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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 28/03/19

Gesù nel Vangelo di oggi guarisce un uomo muto a causa del male. Il segreto per difenderci da ciò che può farci il male è confidare nel Signore, e non in noi stessi.

Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. Ma alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. (Lc 11,14-23)

“Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate”. Molte volte mi ritrovo a combattere con il “demonio muto”. Lo incontro spesso nella gente che si viene a confessare o semplicemente a confrontarsi. Hanno un immenso desiderio di fare entrare aria pulita dentro il loro cuore ma c’è qualcosa che gli impedisce di aprirsi, di dire, di consegnarsi. C’è un mutismo che ci tiene prigionieri. Non trovare le parole significa molto spesso rimanere in gabbia, non riuscire a venire fuori dai pantani dove siamo caduti. Il male fa questo: trattiene le nostre parole. Lo fa usando la paura del giudizio, l’incomprensione, il pudore, la vergogna, la rassegnazione. Ci sono tanti validi motivi per cui non parliamo, ma è proprio quel mutismo che ci uccide. È sempre una forma di esorcismo vincere questa mancanza di comunicazione. Gesù, nel vangelo di oggi, guarisce un uomo così. E mi viene alla mente quando questo “demonio muto” assale anche me. So che l’unica cosa che mi salverà è trovare qualcuno che sia disposto ad ascoltarmi. Mi piace pensare che Gesù ha fatto così questo miracolo: ha dato a quell’uomo la possibilità di essere ascoltato. Ma la gente intorno è più preoccupata dal domandarsi con quale potere Gesù ha compiuto una simile guarigione. Non potrebbe forse essere il male a farci parlare? No, dice Gesù, il male non è così stupido da mettersi contro se stesso. E chi è capace di difendersi da questo male? Nessuno, specie chi confida troppo nelle proprie capacità: “Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino”. Ecco perché il segreto per difenderci da ciò che può farci il male è confidare nel Signore, e non in noi stessi. Che è un po’ come dire: “Smetti di pensare che puoi risolverti da solo i problemi. Se non ti lasci aiutare rimarrai prigioniero”. (Lc 11,14-23)

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