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In difesa dei cristiani scontrosi

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David Breitenbeck - pubblicato il 29/03/19

Non tutti i cristiani sono gradevoli e simpatici. Ecco 3 cose da tenere a mente se gli scontrosi siete voi o qualcuno che amate...

Una volta è stato chiesto all’autore Evelyn Waugh come conciliava la sua fede cattolica con il suo caratteraccio e la sua personalità aggressiva. “Non avete idea di quanto sarei ancor più cattivo se non fossi cattolico”, rispose. “Senza l’aiuto soprannaturale sarei a malapena un essere umano”.

Questa affermazione richiama un principio importante, ovvero il fatto che non ogni cristiano è gentile, gradevole o particolarmente equilibrato. Nella Chiesa, però, c’è spazio per tutti, incluse le persone dal brutto carattere e poco socievoli, perché alcuni non sono semplicemente fatti per trovarsi bene con la maggior parte degli altri esseri umani, non avendo pazienza per quello che sembra loro un nonsenso. Non riescono a fingere facilmente interesse per le questioni altrui, e possono trovare estenuante il fatto di trovarsi per tutto il tempo tra altri esseri umani.

Alcuni di questi atteggiamenti possono essere aiutati con la pratica e un aumento delle virtù, che rende ogni uomo e ogni donna più gradevole e caritatevole, ma ci saranno sempre delle persone che non si trovano bene in compagnia, semplicemente perché non ci sono portate.

Queste persone si sentono spesso in imbarazzo: sanno che come cristiani dovrebbero amare il prossimo ed essere buoni con gli altri, ma possono pensare che la compagnia altrui sia emotivamente sfibrante e spesso irritante. Spesso potrebbero pensare di essere dei cattivi cristiani – spalleggiati, va detto, da quanti sembrano equiparare l’amore cristiano al fatto di “essere gentili”. E allora, se siete uno di questi “cattivi” cristiani o ne conoscete uno, ecco qualcosa da tenere a mente…

La cosa più importante è come ci si collega a Dio

Se siete il tipo di persona che sto descrivendo, molto probabilmente a un certo punto della vostra vita allontanerete o offenderete altre persone. Se non siete naturalmente popolari può essere difficile. Probabilmente sentirete che è colpa vostra e che il motivo è che siete fondamentalmente manchevoli.

Ricordate, però, che tutte le persone hanno dei difetti, e che Dio conosce le lotte che affrontate. Concentratevi sull’essere graditi a Lui, non agli altri. In questo modo, non solo avrete più possibilità di avere successo, ma probabilmente scoprirete che vi trovate anche meglio con le persone. La sincerità e la buona volontà sono qualità molto attraenti, anche quando affiancate all’irritabilità, e se le coltivate la gente le riconoscerà e le valorizzerà.

Conoscete i vostri limiti

Una persona asociale o introversa ha bisogno di solitudine, buonsenso e ordine, cosa che si trovano più in certi luoghi che in altri. Non abbiate paura di declinare degli inviti o disdire impegni già progammati per trascorrere del tempo da soli. Non mettete troppo alla prova la vostra pazienza se potete evitarlo, visto che già in partenza probabilmente non ne avete troppa.

Limitare il tempo trascorso in ambienti stressanti, dove possibile, è spesso il modo migliore per evitare di essere poco caritatevoli o stizzosi. Le tentazioni sono già abbastanza forti senza che ci sia bisogno di peggiorarle. Se sapete che un certo tipo di incontro – ad esempio, una festa di famiglia o un’uscita serale – è per voi un’occasione per peccare, semplicemente non andateci, o non rimanete molto a lungo. Non è scortesia non volervi sovraccaricare.

Datevi la possibilità di sfogarvi

Una persona naturalmente irritabile spesso si sente dolorosamente limitata, quasi imprigionata, perché costretta per convenzione a non dire ciò che pensa e ad essere molto cauta al momento di esprimersi apertamente in compagnia. È importante avere qualche tipo di sfogo, in cui ci si sente nelle condizioni di essere del tutto onesti e diretti – non crudeli, ovviamente, ma almeno liberi dalle restrizioni di una conversazione “politicamente corretta”. Trovate un amico di fiducia e che la pensi in modo simile a voi disposto a farvi essere franchi, o scrivete ciò che pensate davvero in un diario privato. Ciò che conta è avere una situazione in cui poter essere apertamente se stessi, senza temere di danneggiare i propri rapporti sociali.

Ricordate, l’amore non è uguale ad “essere gentili”

Anche se si dovrebbe essere sempre gentili, cercare di mettere le persone a proprio agio e non ferire nessuno in modo intenzionale, la semplice gentilezza non è lo stesso dell’amore. Si può essere taglienti e diretti e al contempo mostrare amore.

Questa qualità dell’essere diretti, senza scendere compromessi o addolcire le cose, può poi permettervi di riuscire laddove altre persone “più gentili” non riescono. Se quello di cui una persona ha bisogno è una bella scossa, o una dichiarazione onesta di quello che è o non è vero, la gentilezza istintiva è spesso più un ostacolo che un aiuto. Non temete di essere diretti e di dire quello che pensate che una persona abbia bisogno di sentire – che le piaccia o no. Non siete privi di carità, e magari Dio vi ha messo nella vita dell’altro proprio perché siete l’unica persona disposta ad essere franchi.

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