parlarne coi diretti interessati; ci ha offerto un panorama della situazione e la sua opinione personale Cristina Tassinari, candidata sindaco della lista civica La Tua Pieve. Gli elementi che suscitano domande sono vari, tra tutti uno: il progetto di cui farebbe parte questo oscuramento riguarda un ampliamento complessivo del cimitero del valore di circa 1 milione di euro, perché oscurare un luogo a cui la tradizione del paese è legata? Perché non costruire un altro luogo che possa ospitare chiunque non abbia alcuna confessione religiosa o professi una religione diversa da quella cristiana? Perché la soluzione di oscurare, che anche a livello simbolico richiama metodi e visioni contrarie a una democrazia, e farlo in un campo santo?
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Ecco il racconto e le riflessioni della candidata sindaco Tassinari.
Gentile Cristina, può ricostruire per i lettori di Aleteia For Her le fasi di questo dibattito che è esploso riguardo al cimitero della sua città?
Buongiorno, certo. Il Comune di Pieve di Cento pubblica Cronache, un giornale locale in cui si racconta la vita cittadina. Il numero uscito a marzo risente fortemente del clima elettorale in corso: l’amministrazione scrive dettagliatamente cosa è stato fatto in questi anni e cosa sarà fatto. Tra le opere elencate si parla di un progetto di ampliamento del cimitero, si parla di costruzione di nuove tombe, di una zona per lo spargimento delle ceneri e altro. Poi alla fine dell’articolo compare questo passaggio: “Per rispondere alla richiesta di poter utilizzare l’attuale cappella, oltre che per funzioni religiose cattoliche anche per riti di cerimonie laiche o di altre religioni, il progetto prevede l’installazione di un sistema di oscuramento motorizzato con teli di tessuto sintetico, che appunto consentiranno all’occorrenza di coprire temporaneamente le immagini sacre e le tombe di famiglia situate alle pareti della cappella.”
La lettura dell’articolo ha generato reazioni nel paese, che è fortemente legato alle proprie tradizioni. Da comune cittadina ho deciso di andare ad assistere alla seduta del consiglio comunale che si è tenuta proprio poco dopo l’uscita del giornalino. In quell’occasione un’esponente della lista di centro destra, che è all’opposizione in Giunta (l’attuale sindaco appartiene a una lista civica a chiara connotazione PD), ha fatto un’interpellanza in merito alla proposta di oscuramento della cappella, facendosi portavoce delle proteste raccolte dai cittadini. A questa interpellanza è stato chiamato a rispondere l’attuale vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Luca Borsari, che è anche candidato sindaco alle prossime elezioni. Borsari ha confermato quello che è scritto sul testo dell’articolo pubblicato ed ha motivato la decisione dicendo che il progetto è nato da una richiesta dei cittadini.
Chi sarebbero questi richiedenti? In qualche giornale si chiamano in causa i fedeli musulmani: è vero o è solo per alimentare il clamore?
È un punto decisivo, perché non è assolutamente chiaro chi ha generato questa richiesta. Io non farei oggetto di polemica i cittadini musulmani, ma piuttosto l’assenza di chiarezza su chi ha formulato al Comune la richiesta. Borsari è stato vago, ha affermato che le richieste sono state molte, ma poi ha aggiunto che, alla prova dei fatti, l’oscuramento capiterà molto di rado. Dunque? Sono o non sono in molti quelli che hanno richiesto la cosa, se se ne usufruirà solo raramente? E perché questa vaghezza nel non dire chi richiede un’opera che ferisce la sensibilità di molti cittadini?
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Come si è conclusa la seduta del Consiglio comunale?
Nella seduta del consiglio comunale il progetto sul cimitero è stato approvato con un solo voto contrario, poi come di norma è stato mandato ai consiglieri il verbale della seduta da firmare. In questo verbale è ripetuto esattamente quanto comparso nel giornale, ma risulta chiaro che non è una semplice ipotesi: il verbale parla di una delibera della giunta e c’è già un’assegnazione di appalto. Relativamente al progetto di oscuramento è già calcolato il prezzo dei teli, intorno ai mille euro. L’importo complessivo dei lavori al cimitero è attorno al milione di euro. L’esponente dell’opposizione aveva chiesto, a fronte di cifre così alte da impiegare, perché non valutare la costruzione di uno spazio aconfessionale piuttosto che l’oscuramento di un luogo a cui l’affettività dei cittadini è legata. La domanda è stata elusa.