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Rapporto Meter 2018 sulla pedofilia online. Numeri da brivido

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Aleteia - pubblicato il 21/03/19
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Don DiNoto: “Questo Report crea imbarazzo, ne siamo convinti”I pedofili, i pedopornografi e gli abusatori dei bambini nel 2018 sono ancora più organizzati e strutturati a livello criminale: producono, scambiano, detengono e divulgano attraverso il web molte più foto e video. Inenarrabili nel loro contenuto: bambini sempre più piccoli (neonati e preadolescenti sono i preferiti dagli abusatori pedofili). In aumento i bambini di sesso maschile, stabile la preferenza femminile. I numeri del Report 2018 sono le formali e dettagliate denunce inoltrate alla Polizia Postale italiana e quelle estere oltre ai numerosi Host e Server provider di tutto il mondo: i numeri, ne siamo consapevoli, dichiara don Di Noto presidente e fondatore di Meter onlus (www.associazionemeter.org), non raccontano tutto: la realtà è sempre più orribile.

Diminuiscono i link e le chat, ma i numeri sono sempre impietosi: il mondo della pedopornografia online è un’industria come sempre fiorente a dispetto dell’economia mondiale. Sono questi i dati reali e riscontrabili (ogni numero rappresenta un bambino già abusato e schiavo di queste nuove forme di sfruttamento sessuale) indicati dal Report 2018 presentato oggi presso la Sede Meter di Pachino (SR).

Su video e foto, giù link e chat

I dati registrati dall’OSMOCOP, l’Osservatorio mondiale contro la pedofilia, eccellenza Meter, dicono che nell’anno appena passato sono scese le segnalazioni inviate al CNCPO – Centro nazionale di contrasto alla pedofilia online gestito dalla Polizia di Stato: da 3.137 nel 2017 a 1.780 nel 2018. Lieve flessione anche per i link monitorati, da 17.299 a 14.179, così come le segnalazioni da utenti ricevute tramite il form presente sulla pagina web di Meter, www.associazionemeter.org: da 302 a 224. È in aumento la quantità di foto rinvenute tramite il monitoraggio, da 2.196.470 a 3.053.317. Cresce anche il Deep Web, il lato oscuro della Rete: da 50 a 261 segnalazioni. Aumentati anche i video segnalati, da 985.006 a 1.123.793.

TONGA (.to), IL DOMINIO PIÙ RILEVANTE, A SEGUIRE GUERNSEY (.gg) NEL CUORE DELL’EUROPA E IL TERRITORIO BRITANNICO DELL’OCEANO INDIANO (.io)

Per quanto riguarda i domini di primo livello, le “targhe” internazionali di siti e portali con materiale pedopornografico, Tonga mantiene saldamente il primo posto in classifica: 1.717 segnalazioni contro le 10.096 del 2017. Al secondo posto Guernsey, isola nel canale della Manica nel cuore dell’Europa: è di fronte alle coste nordoccidentali della Francia, ma dipende dalla Corona Britannica pur non appartenendo al Regno Unito. Da notare che nel 2017 al secondo posto c’era, con 1.150 segnalazioni, la Russia (ora solo 157 segnalazioni, al 12° posto). Terzo posto non efficacemente controllato dagli organi di polizia e dai responsabili dei registri dei domini, è il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano: sei atolli, oltre 1000 isole e la base militare americana di Diego Garcia. In questi domini viene trafficato materiale indicibile e vergognoso. Nel 2017 con 1.091 segnalazioni c’erano pedofilia e pedopornografia Saint Pierre et Miquelon, che adesso non sono in classifica. L’Italia è quindicesima con 71. In linea generale i domini di primo livello si sono dimezzati: da 13.756 nel 2017 a 7.714 nel 2018.

Importante collaborazione tra Meter e il responsabile del dominio TONGA (.to)

Nel corso del 2018 è stata chiusa la piattaforma di file sharing Dropfile.to, che nel 2017 aveva raggiunto il maggior numero di link (10.096) di materiale pedopornografico. Nell’aprile 2018 il rappresentante di dominio per “.to” ha contattato Meter riguardo ai dati del Report 2017, definendosi allarmato e affermando che il Regno di Tonga ha tolleranza zero sulla pornografia infantile che, quando segnalata, viene prontamente rimossa. Tale collaborazione è tuttora in corso.

OCEANIA

Come detto in precedenza, in Oceania la prima rimane comunque Tonga con le 1.717 segnalazioni accumulate nel corso del 2018; Wallis e Futuna assommano a 393. Anche il dominio della Nuova Zelanda (.nz) 273 è posto sotto l’attenzione della Polizia Neozelandese e server provider (mega.nz), che puntualmente ad ogni segnalazione rimuove il materiale e inoltra i dati alla polizia locale. Il totale delle segnalazioni, aggiungendo Palau, West Samoa, Isole Cocos e Tokelau, sono 2.750.

ASIA, DOPO IL TERRITORIO BRITANNICO DELL’OCEANO INDIANO ECCO PAKISTAN E TAIWAN

Spostandoci in Asia, il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano tocca quota 912, seguito da Pakistan (586), Taiwan (43), Indonesia (9), Giappone (4). Per un totale di 1.554 segnalazioni.

EUROPA: GUERNESEY, FRANCIA E ALBANIA IN TESTA

Ed eccoci nel Vecchio Continente. Qui abbiamo il territorio di Guernesey, dipendente dalla Corona britannica (1.108), seguito da Francia (702), Albania (302). La Russia tocca quota 157 ed è quarta, quinta l’Italia con 71, sesta la Germania con 24. Tra i suffissi abbiamo l’ex Unione Sovietica, la “targa” “.su” con 6 segnalazioni a pari merito con la Polonia, seguita da Islanda (4) e l’Unione Europea a chiudere con 3. Segnalazioni totali: 2.432. Le segnalazioni sulle piattaforme con dominio“.fr, .de, .ch, .sk”sono puntualmente inoltrate alle Polizie preposte al contrasto. Non sempre vi è un riscontro operativo nell’azione investigativa, anche a distanza di anni, i portali pedopornografici rimangono attivi. Con la Polizia Italiana e Polacca, con le quali sussiste un formale Protocollo, le azioni sono gestite in modo molto incisivo.

AMERICA: HAITI, COLOMBIA E GROENLANDIA

È composto dai soli tre contatti: Haiti (600 segnalazioni), Colombia (230), la Groenlandia con 5. Totale 835.

AFRICA: MAYOTTE, LIBIA E GABON

Chiudiamo la classifica delle segnalazioni di Meter con l’Africa: Mayotte si ferma a quota 131, seguita dalla Libia (8), il Gabon e la Guinea Equatoriale a 2. Totale 143.

Sono 33 le nazioni coinvolte nel 2018, ma dove si trovano i server?

I suffissi delle segnalazioni sono le “targhe” dei siti che vengono segnalati da Meter alla polpost italiana grazie all’OSMOCOP, ma non indicano la collocazione geografica dei server, e cioè dove si trovano fisicamente i computer che contengono quei portali. Un po’ come chi gira in Italia con un’auto dalla targa straniera per non pagare le multe, tanto per fare un esempio banale. E infatti: 6.388 link segnalati sono fisicamente allocati in Europa (picco di rilevazioni a luglio, 1.809), 5.826 in America (picco con 1.190 segnalazioni a gennaio); 155 in Asia (picco a 121 in marzo), 120 in Africa (picco a 76 in febbraio); 31, infine, sono allocati in Oceania (picco a 29 in marzo). Analizzando i dati del Report 2018 a confronto con quello 2017, la situazione non è cambiata: Europa, America, Asia, Africa e Oceania sono nello stesso ordine ma rispetto al 2017 sono scesi i link europei (da 8.117 a 6.388) e americani (da
6.341 a 5.826), aumentati invece nel resto del mondo: da 70 a 155 in Asia, da 37 a 120 in Africa, da 3 a 31
in Oceania.

166.222 Link denunciati dal 2003 al 2018

Se guardiamo al numero totale di segnalazioni, negli ultimi 15 anni siamo arrivati a 166.222 link; il picco è stato nel 2017 (17.299), 15.946 nel 2012, 13.766 nel 2010. Il dato più basso sono i 3.480 del 2007. A proposito del monitoraggio, dicembre è il mese di massima divulgazione e commercio delle foto (1.390.262), mentre per i video il picco si tocca a luglio con 262.264.

Tutto considerato, i numeri sono purtroppo ogni anno in costante aumento e risulta sempre più complicato monitorare un fenomeno che sfrutta la potenza del web e la connivenza di chi gestisce gli spazi in cui prolifera quest’attività criminale, malgrado le collaborazioni importanti che abbiamo costituito nel corso del 2018.

Facciamo ancora presente il fatto che le foto e i video sono scambiati e venduti come fossero figurine di un album digitale con una quantità infinita di pagine. Si catalogano questi piccoli schiavi del desiderio di uomini e donne senza scrupoli.

Il menù dei pedofili: bambini tra gli 8 e i 12 anni seguiti da quelli fra 3 e 7 anni e tra 0 e 2. Mesi preferiti? Luglio e novembre.

Se guardiamo alle “preferenze” che i pedofili hanno in tema di materiale, il trend attuale è quello di scegliere link con bambini ritratti in foto e video d’età fra gli 8 e 12 anni, il picco di segnalazioni è luglio (quota 1.538). Seguono quelli fra i 3 e i 7 anni. Il mese in cui si scelgono in quantità è luglio, con 407 link segnalati; mentre quelli fra 0 e 2 anni sono “gettonati” di più a novembre (63). Inutile dire che la fascia 8/12 è facilmente preda dei cyber-pedofili perché sono navigatori inesperti e solitari.

Foto: età 8/12 anni le più richieste, seguono 3/7 e infine 0/2

E le foto? A novembre 2018 abbiamo segnalato 710.282 immagini; dicembre il mese per il picco delle foto in fascia 3/7 (683.392), infine agosto per quelle 0/2 (219). Queste foto appartengono alla cosiddetta infantofilia, ossia l’attrazione di adulti per bambini da pochi giorni a due anni. Parliamo di violenze su bambini inermi che non possono difendersi e che, se sopravviveranno, non racconteranno la violenza subita.

Video: stessa tendenza delle foto

Anche per i video i trend sono gli stessi: luglio è il mese per 261.524 file che ricadono nella fascia 8/12 anni; agosto per quelli 3/7 anni (178.364), novembre con 97 per la fascia 0/2 anni. La differenza tra i dati di monitoraggio e quelli totali per fascia d’età è riconducibile all’impossibilità di rilevare l’età anagrafica di alcuni bambini perché non sono ben visibili.

File sharing: continua il trend del cloud

Dove custodiscono e depositano il loro infame materiale, i pedofili ed i pedopornografi? Sulle piattaforme di file sharing che permettono scambi veloci, a tempo, spesso anonimi. Il cloud è una delle principali tendenze: assicura la durata a tempo dei file, li rende disponibili su tutti i dispositivi dell’utente e inoltre ne permette la condivisione. Ovviamente poter avere così tanto spazio a disposizione permette al cyber-pedofilo di sfruttare tali tecnologie e condividerle con i suoi “colleghi”.

Deep Web: la frontiera inesplorata

La vera frontiera del file sharing è il Deep Web, il lato oscuro della Rete. Si tratta di una zona sommersa della Rete molto difficile da individuare ed esplorare, motivo per il quale le forze dell’ordine e di tutti gli Stati dovrebbero collaborare per evitare la perdita e lo spreco di informazioni vitali per il contrasto immediato del pedo criminal web e per la liberazione immediata dei bambini coinvolti in questo turpe mercato di violenza inaudita.

Il lavoro di monitoraggio sulla pedofilia online rimane sempre argomento ignorato anche dalle forze politiche che non hanno interesse a mettere in agenda ed in prima linea questa importante lotta alla criminalità pedofila. Tutto ciò che non si riesce a fare è sicuramente a discapito delle piccole vittime: si rimane spesso in silenzio ad aspettare che ulteriori minori vengano coinvolti in quest’atrocità, perché il web non dà tregua né tantomeno si arresta. Aspettiamo che quanti hanno responsabilità di vigilanza e di giustizia si attivino affinché non rimanga il silenzio su ciò che accade giornalmente sul web. E la stessa sensibilità ci aspettiamo dai comuni cittadini, perché i bambini sono il futuro di tutti.

Il turismo pedofilo e pedopornografico online

La pedofilia sta anche scoprendo i viaggi organizzati. Su vari siti si possono esprimere il proprio gradimento e la propria preferenze votando la categoria d’interesse. Con i sondaggi online chi produce materiale ascolta il mercato e offre il prodotto che più va forte al momento. È anche possibile, sulla base delle preferenze espresse, acquistare pacchetti di preadolescenti su misura: modelle da 8/14 anni, numero totale delle immagini e dei video contenuti,
possibilità di diventare membro di tutte le piattaforme, aggiornamenti giornalieri, 100% anonimo. E molto
altro. Il tutto nella massima tranquillità garantita dall’anonimato elettronico: nasce così una dipendenza e la
ripetitività dell’acquisto e della divulgazione di questi materiali. Parliamo di segnalazioni che potete verificare
grazie alla nostra partnership con la Polizia Postale – Compartimento di Catania.

La poca vigilanza delle polizie straniere

Dobbiamo purtroppo segnalare e constatare che alcune polizie straniere – pur essendo state contattate attraverso i loro siti istituzionali – non hanno mai mostrato un riscontro, un avvio d’indagine o approfondimento del caso. Dobbiamo anche sottolineare che chi gestisce le aziende che offrono servizi online non sembra molto coinvolto dal problema e dalla necessità di fare pulizia.

La lobby pedofila

La rete non è esclusivamente uno strumento di diffusione di foto e di video che i pedofili e pedopornografi utilizzano, ma serve anche a diffondere e promuovere la pedofilia per un’opera di normalizzazione. Una vera e propria lobby strutturata e ben organizzata che fornisce consigli su come adescare i bambini. Si denunciano una serie di iniziative volte alla raccolta fondi, a sostegno della causa pro e per la giornata internazionale celebrata ogni anno dai pedofili di tutto il mondo. Innumerevoli sono i gruppi, “le stanze”, dove si raccontano le storie di incontri sessuali con minori e si somministrano test per “misurare” l’attrazione sessuale verso i bambini.

Per contrastare l’ideologia pedofila la Convenzione di Lanzarote del 25 ottobre 2007, ratificata dall’Italia nel 2012 con la legge 172, ha introdotto nel nostro ordinamento l’art. 414 bis del Codice Penale. Per la prima volta l’espressione “pedofilia e pedopornografia culturale” è entrata nel nostro ordinamento: «Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, con qualsiasi mezzo e forma di espressione, anche con il mezzo telematico e al solo fine culturale, pubblicamente legittima, diffonde giudizi legittimanti, istiga a commettere o effettua apologia delle condotte previste dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quater.1, 600-quinquies, 609-bis, 609-quater e 609-quin- quies, compiute con minorenni, è punito con la reclusione da tre a cinque anni».

Nonostante la Convenzione di Lanzarote (2007) i siti continuano a proliferare nel web. Vari i loghi identificativi o simboli per riconoscersi uno con l’altro, per distinguere le preferenze sessuali e per indicare specificamente il genere sessuale preferito dal pedofilo, infatti i membri delle organizzazioni pedofile incoraggiano l’uso di descrizioni come “boylove”, “girllove” e “childlove”.

Aumentano i casi del centro di ascolto

Anche nel 2018 in tanti hanno cercato il consiglio del Centro Ascolto Meter. Parliamo di 177 persone che si sono rivolte al Centro Ascolto; 122 dalla Sicilia, poi 11 Campania e Lazio. Seguono Lombardia (9), Toscana (6), Piemonte (5), 4 per la Calabria, 3 la Puglia, 2 per Marche e Veneto, una Molise e una Sardegna. In prevalenza vengono affrontate problematiche su relazioni familiari disfunzionali (36 su 177): 22 su 177 sono le problematiche inerenti l’abuso sessuale avvenuto nel passato. Sono sempre più numerose le richieste d’aiuto da parte di adulti, vittime d’abuso sessuale quand’erano bambini.

Numero Verde: Sicilia, Lazio e Lombardia in testa

Al numero verde di Meter, 800-455270, sono arrivate 692 telefonate contro le 1.024 del 2017. Sono aumentate le chiamate per richiedere interventi formativi da parte di Meter (70), seguite da consulenze psicologiche (69), spirituali (68), interviste (21) e consulenze per le scuole (20). Anche il 2018 ha visto in testa la Sicilia (451 segnalazioni telefoniche su 692), regione che ospita la Sede nazionale. Seguono il Lazio (80 telefonate), la Lombardia con 42, Liguria e Friuli (5), Basilicata con 2 chiamate.

Meter e la Chiesa

La nostra è un’Associazione cattolica e naturalmente svolge un ruolo nel mondo cattolico (anche nelle realtà laiche e confessioni religiose). Nel 2018 abbiamo tenuto 36 fra corsi e incontri sulla pedofilia; offriamo un vero e proprio programma di formazione sulla prevenzione. Nel 2018, inoltre, abbiamo incontrato 14 diocesi (72 dal 2002 a oggi). La partecipazione di Meter è richiesta anche all’interno delle celebrazioni religiose, attraverso inviti rivolti a Don Fortunato per officiare la S. Messa in particolari momenti dell’anno liturgico. Numerose comunità parrocchiali, inoltre, si impegnano ogni mese a recitare il Santo Rosario “In difesa dei bambini…”. Da anni offriamo il Corso per la Nuova pastorale contro la pedofilia e gli abusi sessuali su minori. Il corso ha l’obiettivo di fornire ai destinatari i contenuti teorici e pratici, ausili per il riconoscimento rapido dei segnali di disagio del bambino, indicatori di abuso, che necessitano dell’intervento di operatori qualificati. Ricordiamo infine che dal 25 aprile alla prima domenica di maggio celebriamo la GBV – Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza. La
prima domenica di maggio il Papa ricorda Meter e nelle chiese si prega per la GBV.

Incontri 2018

Abbiamo partecipato a 277 fra convegni e incontri di formazione, sensibilizzazione e prevenzione su richiesta di enti pubblici e privati, appartenenti a tutto il territorio nazionale. Gli argomenti principali di cui ci siamo occupati sono stati pedofilia e insidie della Rete, analisi dei profili di pedofili e vittime, dinamiche del fenomeno e rischi che celano Internet e la tecnologia.

Abbiamo posto un particolare accento sulle tematiche legate all’educazione, ai diritti dell’infanzia e all’impegno sociale, tenendo in considerazione le responsabilità che gli adulti hanno nel benessere dei bambini.
Importanti anche gli incontri dedicati alle tematiche di bullismo e cyber-bullismo. I nostri professionisti hanno incontrato 21.811 persone: le schede sintetiche che accompagnano ogni evento al quale Meter partecipa
permettono di calcolare il numero di persone incontrate, le tipologie di incontri e le tematiche trattate nelle
varie occasioni.

Meter e la Scuola

Con i nostri incontri di formazione e convegni abbiamo incontrato 1.115 insegnanti ed abbiamo trattato temi quali bullismo e cyber-bullismo, Internet e nuovi media, pedofilia e abusi all’infanzia, tutela dei diritti dell’infanzia. Abbiamo incontrato 5.614 studenti coinvolgendoli in attività di prevenzione, formazione e intervento per l’educazione all’affettività e alla gestione delle emozioni, al buon uso di Internet e dei nuovi media, diritti dell’infanzia e gestione degli episodi di bullismo e cyber-bullismo. Abbiamo incontrato 205 famiglie, sempre sulle tematiche legate a infanzia e adolescenza. Meter fornisce formazione sulle tematiche quali psicologia, bioetica ed educazione agli studenti universitari grazie ai protocolli d’intesa siglati con le Università.

Il centro polifunzionale Meter

Nel 2018 ha fornito sostegno alla genitorialità attraverso 364 incontri nella family room (la stanza accogliente, calorosa, esclusiva, tecnologica, creata per abbracciare le richieste di ogni famiglia e che consente, con i canali di rete dedicati, seguire gli interventi e le attività del proprio figlio), 156 consulenze telefoniche, 1.104 interventi psicoeducativi per bambini, 36 consulenze psicoeducative per insegnati, 2 corsi specialistici di formazione e 34 bambini che hanno usufruito della Snoezelen room: stanza plurisensoriale che permette al bambino di esplorare, conoscere l’ambiente ed interagire con esso in un contesto piacevole. 44 sono le famiglie accompagnate.

Don DiNoto: “Questo Report Crea imbarazzo, ne siamo convinti”

Poco contrasto, tenui e opache risposte efficaci, milioni di bambini già abusati, tentativo di normalizzazione della pedofilia, spesso, molte volte, segnalazioni eluse, non attenzionate nella giusta rilevanza per la gravità dei reati, vorremmo dire alle Polizie ed ai Governi europei e del resto del mondo che non è ignorando le segnalazioni che li batteremo questi raffinati criminali. Manca una azione preventiva ed educativa, arma vincente per un percorso di tutela del minore. Non c’è un diritto uniforme, non c’è un intervento uniforme: ci vorrebbero un’Europa e tante altre Nazioni nel mondo che si occupassero responsabilmente e seriamente della protezione dei bambini e invece non ci sono. Il silenzio e l’indifferenza uccide di più la già debole vita dei bambini vittime di questa azione perversa e crudele. Un abuso è sempre un abuso e lascia cicatrici permanenti. Sappiamo gli interessi economici trasversali, e questo è intollerabile”. Conclude don Di Noto.

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