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Elisir di eterna giovinezza? No, non l’abbiamo trovato. Ma fare sport aiuta

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Paola Belletti - pubblicato il 22/03/19

Non siamo una macchina che si ripete sempre uguale a sé stessa, siamo nati cresciamo, invecchiamo. Perché stiamo andando in una direzione, qualcosa ci attende oltre la morte. Però. nel frattempo, prendiamoci cura della nostra persona in modo integrale. Cominciando a fare ginnastica, per esempio. Anche se abbiamo più di 80 anni!

Sulla rivista BenEssere nel numero in uscita per Aprile 2019 ho letto su di una bella doppia pagina con sfondo arancione questa domanda, secca.

Dottore, secondo lei è davvero importante continuare a fare attività fisica, anche alla mia veneranda età di 80 anni? (Giovanni Fiore, Pisa)

Vorrei subito associare a questa domanda, la mia, sebbene preceduta da un gregge di giustificazioni per il fatto che io di anni ne ho la metà circa. Devo, dottore? Devo proprio?

Mi trovo un po’ sempre all’inizio di quella parte di vita in cui riprendo a fare attività fisica in modo regolare, oserei dire intenso. Credetemi sulla parola, tempo ne ho poco, idee tantissime. Conferme dei benefici del muoversi a bizzeffe. Per ora ho trovato un compromesso grottesco al quale cerco di guadagnare anche il mio refrattario, direi tetragono marito. Resistente alle mille idee, ai continui spunti, ai tanti troppi spron con i quali lo pungo. E lascialo in pace un po’ quest’uomo. Sono sempre io, che mi correggo.


WOMAN PRAYING

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Comunque la mia ideona è: trasformare in sport, in esercizio consapevole e mirato tutto quello che già faccio. La legge del mentre. Mentre faccio le scale, aumento il piegamento; mentre sto seduta contraggo i glutei. Mentre stendo il bucato aggiungo 10 flessioni delle braccia alla sequenza prendi, sbatti, fissa con le mollette. Mentre leggo il libro serale faccio un plank alto e chiedo a mia figlia di cronometrarmi (non sempre, altrimenti sconfinerei nella follia). Perché, mentre vivo, mi lancio anche in tutte le challenge che il newsfeed di Facebook, Instagram o chicchessia mi propongono.

Ma a parte questa mia versione rimediata esiste invece un modo per inserire l’attività fisica, anche moderata, nella nostra vita quotidiana. E siccome ciò che ci ispira e ci motiva davvero non sono tanto le istruzioni per costruire una nave, quanto il desiderio del mare, vasto, infinito (mi perdonerà Antoine de Saint Exupery, il più sconsideratamente citato, dopo Albert Einstein) ecco che conviene mostrare con chiarezza gli orizzonti di benefici che un’attività regolare ci schiude piuttosto che elencare il numero di piegamenti da fare e le calorie da bruciare.

Ah proposito! Ho scaricato da poco una magnifica App che mi aiuta a monitorare l’assunzione di calorie e il loro consumo oltre che il bilanciamento tra i vari nutrienti apportati con i cibi assunti. Va bene, fate prima a scaricarvela che a digerire le mie spiegazioni.


NORDIC WALKING WOMAN

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Prima notizia che desumo dall’articolo che mi sto gustando: non abbiamo scuse, a nessuna età.  Bisogna muoversi!

Si deve premettere che non è mai troppo tardi per iniziare; certamente, una vita impostata sul movimento è salutare, però anche in età avanzata può apportare dei vantaggi, sebbene piccoli, per cui si sta meglio se ci si basa sulle proprie gambe, invece che sull’ascensore, sull’automobile, in un’atmosfera dominata dalla pigrizia. La ricerca clinica indica senza incertezze che l’esercizio rimodella il cervello e migliora la capacità di pensare. (BenEssere, p. 42)

Che bello! Ed è così facilmente confermato dall’esperienza di ciascuno: muoversi fa bene a tutto, persino a come vediamo la vita, i problemi, le faccende rimaste inevase.

(…) nell’uomo si è dimostrato che l’attività fisica allontana il tempo di comparsa della demenza, in particolare quella dell’Alzheimer. Inoltre, l’attività fisica rallenta l’evoluzione della malattia. (Ib)

Abbiamo un’aspettativa di vita più lunga, ma anche un maggior rischio di sviluppare malattie neuro degenerative. L’Alzheimer è quella che per antonomasia le accoglie tutte insieme alle paure di chi si inoltra nell’età anziana. Presenti esclusi, è chiaro. Ma voglio confessarvi una cosa.

E’ da quando ho circa 23, 24 anni che noto visivamente sul mio corpo, sul mio viso i piccoli cambiamenti che significano “invecchiamento” e ora che di anni ne ho 44 ho provato per la prima volta una specie di gratitudine, quasi di gioia. Il nostro corpo non è una macchina che si ripete e si mantiene ottusamente sempre uguale a sé stessa, ma fa parte di noi, noi incamminati in una direzione. Anche invecchiare, anche dover aumentare la frequenza della tinta ai capelli, anche le piccole rughe sono come una promessa mantenuta. Stiamo andando da qualche parte e la fede, che si porta in braccio la ragione, mi rassicura: stai andando dove sei veramente attesa. E dove di malattia, invecchiamento e morte non ci sarà più alcuna traccia.

Ma invecchiare non significa lasciare che il decadimento fisico e psichico ci investa. Anzi, sono sempre di più le voci che cantano, tutt’altro che tremule, a favore della bellezza di età non più giovanili. E sebbene sia meglio coltivare la pratica sportiva fin da giovani (cosa che ho fatto e a intermittenza continuo a fare, sia messo agli atti!) anche cominciando tardi si possono ottenere risultati eccellenti; sia diretti (per corpo e mente) sia indiretti: incontri persone, vedi ambienti diversi, ti consideri in maniera differente, meno astratta, intrecciato in un ambiente di spazi, luoghi e relazioni che altrimenti rischi di non vedere.

È interessante notare in questo ambito un incisivo effetto di potenziamento dell’attività motoria sugli esercizi di allenamento psicologico che vanno sotto il nome di brain training: l’esercizio fisico avrebbe l’effetto di allargare lo spettro di efficacia dell’allenamento cerebrale, che spesso è limitato allo specifico tipo di memoria che viene stimolato. (Ibidem)

Detto questo, val la pena vivere bene, al meglio, godersi ogni fase della vita, gustarsi il sole, la luce, il vento che ora da tagliente si fa dolce a tratti solo frizzante. Val la pena custodire con una cura ragionevole e non maniacale la mente e il corpo. Ricordandoci che l’effetto a cascata su tutte le nostre componenti, corporea, psichica e spirituale è ancora più potente se la cura maggiore è dedicata proprio allo spirito.




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