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Qual è il segreto di Gesù? l’amore del Padre!

NEWBORN AND FATHER

Di Max Topchii - Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 03/04/19

Ma la buona notizia del Vangelo è sapere che questo segreto di Gesù non è solo per Lui. Gesù è venuto a dare a ciascuno di noi un Padre.

Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. (Gv 5,17-30)

“Ma Gesù rispose loro: «Il Padre mio opera sempre e anch’io opero». Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. C’è una cosa insopportabile per i contemporanei di Gesù: la strettissima vicinanza con cui Egli tratta con Dio fino al punto da chiamarLo Padre. Il problema è che non è un modo di dire, Egli è veramente il Figlio di Dio. E il segreto di Gesù è esattamente in questa relazione con il Padre. Forse una volta nella vita ci sarà capitata una cosa simile, che seppur non reggerà il paragone, almeno ci darà un’idea. Una volta nella vita ci sarà capitato di sentirci talmente tanto voluti bene da qualcuno, di sentirci importanti agli occhi di qualcuno, da trovare proprio in questo la forza per affrontare tutto, anche le cose più difficili. È faticoso affrontare la vita se non ti senti voluto bene da qualcuno, se non ti senti addosso un po’ di fiducia, se non senti un’appartenenza. Gesù aveva questa forza: l’Amore del Padre. “Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati”. Ma la buona notizia del Vangelo è sapere che questo segreto di Gesù non è solo per Lui. Gesù è venuto a dare a ciascuno di noi un Padre. A dare a ciascuno di noi un amore affidabile, uno sguardo di fiducia, un’appartenenza. È proprio in questa relazione con Lui che troviamo la forza di affrontare la vita. Nessuno è più affidabile di Lui. Nessuno può rendere questo viaggio un viaggio che porta davvero da qualche parte se non Lui. “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. È Gesù il sacramento che ci conduce davvero al nostro destino. In maniera evidente o a volte nascosta è però sempre Lui l’unico Salvatore del mondo. Aveva ragione allora San Paolo VI quando rivolgendosi a Gesù lo pregava così: “Tu ci sei necessario!”. (Gv 5,17-30)

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