Un' Ave Maria dopo l'altra mi affido al suo abbraccio, non servono altre parole perché Lei mi legge nel cuore.
Ave Maria
La prima volta che ti chiamo “mamma” alzo la testa dalla scrivania, da quello che sto facendo un po’ distratta, mentre sto ancora pensando a qualcos’altro, mentre la mente è ancora un attimo da un’altra parte. E ti chiamo piano, quasi sovrappensiero.
Poi arriva la seconda
e questa volta la voce è più forte e chiara. Tu la senti anche da in fondo al corridoio e alzi la testa, tendi l’orecchio.
stai già lasciando perdere quello che stai facendo, una qualunque delle cose che fanno le mamme tipo pelare le patate, stirare le camicie, correre dietro a qualche altro figlio e per quando ti chiamo la quarta volta,
Ave Maria,
ti sei già pulita le mani sul grembiule e stai venendo da me. Sento quei passi veloci nel corridoio. Le mamme hanno sempre fretta, devono fare presto se un figlio chiama anche solo perché vuole un abbraccio. E poi finché non sono lì c’è sempre l’ansia del “e adesso cosa sarà successo?!”. Eccoti.
La quinta Ave Maria.
Lì, sulla porta della camera, all’ingresso del cuore che chiedi “Cosa è successo?!”. Allora mamma non restare lì sulla porta, ti chiamo ancora,