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Perché il sacerdote si lava le mani a Messa?

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Shutterstock-Renata Sedmakova

Padre Henry Vargas Holguín - pubblicato il 09/04/19

Qual è il valore simbolico del rito dell'abluzione delle dita con acqua?

Nella Messa, dopo l’incensazione di doni posti sull’altare, della croce, dell’altare e del sacerdote che presiede la celebrazione, questi si lava le mani.

L’Ordinamento Generale del Messale Romano afferma che “il sacerdote si lava le mani a lato dell’altare; con questo rito si esprime il desiderio di purificazione interiore” (OGMR, 76).

Il numero precedente dice cosa fare prima della preghiera sulle offerte e perché.

Le mani del sacerdote, unte nel giorno dell’ordinazione sacerdotale, vengono lavate perché il presbitero dev’essere consapevole della grande purezza interiore che deve avere per offrire il sacrificio.


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Si tratta di un’abluzione, una purificazione con acqua (non un atto di igiene) di alcune parti del corpo prima di determinate azioni religiose.

Il gesto di lavare le mani da parte del sacerdote (insieme a una preghiera prescritta e realizzata in silenzio) non è opzionale, a differenza di altri riti che possono invece esserlo.

Che sia obbligatorio lo vediamo nella redazione dei testi, perché una cosa è dire “Il sacerdote… (farà questo o quello)”, e un’altra è dire “Il sacerdote può… (fare questo o quello)”.

Il documento intitolato Il Sacerdote all’Offertorio della S. Messa, dell’Ufficio per le Celebrazioni Liturgiche del Papa, afferma che “attualmente, il lavabo è un’azione puramente simbolica, come si deduce dalla formula impiegata, come pure dal fatto che, in genere, si lavano unicamente le punte delle dita indice e pollice – quelle che toccheranno la sacra Ostia. Possiamo dire che il rito esprime il desiderio di purificazione interiore. Di qui che alcuni abbiano proposto e continuino a proporre la soppressione di questo rito. Non condividiamo quest’idea, perché pensiamo che esso ha un chiaro valore catechetico e inoltre rappresenta un rinnovato atto penitenziale per il sacerdote, che in quel momento si dispone all’azione eucaristica e si prepara ad essa. Allo stesso tempo, come nota Lodi, la formula che accompagna il gesto del lavabo delle mani è presente già dall’antichità cristiana come uso solenne, praticato prima che il sacerdote si raccolga in orazione, come testimoniato da Tertulliano e dalla Traditio apostolica”.

Dove si svolge questo rito? All’angolo dell’altare (non al centro). I ministri straordinari dell’altare o gli accoliti (o in mancanza i chierichetti) lavano le mani del sacerdote. Se non c’è un ministro, il sacerdote lo fa da solo.

Bisogna distinguere tra abluzione e purificazione sia delle dita che degli oggetti liturgici o vasi sacri (tra cui il calice e la patena, OGMR, 327).

Nel caso delle dita, “ogni volta che qualche frammento di ostia rimane attaccato alle dita, soprattutto dopo la frazione o dopo la Comunione dei fedeli, il sacerdote asterga le dita sulla patena, oppure, se necessario, lavi le dita stesse” (OGMR, 278).

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