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5 doni meravigliosi che Dio ci offre nella Confessione

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ian Schneider / Unsplash

Catholic Link - pubblicato il 27/03/19

di Myriam Ponce

Il giorno della sua resurrezione, Gesù è apparso nel cenacolo in cui gli apostoli erano nascosti per paura della persecuzione da parte degli ebrei. Li ha salutati e ha detto loro: “«Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi». Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti»” (Giovanni 20, 21-23). In quel momento, è stato istituito il sacramento della Confessione.

Solo Dio perdona i nostri peccati, ma in virtù della sua autorità divina Gesù conferisce questo potere agli uomini perché lo esercitino nel Suo nome. È così che, per successione apostolica, sono stati gli apostoli a conferire questa missione ai sacerdoti, che la esercitano ancora oggi. Il Catechismo della Chiesa Cattolica considera la Confessione la chiamata di Gesù alla conversione, il ritorno al Padre, da cui l’uomo si è allontanato per via del peccato (CCC, n. 1424). Spesso si teme questo momento di fede perché richiede un grande sforzo per riconoscere le nostre mancanze. Forse, però, non lo abbiamo compreso bene.

Questo sacramento è un dono di Dio, in cui oltre che liberarci dal peso che ci opprime Egli manifesta la sua misericordia infinita e il suo sommo amore per noi, attraverso il suo perdono. Anche se è vero che il Battesimo, come dono dello Spirito Santo e come sacramento, ci ha resi santi e immacolati davanti a Lui, non sopprime la nostra fragilità umana dovuta alla natura. I nostri errori costanti sono quindi la prova della lotta mondana in cui, aiutati dalla grazia di Dio, cerchiamo di trionfare per raggiungere la santità e la vita eterna a cui Egli non cessa di chiamarci (CCC, n. 1426).

La confessione dei peccati, anche da un punto di vista umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Mediante la Confessione, l’uomo affronta i peccati di cui si sente colpevole, se ne assume la responsabilità e si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa per rendere possibile un nuovo futuro. Gli effetti del sacramento sono molti. Tra questi, possiamo ricordarne alcuni:

1. È una lezione di umiltà

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Sentirci imperfetti ci fa riconoscere la perfezione di Dio. È ben noto che confessarsi è una grazia e richiede umiltà. Chi si confessa ha avuto il coraggio di riconoscere il suo peccato e di umiliarsi, e questo è ammirevole.

2. Ci permette di avvicinarci a Dio

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Ricordate la parabola del figliol prodigo? Il Padre che accoglie con grande amore il figlio anche se questi si era perso nelle tante ricchezze che il padre gli aveva dato. Il figlio torna profondamente pentito e il padre lo aspetta a braccia aperte. È così che immagino Dio ogni volta che torniamo a Lui.

3. Rafforza la nostra fede

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La nostra fede viene messa alla prova a ogni Confessione. Ai sacerdoti è stata delegata la missione di aiutare la santificazione dei popoli. Non è un compito facile, e quindi dobbiamo avere fiducia nel fatto che il sacerdote seduto nel confessionale è l’anello che ci unisce a Cristo, perché è proprio così. Attraverso di lui, è Cristo stesso che ci sta perdonando.

4. La soddisfazione di tornare

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La Confessione è un atto di liberazione. I peccati confessati con pieno raziocinio vengono dimenticati, e si ricomincia daccapo.

5. Ci aiuta ad essere santi

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Attraverso la Confessione, Dio ci dona la grazia di lottare per le cose in cui ci confessiamo: non solo perdona, ma si impegna ad aiutarci a superare le difficoltà nella nostra vita. La Confessione frequente diventa così un’“arma” indispensabile nel cammino della santità. Ricevere la misericordia di Dio ci spinge poi ad essere misericordiosi con gli altri.

Un elemento importante. Il proposito di emendamento è fondamentale per il sacramento della Confessione, e consiste nell’essere fermamente decisi a non tornare a peccare e a evitare tutte le occasioni di peccato. Nella nostra ricerca della santità, dobbiamo evitare di metterci in situazioni che ci facciano sentire tentati a peccare. Finché non siamo decisi ad abbandonare le nostre posizioni di peccato non dobbiamo confessarci. Non è un gioco. Il proposito di emendamento non è un mandato per non peccare più. Ci viene richiesto un vero desiderio di essere fedeli al cammino di Dio e di essere sinceri nel nostro rifiuto del peccato.

Se il nostro pentimento è sincero, allora lo sarà anche il desiderio di cambiare. Ricordate che è attraverso questo sacramento che Dio effonde la sua misericordia nei cuori pentiti. Questo è senz’altro il rimedio più profondo, completo e purificatore per ogni essere umano. San Giovanni Maria Vianney diceva che “non è il peccatore che torna a Dio per chiedergli perdono, ma Dio stesso che va dietro al peccatore e lo fa tornare a Lui”. È un abbraccio di benvenuto in casa sua. La necessità di sentirsi in pace con Dio, con se stessi e con gli altri è innata.

Approfittate delle opportunità che avete per confessarvi. Un cuore puro sarà pienamente benvenuto nel Regno di Dio, che è il nostro fine ultimo.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link

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