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Sono entrata in Cristoterapia: ho bisogno che Dio rimetta a posto il mio cuore

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A L L E F . V I N I C I U S Δ | Unsplash

Martha, Mary and Me - pubblicato il 21/03/19

Siamo pieni di tanti generi di terapie per il benessere del nostro corpo e della mente, ma alla fine quella che le precede e supera tutte è una: la confessione.

All’inizio mi ha fatto strano perché di terapie ne conosciamo parecchie: la fisioterapia, l’elettroterapia, la musicoterapia, la fitoterapia, la clownterapia, la psicoterapia, ma mai l’avevo sentita associata a Gesù.

E spesso le riflessioni che ci capitano sono proprio in linea con un periodo della nostra vita che stiamo affrontando: io ad esempio sono un po’ di giorni che penso che dovrei andare dal fisioterapista, ho fissato l’appuntamento con il dentista e sono già stata dall’oculista. Dedico sempre poco tempo alla cura di me e tendo spesso (anzi è un’abitudine) a rimandare i controlli fino a quando questo dolore o quel sintomo non si fanno più pressanti, da convincermi che è ora di una messa a punto (sia chiaro, questo atteggiamento è sbagliato, ma a volte le abitudini sono dure a morire!). Diciamo che ho come dei periodi in cui sento il bisogno di fare un po’ il punto della situazione, un check-up completo, come la revisione dal meccanico dopo tot km (che ovviamente non so di preciso dopo quanti, solo perché se no distruggerei anni e anni di stereotipi sulle donne e i motori!).




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E mi metto a pensare a tutti i miei malesseri, grandi e piccoli che siano, quelli che mi lagnano da sempre e quelli che neanche so di avere (ad esempio mi devo ricordare di prenotare il controllo dei nei).

Mai in questo periodo di reset, ho incluso Cristo. Mai ho pensato che lui potesse far parte del mio check-up e c’entrare qualcosa con il mio volermi recuperare, con il mio voler cambiare.

Quanti dei miei malesseri, anche fisici, posso recuperare con un po’ di cristoterapia? Quanti mali invisibili che mi porto dentro potrebbero essere guariti o addolciti da una sana cristoterapia? Quanto la meditazione potrebbe alleviare magari quel torcicollo che non se ne va, dovuto ai problemi, alle tensioni, alle preoccupazioni? E quel dolore di stomaco che mi prende quando sono tesa o ho una giornata che mi spaventa?

Quale altra terapia potrei provare per alleviare una routine che strappa e morde e non ci lascia mai il respiro di cui il nostro fisico e il nostro spirito hanno bisogno?

Così oltre al fisioterapista o lo psicoterapista, qualche volta è il caso si affidarci al nostro personale Cristo-terapista, ad una buona confessione, meditare più spesso magari in un periodo difficile per staccare i pensieri da tutti i problemi della giornata. E perché no, aiutarci anche con una nostra personale preghiera di guarigione.

Perché il medico sì, può curarmi, ma io so che Dio solo può guarire.


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E ben oltre la malattia fisica, solo Dio può guarire tutte le mie ferite interiori.

Solo lui può sanare tutti quegli strappi che mi lacerano, quelle persone, quegli atteggiamenti e quei momenti che mi hanno bloccato lì, ad un punto ben chiaro del mio passato che però mi attanaglia e non mi lascia andare avanti.

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Shutterstock

Un litigio in famiglia, una delusione al lavoro o una decisione sbagliata, possono diventare il cancro più grande della nostra vita, quello che magari non vediamo, sottovalutiamo o a volte non sappiamo neanche riconoscere.

Quanti degli accidenti che mi porto dietro derivano da somatizzazioni di un malessere del mio spirito? Penso all’acidità di stomaco, al bruxismo, al mal di testa che mi accompagna a fine giornata, alle notti insonni, quelle dove non conti le pecore ma i problemi, quelle dove a confronto il labirinto con il minotauro pronto a divorarti è un parco divertimenti, dove neanche il nostro corpo, dopo una giornata di fatica, riesce a trovare la quiete nella tranquillità del riposo.




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Forse non mi serve il fisioterapista e neanche lo psicoterapista, forse mi serve Dio che rimetta il cuore in ordine, che porti pace e tranquillità non solo al mio spirito ma anche al mio fisico. Perché quando chiesero se fosse veramente Gesù il messia, Giovanni il Battista rispose con i segni più concreti della presenza di Dio in noi: i ciechi vedono, i sordi odono, i muti parlano ed il Regno di Dio è vicino.

Perché il regno di Dio non è solo un qualcosa di spirituale che ci fa ritrovare la tranquillità, ma è qualcosa di reale, il suo regno è un luogo concreto che sa farci star bene anche con il nostro corpo. E allora sì che la meditazione diventa medicina e la preghiera diventa terapia affinché anche ciò che non riesco a esprimere, che non riesco a dire (magari neanche allo psicologo), ciò che mi ha traumatizzato e che magari neanche ricordo sia davvero sanato e guarito dall’unica persona che può farlo nel profondo.


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Quindi, mentre prendete appuntamenti per i prossimi check-up e visite di controllo e prevenzione (che sono importantissime e guai a lasciarle alla fine della lista delle cose da fare come capita a me!), ricordatevi di inserire anche un controllo della vostra vita interiore, di prendere il tempo anche per il dottore dello spirito! Che poi è sempre aperto, non ha liste d’attesa e vi visita anche a casa, quando siete più comodi!

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA MARTHA, MARY AND ME

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