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State vivendo un periodo di freddezza spirituale?

Ansia

Sabphoto | Shutterstock

Livres de todo mal - pubblicato il 01/04/19

Bisogna tornare a pregare!

di Danilo Gesualdo

In questi ultimi giorni ho riflettuto su una cosa che sta accadendo a molti di noi, a molte delle nostre comunità, parrocchie e gruppi di preghiera, che sembrano a poco a poco entrare in un certo tipo di raffreddamento spirituale. Non pregano più come facevano all’inizio, non condividono più come prima, le riunioni carismatiche di preghiera sono diventate un gruppo di canto, in cui non si vede e non si sperimenta la presenza dello Spirito, non si vedono più i doni esercitati come in passato…

Sembra che le persone abbiano più difficoltà a pregare, e che quel breve momento di preghiera prima di andare a dormire sia diventato sufficiente perché la persona possa dire di essere stata con Dio e di essere riuscita a pregare quel giorno…

Sembra che a volte la consapevolezza della misericordia di Dio sia diventata il motivo per pregare poco; “alla fine dei conti Dio è misericordioso e sa che oggi non siamo riusciti a pregare…” In genere le nostre scuse sono di questo tipo.

Quando programmiamo un determinato tempo per pregare sembra che la nostra preghiera non progredisca, che la nostra testa sia piena di cose. Alcune persone sono capaci di dire che cose di questo tipo avvengono perché in realtà stiamo maturando nella nostra vita di preghiera, stiamo progredendo e per questo non sentiamo l’entusiasmo degli inizi, il fervore dei primi tempi, perché queste cose sono per principianti. Il problema che constato e che mi spaventa è che a volte la nostra spiritualità attraversa momenti di aridità, tempi di deserto, che ci aiutano a maturare, ma quello che molte persone stanno vivendo è in realtà un RAFFREDDAMENTO SPIRITUALE, pensando che stanno vivendo un tempo di deserto…

Esiste una grande differenza tra RAFFREDDAMENTO e DESERTO.

Papa Benedetto XVI ha scritto che l’esperienza del deserto e del vuoto ci aiuta a “riscoprire il valore di ciò che è essenziale per la vita”. Con quest intendo che dopo un periodo di DESERTO la persona tornerà a sperimentare la grazia di quello che significa essere di Dio, e così la sua vita di preghiera avrà frutti nuovi e buoni. Ma non è questo che ho visto, e neanche quello che le persone hanno condiviso con me.


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Esiste anche un grande desiderio di essere di Dio, di fare la sua volontà, ma è come se la persona non riuscisse a muoversi, non riuscisse ad avanzare, e anche sapendo che bisogna pregare la persona non prega! E se prega, prega poco pensando che sia sufficiente!

Non vediamo più i nostri gruppi di preghiera pieni come prima, e molti dicono che è perché i gruppi di preghiera sono cresciuti molto e le persone si sono disperse, ma vedo che si sono disperse tanto che non riusciamo neanche più a trovarle, perché i gruppi di preghiera si sono svuotati, le équipes dei gruppi non vanno più bene, e quando cercano di riunirsi c’è sempre una persona che ama creare problemi e inizia dire che non serve riunirsi tutte le settimane, che non serve pregare insieme, e che attribuisce la responsabilità – che in realtà deriva dalla sua pigrizia spirituale – a Dio, dicendo che Egli ascolta ciascuno anche a casa sua e che l’équipe può pregare senza aver bisogno di riunirsi…

Quando le cose iniziano a diventare meno burocratiche, e non sto parlando di organizzazione, ma di burocrazia, quando una persona chiamata da Dio a condividere la Parola ai fratelli si mette a servizio e prega, arriva questo o quello a dire che non può, perché deve seguire due mesi di corso interno eccetera. È un’assurdità! E pensate che cose del genere non accadano?

Il vero rinnovamento può avvenire individualmente o in gruppo solo se esiste la forza della preghiera. Senza la preghiera non si ravviveranno i doni, i carismi, non ci sarà un rinnovamento nella propria vita né in quella della propria famiglia! Dio è Dio, non si lascia ingannare! Non tentate di fingere con Dio che avete pregato! Vi conosce, e non basta dire che conosce il vostro cuore, perché il desiderio di cambiamento non converte nessuno! Il desiderio di cambiamento irrigato dalla preghiera fa tutta la differenza!

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica esistono parole vive, piene di saggezza del cielo e della Chiesa, che ci insegnano la via da seguire.

Al numero 2697, il CCC dice: “La preghiera è la vita del cuore nuovo. Deve animarci in ogni momento. Noi, invece, dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro Tutto”.

È una grande verità! Incontriamo Dio, riceviamo il Suo amore e il Suo perdono. Dio ci ha dato un cuore nuovo e sappiamo che riceviamo un nuovo cuore da Dio! È solo che la vita depositata in questo nuovo cuore viene a poco a poco soffocata. A poco a poco questo cuore diventa pesante, sembra che la vita di questo cuore nuovo che ci è stata data viva un’agonia, fino ad arrivare alla morte!

E perché succede questo?

“La preghiera è la vita del cuore nuovo e deve animarci in ogni momento”. Avviene proprio perché non preghiamo! Perché non diamo priorità a Dio, alle cose di Dio, ai momenti di stare con Lui! Il cuore nuovo sarà sempre nuovo solo se manteniamo la nostra vita di preghiera, perché è solo attraverso la preghiera che troviamo Dio! Non c’è altra via se non la preghiera. A volte, però, cominciamo bene il nostro cammino, ma col passare del tempo cosa succede? Ci aiuta a capirlo il Catechismo: “Dimentichiamo colui che è la nostra Vita e il nostro Tutto”, e smettiamo di dare la priorità a Dio!


MAN IN DESERT

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Il Catechismo ci illumina ancor di più quando dice: “« È necessario ricordarsi di Dio più spesso di quanto si respiri ». Ma non si può pregare « in ogni tempo » se non si prega in determinati momenti” (CCC, n. 2697)

Non possiamo intraprendere le attività che ci consumano nella nostra quotidianità se a volte non ci fermiamo per pregare, e preferibilmente da soli, noi e Dio! Anche se le nostre attività sono tante e volte all’evangelizzazione, se di tanto in tanto non ci fermiamo per pregare non riusciremo ad essere una persona che si può dire preghi sempre!

Come missionario della Comunità Canção Nova, lavoro al 100% per l’evangelizzazione. Se in qualche momento non mi fermo per pregare non prego con la mia vita! Padre Jonas Abib è il nostro più grande esempio di un uomo che lavora molto ma senza smettere mai di pregare! Anche con la sua età avanzata, e pur non avendo lo stesso vigore fisico che aveva 10 anni fa, prega sempre. Ha capito e ci insegna con la propria vita che “la preghiera è la vita del cuore nuovo, e deve animarci in ogni momento”.

Se per qualsiasi motivo siete scoraggiati, se capite che siete diventati spiritualmente freddi, se capite che il vostro gruppo di preghiera non ha più la forza e le esperienze dello Spirito del passato, è il momento di pregare. È il momento di fermarsi e programmare come si condurrà la propria vita di preghiera con Dio, o la vita di preghiera del proprio gruppo, della propria pastorale… È il momento di pregare davvero!

Chiedo scusa se mi sono dilungato, ma il mio cuore vuole ravvivarsi, anela allo Spirito Santo, e so che questo avverrà solo se torneremo a pregare!

Ho imparato che uno dei primi punti del raffreddamento spirituale che stiamo vivendo è la conseguenza della mancanza di preghiera. Torniamo a pregare, impegniamoci! I frutti verranno sicuramente!

Preghiamo:

“Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della Terra!”

Dio vi benedica!

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