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Un altro santo delle cause impossibili, che in vita ha realizzato centinaia di miracoli

Saint Vincent FERRER
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Padre Patrick Briscoe - pubblicato il 06/04/19
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Ardente predicatore e frate diligente, ovunque andasse i malati e i morenti guarivanoOggi, 5 aprile, è il 600° anniversario della morte del frate domenicano San Vincenzo Ferrer, e la sua festa. È un santo domenicano poco noto – o almeno lo era per me fino a quando sono entrato nell’Ordine domenicano. Nella Chiesa universale, altre figure come quelle di Tommaso d’Aquino, Alberto Magno, Caterina da Siena e Martín de Porres sono indubbiamente più familiari.

Ma chi era quest’uomo?

È chiamato “il taumaturgo”. La parola greca thaumaturgus (θαυματουργός) significa operatore di miracoli. San Vincenzo Ferrer appare spesso tra santi come l’apostolo Giuda, Filomena e Rita da Cascia, noti come intercessori nei casi difficili, veri operatori di meraviglie.

Quanti miracoli ha realizzato Vincenzo Ferrer nel corso della sua vita? L’Acta Sanctorum, un testo enciclopedico del XVII secolo redatto da un team di Gesuiti, ne registra 873. Questi stessi studiosi affermano che liberò 70 persone dalla possessione demoniaca. In un’altra fonte, Sant’Antonino (arcivescovo domenicano di Firenze) sostiene che abbia risuscitato 28 persone dai morti.

Qualunque sia il numero dei miracoli che ha realizzato, ovunque Vincenzo Ferrer andasse i malati e i morenti accorrevano da lui e venivano guariti.

Il santo stesso beneficiò di una cura straordinaria. Debole per le estreme penitenze e stremato dal suo ministero di predicatore, il 3 ottobre 1398 era sul letto di morte. Quel giorno gli apparvero San Domenico e San Francesco, che si inginocchiarono e pregarono al suo capezzale. Poi apparve il Signore Gesù, che stese la mano e toccò Vincenzo. Al tocco della Mano Divina recuperò la salute, e avendo ricevuto una missione divina portò avanti la sua predicazione.

Teologo papale

Vincent Ferrer visse per un certo periodo alla corte papale di Avignone. Per uno scherzo della Provvidenza, il cardinale Pietro de Luna, che lo aveva ordinato sacerdote, era diventato l’antipapa Benedetto XIII.

Era un’epoca caratterizzata da imperi cristiani cadenti: sia l’Impero d’Occidente che quello d’Oriente stavano infatto crollando. Italia, Spagna, Francia e Inghilterra vivevano grandi turbolenze politiche, e perfino la Chiesa era lacerata. “E in tutto questo caos, con la putredine della carne che copriva quella dell’anima, c’erano due Papi, nessuno dei quali certo e in lotta l’uno con l’altro, a guidare la barca di Pietro. Dove stava andando il mondo? Verso l’annientamento” (Henri Gheon, Vita di San Vincenzo Ferrer).

Con la chiarezza di un angelo, Ferrer vide la malattia del peccato che stava consumando le anime e vi si ribellò.

Dopo aver sostenuto l’antipapa Benedetto XIII per molti anni, cercando di persuaderlo gentilmente ad abdicare, alla fine Vincenzo Ferrer venne costretto a concludere che Benedetto non aveva rivendicazioni legittime sul papato. Salendo sul pulpito durante il Concilio di Perpignan, denunciò l’antipapa. Alla fine lo Scisma d’Occidente si sarebbe concluso a Costanza (senza la presenza del santo) con l’elezione di papa Martino V.

Profeta del destino

Nell’arte, San Vincenzo Ferrer viene spesso rappresentato con le ali angeliche mentre tiene in mano una tromba. Fu un ardente predicatore, che chiedeva penitenza e fedeltà al Vangelo. Trascorse buona parte della sua vita come predicatore itinerante, viaggiando di città in città, evangelizzando e ascoltando Confessioni.

Ferrer ricordava ai suoi ascoltatori gli angeli del libro dell’Apocalisse, che armati di tromba risvegliano gli uomini al pentimento (Ap 8-10). Predizioni del Giorno del Giudizio alla mano, instillava la paura nel cuore degli uomini.

E tuttavia il Giorno del Signore, il Giorno del Giudizio, non arrivò durante la sua vita. Vuol dire che questo grande santo è stato un fanatico deluso? Sbagliava a ventilare una catastrofe imminente?

Un modo per rispondere a questa domanda è considerare il fatto che nelle Scritture veniamo tutti avvertiti: “Ora avviene il giudizio di questo mondo; ora sarà cacciato fuori il principe di questo mondo” (Gv 12, 31). Ciascuno si troverà davanti al trono del giudizio di Dio, dovendo rispondere di ogni peccato commesso.

Un’altra possibilità è che Dio abbia fatto giocare a Vincenzo Ferrer il ruolo dell’intercessore, come Abramo o Giona. Forse per la sua predicazione e per il pentimento del popolo, Dio ha fermato la sua mano.

Domenicano esemplare

Vincenzo Ferrer ha seguito la stessa routine per tutta la vita. Si unì all’Ordine domenicano a 18 anni nella sua Valencia (Spagna) natale, e rimase fedele alle esigenze della vita religiosa. Era un teologo diligente e si dedicava alla contemplazione. Noto per il suo amore e per il fatto di cantare a Messa ogni giorno, per le penitenze rigorose e la natura sollecita che dimostrava nei confronti di tutti i bisognosi, sembrava un altro San Domenico. Servì come priore a Valencia, ufficio che manifestava la stima che i confratelli domenicani riponevano in lui.

Sono passati ormai dei secoli dalla sua vita e dalla morte, ma molti fedeli si affidano ancora alla potente intercessione di San Vincenzo Ferrer, e tutti noi dovremmo presentargli le nostre più grandi necessità. San Vincenzo Ferrer, prega per noi!