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Fulton Sheen: l’amore è personale, ma il sesso è sociale

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Fulton John Sheen - pubblicato il 26/03/19

"Ciascuno si soffia il naso e fa all’amore per proprio conto. Ma l’amore coniugale comporta anche un rapporto sociale che è la propagazione della specie".

L’amore coniugale è individuale, unico e geloso, nel giusto senso della parola. Comporta discrezione, solidarietà, e risente di ogni intrusione. Per tale ragione non parla mai del suo amore in pubblico e non si esibisce mai. È una strana realtà psicologica che coloro i quali ostentano pubblicamente il loro amore, vezzeggiandosi con epiteti pieni di miele, sono assai spesso quelli stessi che nell’intimità litigano e si accapigliano.


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A questo dualismo personale dell’amore tra i coniugi si accompagna il fatto che l’amore carnale è sociale di sua natura, nel senso che è stato ordinato da Dio per popolare la terra e per la filiazione del Regno dei Cieli. Alcune funzioni dell’essere umano sono individuali, come la vista e l’udito.
Ciascuno si soffia il naso e fa all’amore per proprio conto. Ma l’amore coniugale comporta anche un rapporto sociale che è la propagazione della specie. In altre parole, l’amore è personale, ma il sesso è sociale, come è personale il diritto di proprietà ma è sociale il suo uso. L’amore si rivolge ad un compagno umano; il sesso si rivolge all’umanità.

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E che il sesso guardi oltre lo stretto elemento personale, sta a provarlo la sua natura in certo modo automatica. Esso non è completamente soggetto al controllo personale. Raggiunge un determinato punto se, per la continuazione della specie umana, va oltre le intenzioni dell’individuo. Se il sesso fosse stato dato da Dio soltanto per la soddisfazione dell’individuo, sarebbe in ogni caso soggetto al controllo individuale, come il mangiare. Invece la sua natura di riflesso ci induce a pensare che Dio interviene per la preservazione della specie, perfino quando l’individuo vorrebbe stornarlo dallo scopo sociale al solo fine del piacere personale.


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Questa tensione tra l’individuo e la specie non è insolubile. Quando sia l’amore che il sesso abbiano i loro sbocchi normali concessi da Dio, la contraddizione è risolta nel figlio. L’amore individuale del marito e della moglie diventa un contributo sociale per mezzo della prole. Allo stesso tempo, l’elemento personale del loro amore viene preservato dal fatto che essi possono chiamare «loro» il figliuolo. «Mio figlio» o «mia figlia» rappresentano l’ente sociale personalmente posseduto. Perdendo la fede in Dio, l’uomo ha anche perduto la fede nella propria anima, per cui la tensione si è accresciuta. Non solo egli ha raggiunto il punto in cui è diventato indifferente alla salvezza o meno dell’anima sua, ma è arrivato persino a negare di avere un’anima da salvare.




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Rimasto col solo corpo, ha dovuto scegliere quale parte del corpo sia la più importante. Due erano le possibili funzioni del corpo tra cui fare una scelta: il mangiare, che conserva la vita individuale, e l’accoppiarsi, che garantisce la vita sociale. La Bibbia narra di popoli antichi che divinizzarono il ventre; doveva toccare ai nostri giorni di divinizzare il sesso.

Così il rapporto corpo-anima-Dio fu sostituito dalla tensione sesso-corpo. Il sesso è stato quindi isolato dall’anima e da Dio ed è diventato esclusivamente un mezzo per la soddisfazione dell’uomo, il quale viene definito «un sacco fisiologico colmo di libido psicologica».
Non si creda che la differenza tra il punto di vista cristiano e quello pagano coincida con la differenza tra l’anima e il corpo. La scelta non è mai tra corpo e anima, quasi che l’uno dei due potesse venire totalmente escluso. Si tratta piuttosto di attribuire una supremazia al corpo oppure allo spirito.




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Essere contrari al corpo, o a una qualsiasi delle sue funzioni, è anticristiano così com’è anticristiano essere contro l’anima.Il ritmo armonioso di entrambi è il compimento del Decreto Divino:

Ciò che Dio ha congiunto, l’uomo non lo divida. (Mc 10, 9)

In Dio il corpo è riscattato dall’isolamento della nuda materia, mentre l’anima è trasfigurata dalle fiamme di una passione che alimenta tanto la vita potenziale quanto quella che già ha ricevuto la sua forma. Senza Dio, senza l’anima, il corpo non è garantito circa la continuazione dei suoi pensieri o dei frutti delle sue passioni. In Dio, il corpo può farsi ministro sia della reciproca solidarietà tra marito e moglie e dell’allevamento della famiglia, sia delle estasi sublimi di un San Giovanni della Croce.

da Fulton Sheen, Tre per sposarsi (libro distribuito dal Centro Missionario Francescano, per richiederlo: laperlapreziosa@libero.it )

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