Questa martire della Guerra Civile Spagnola ha condotto una vita semplice e santa, ispirando fin da quando era bambina chi la circondavaEra il 14 aprile 1905 quando Angela Ginard Marti si inginocchiò davanti all’altare. Vestita di bianco e con le mani giunte, alzò la testa e tese la lingua per ricevere la sua Prima Comunione. Fu un momento decisivo. Mentre Gesù entrava nel suo cuore seppe che Dio la stava chiamando alla vita religiosa.
Angela era nata il 3 aprile 1894 a Maiorca, in Spagna. Già da giovane mostrava di avere notevoli qualità spirituali. Il suo desiderio di vita religiosa era promosso non solo dai genitori, devoti cattolici, ma anche dai suoi frequenti viaggi con la madre a far visita alle zie, entrambe suore.
Angela assisteva alla Messa più spesso possibile e si recava spesso a pregare davanti al tabernacolo. L’esempio delle zie ebbe un forte effetto su di lei, che iniziò a insegnare ai fratelli e alle sorelle più piccoli come pregare, spiegando loro il catechismo e raccontando storie di santi.
Le responsabilità familiari la trattennero a casa fino al 26 novembre 1921, quando entrò nel convento della Congregazione delle Sorelle Zelanti dell’Adorazione Eucaristica. Prese il nome di María de los Ángeles e si adattò rapidamente alla vita comunitaria, divenendo un esempio di bontà, pietà e obbedienza per le consorelle. In suor María c’era qualcosa di sottile e soprannaturale che tutte loro riconoscevano.
Angela ricevette l’abito nel maggio 1922, e l’anno successivo fece la prima professione dei voti. Venne trasferita a Madrid quando li rinnovò nel 1926, ed emise i voti finali a Barcellona nel 1929. Divenne ricamatrice principale delle tovaglie d’altare e venne incaricata di preparare il pane non lievitato usato per fabbricare le ostie. Amava la sua vita semplice e santa.
Esempio luminoso di umiltà, rimase piuttosto sorpresa quando venne nominata Madre Superiora del convento di Madrid. Era lì nel 1936, quando scoppiò la Guerra Civile Spagnola e si scatenò la persecuzione religiosa contro tutto ciò che era cattolico, soprattutto clero e religiosi.
Non sapendo cosa fare, la suora iniziò a trascorrere più tempo che poteva davanti al Santissimo Sacramento, mise le sue paure e le sue ansie nelle mani di Dio e gli offrì anche la sua vita come martire se quella fosse stata la Sua volontà.
Il 20 luglio 1936, insieme alle consorelle, camuffata, lasciò il convento. Prima che si disperdessero, María disse loro: “Vi prego di non preoccuparvi. Tutto ciò che possono fare è ucciderci, nient’altro”. Sorprendentemente, queste parole confortarono tutte.
A suor María venne permesso di nascondersi nell’appartamento di una famiglia che viveva vicino al convento. Dalla finestra poteva vedere i soldati distruggere la chiesa, il convento e gli oggetti religiosi, statue comprese. La distruzione intenzionale di tutto ciò che le era caro la addolorò molto, e fu forse peggio che essere uccisa.
La sera di martedì 25 agosto 1936 si sentì bussare forte alla porta e gridare. La sorella del proprietario aprì la porta e venne immediatamente arrestata.
Suor María arrivò da un’altra stanza e disse severamente ai soldati: “La donna che avete preso NON è una religiosa. Io sono l’unica religiosa qui”. I soldati rilasciarono la sorella del proprietario e legarono le mani di suor María, che venne portata in una cella di custodia vicina. Un soldato le disse: “Domani farai la ‘passeggiatina’”. Tutti sapevano cosa volesse dire.
La mattina dopo, quando il sole era ancora all’orizzonte, suor María intraprese quella “passeggiatina” verso Dehesa de la Villa. Rimase eretta di fronte al plotone d’esecuzione e stava pregando quando i proiettili le crivellarono il corpo, ponendo fine alla sua vita terrena.
In seguito il cadavere venne recuperato, e oggi riposa nella cappella del convento a Madrid. Suor María de los Ángeles è stata riconosciuta come uccisa “in odium fidei” (in odio alla fede) ed è stata beatificata il 29 ottobre 2005.
Suor María de los Ángeles, prega per noi.