È sempre più comune sentire e leggere in televisione, sui giornali e nei dialoghi tra amici – credenti e non – dei tanti casi di abuso, copertura e corruzione e di cardinali e vescovi che mettono in discussione la sana dottrina della Chiesa anziché unire le forze e lottare contro il male, che sembra impadronirsi non solo della Chiesa in generale, ma anche del nostro stesso cuore.
“Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”, diceva Papa Paolo VI, ammettendo senza ambiguità che il Diavolo era penetrato nella Chiesa. La cosa peggiore di tutte è che nessuno ha detto da allora che ne sia uscito!
Ecco un passo di quell’omelia: “Da qualche fessura è entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce”.
Quanto è difficile recuperare la fiducia!

Una volta ho sentito dire che costruire la fiducia tra due persone richiede anni e costa molto sforzo, ma distruggerla è facile come commettere un semplice errore. Se a questo sommiamo una scarsa capacità di perdono e misericordia, la cosa diventa più difficile. Vediamo sacerdoti, vescovi o cardinali – anche vicini al Papa – che hanno commesso o coperto numerosi casi di abuso. Come non diffidare, come non perdere la fiducia in un’istituzione che dice di preoccuparsi per la salvezza delle anime? Siamo fatti di carne e ossa, è normale che ci sentiamo delusi, maltrattati, defraudati. E che dire delle famiglie che sono state vittime di quegli abusi? È in queste situazioni che la nostra fede viene messa alla prova, e non mi sembra difficile capire perché tante persone finiscano per allontanarsi dalla Chiesa. Cosa posso dire? La prima cosa che mi viene in mente è Perdono!
Perdonateci per tanti peccati, per tanta malvagità! Abbiamo tradito la fiducia riposta. Nessuno lo ha voluto, ma il peccato è questo, reale, concreto, che non distingue ranghi di autorità, che si manifesta nella mia invidia e nel mio orgoglio personale, fino all’assurdo e ingiusto comportamento di un cardinale che può cadere tanto in basso e rovinare o distruggere la vita di tanti bambini che – Dio non voglia – magari non riusciranno mai più a riavvicinarsi alla Chiesa.
Come tutti, esigo giustizia. Come Cristo, sono chiamato a perdonare – senza smettere di applicare la giustizia –, ma Cristo è morto sulla Croce anche per quel peccatore, per quanto difficile ci risulti riconoscerlo. Prego quel Cristo morto in croce per quegli abusatori e anche per tutti noi, che pecchiamo ogni giorno. Dio stesso ci aiuti a recuperare la fiducia che si distrugge tanto facilmente di fronte a tutto ciò che vediamo. Ma non perdiamo la speranza, bisogna ricostruire la fiducia.