Non seguo le persone, ma il Signore Gesù

Dirlo è facile. La frase è così chiara che sembrerebbe toglierci il peso della malvagità che vediamo ovunque. Come se dire che seguo Cristo e non le persone risolvesse i conflitti di coscienza che ci portiamo dentro.
In primo luogo, bisogna riconoscere che se stiamo nella Chiesa, se ci siamo convertiti o abbiamo imparato ad essere cristiani, qualcuno ce lo ha insegnato. Persone, sacerdoti o vescovi ci hanno presentato Gesù. È Gesù che ci guarda negli occhi e ci chiede di far parte del suo gregge, ma risulta difficile non esitare quando ci rendiamo conto che quel sacerdote, che quel vescovo che per noi rappresentava qualcosa di speciale è stato capace di commettere un peccato tanto grave, tanto scabroso, con bambini indifesi.
In base alla mia esperienza, vi confesso che non è facile, ma se compiamo un passo di fede e facciamo uno sforzo per guardare Gesù sulla croce e imparare da Lui a guardare i peccati altrui come Egli li guarda dal suo costato trafitto, allora sarà forse un po’ meno dura. Ma è impossibile se non lo facciamo accompagnati da Gesù. Continuare ad essere fedeli alla Chiesa, al di là di quello di cui siamo testimoni ormai da anni, richiede un cuore donato al Signore.
Perché dovrei credere a un sacerdote che predica ma non applica?

Come ci costa accettare i nostri peccati, è ancor più difficile riconoscere che quei sacerdoti che dovrebbero guidarci come Popolo di Dio, anziché condurci in belle praterie e farci abbeverare in dolci torrenti, hanno condotto sulla via dell’oscurità anime innocenti che riusciranno molto difficilmente a riconciliarci con Dio, se non hanno un accompagnamento speciale a livello psicologico, psichiatico e spirituale.
È in queste occasioni che risuonano le parole del Signore quando ci dice che trae sempre qualcosa di positivo dalle cose negative. Vorrei avere uno sguardo come quello del Signore (lo vorremmo tutti), capace di perdonare i suoi assassini quando era inchiodato sulla croce. Ma non siamo perfetti, siamo semplici e peccatori. Per questo chiedo a Cristo di riempirci della sua forza, e della grazia per non perdere la speranza. Se dipendesse dalle mie capacità, quanto sarebbe facile unirmi alle voci di quelli che criticano semplicemente e approfittano di questi momenti – e ragioni non ne mancano – per smettere di credere e di amare la Chiesa.