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Ho provato la pienezza (a volte dura solo qualche secondo)

HAPPINESS

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padre Carlos Padilla - pubblicato il 19/03/19

Come può la mia anima trattenere tanta gioia dentro di me?

Sul monte Gesù si è trasfigurato davanti ai suoi amici: “Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”.

Nella sua carne mortale mostra il potere di Dio, e i suoi si riempiono di gioia. Toccano la gloria, la vita, la speranza: “Ed ecco, due uomini conversavano con lui (…). Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva”.

Pietro non sa quello che dice, ma ha toccato il cielo nella sua carne mortale. Ha visto la gloria di Dio, il suo volto.

Ormai può chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare. Non importa più niente. Non teme nulla. Mi colpisce questo momento.

I discepoli, senza saperlo, hanno toccato il cielo. Vogliono rimanere lì per sempre. Non l’ho forse provato anch’io a volte?

Nella mia vita ci sono stati momenti in cui ho avuto la stessa sensazione. Il cuore tranquillo, pieno di gioia. Momenti in cui il cielo si è fatto terra. O la terra si è vestita di stelle. Non so bene come.

Un incontro con il Signore in mezzo alla sua Chiesa. Una conversazione sacra in cui Dio si rende presente. Un amore umano che mi parla di quanto Dio mi ama. Una canzone, un paesaggio, un incontro in famiglia. Sono momenti del Tabor che non voglio finiscano mai.

Ma finiscono, è sicuro. E mi lasciano in bocca un sapore agrodolce. Sono felice di averli vissuti, ma triste perché passano e non posso più toccarli.

In quei momenti di cielo sull’alto del mio monte Dio mi mostra la sua gloria. E mi dice di confidare, di continuare a credere, di non dubitare mai. Che dopo la morte viene sempre la vita, e dopo il monte un’altra volta la valle.

Mi dice che mi ama. Di non temere. Che dopo il dolore viene la pace infinita. Mi consola. Non dubito. Lo so, perché l’ho vissuto. La mia anima si riempie di pace. Non ho nient’altro da fare. Taccio.

Come Giovanni e Giacomo che non dicono nulla. In quei momenti mi sento così. Custodisco tutto nell’anima. Lì nel silenzio sono turbato.

Come può la mia anima trattenere tanta gioia dentro di me? È come se fossi lacerato dentro e mi sfuggisse quell’acqua che mi arriva a fiumi dal cielo. La visione di Dio nella mia vita. La musica celestiale della sua presenza.

Momenti in cui mi sento pieno, realizzato, felice, pieno di gioia. Durano poco. A volte sono solo secondi, altre volte durano di più. Sono momenti di Tabor nella mia vita.

Sento che Gesù mi ha portato come i suoi sulla cima del monte della mia vita per contemplare la sua gloria. Cos’altro posso chiedere? Le parole sono superflue. Non riesco a descrivere ciò che prova il mio cuore. Sono pieno.

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