A volte un sacerdote viene chiamato “monsignore”. Cosa significa?
Storicamente parlando, il titolo “monsignore” veniva usato per indicare la maggiore parte dei membri con più alto grado ecclesiale. I cardinali e i vescovi venivano ad esempio chiamati spesso “monsignori”, e in alcune lingue è ancora così.
Nel corso del tempo, come sottolinea Catholic Encyclopedia, l’uso del termine è stato ristretto a “quanti, in virtù di qualche distinzione concessa loro, appartengono per così dire alla famiglia e al seguito del Santo Padre”.
Questi sacerdoti sono ora noti come “Casa Pontificia”, e il titolo onorario di “monsignore” si riferisce essenzialmente ai sacerdoti che hanno certi privilegi e sono particolarmente vicini al Papa. A livello di rango simbolico sono superiori ai sacerdoti ordinari, ma inferiori nell’Ordine Sacro rispetto ai vescovi.
Per molti anni il vescovo locale suggeriva al Santo Padre dei nomi per questo titolo, in genere sacerdoti con più di 35 anni con oltre 10 anni di presbiterato alle spalle.
All’inizio del suo pontificato, però, Papa Francesco ha cambiato i requisiti per il titolo onorario di “monsignore”, portando l’età richiesta a 65 anni.
Nella maggior parte dei casi, “monsignore” è semplicemente un titolo che dimostra molti anni di dedizione nel ministero sacerdotale, e riconosce l’azione di un presbitero al servizio del Signore.