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Far nascere un figlio da donatore anonimo o madre surrogata, è come amputarlo!

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Silvana De Mari - pubblicato il 19/03/19

Affermare che non è importante per un bambino avere suo padre e sua madre perché ci sono bambini che non li hanno e se la cavano, è come affermare che non è importante avere le gambe perché ci sono bellissime persone che ne fanno a meno e partecipano anche alle olimpiadi.

Questa giovane donna Aimee Mullins ha subito una ferita primaria: l’amputazione delle gambe all’età di un anno. Questo non le ha impedito di diventare una modella, un’atleta e di correre i 100 metri. L’essere umano è una creatura straordinaria. È nel dolore che gli dei ci rendono visita, è nelle ferite che incontriamo Dio. Perdere le gambe è una ferita primaria come è una ferita primaria perdere la madre o non avere il padre. Una ferita che l’essere umano può superare perché questa è la nostra straordinaria natura. Mio suocero è nato orfano di madre, morta per darlo alla luce. Questa ferita credo lo ha reso un padre molto severo, ma non gli ha impedito di essere un nonno dolcissimo. Capitani di industria e fondatori di imperi sono usciti da orfanotrofi, ma la ferita esiste, come esiste il velo di tristezza che questa bellissima donna nasconde quando al mattino deve scegliere quale delle coppie di gambe mettere (ne ha diverse a seconda del tacco).

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Esistono bambini senza madre, morta di parto, esistono bambini che non conoscono il nome del padre, e questi bambini lo superano, ma lo superano nel dolore. Affermare che non è importante per un bambino avere padre e madre e che siano i suoi perché ci sono bambini che non li hanno e se la cavano, ha lo stesso senso che affermare che non è importante avere le gambe perché ci sono bellissime persone che ne fanno a meno e partecipano anche alle olimpiadi.

Far nascere un bambino orfano di padre, figlio di donatore anonimo, con metà del suo senso di identità spazzato via è un’amputazione di una parte della propria storia e di una parte del senso del sé. La perdita della madre, della donna che ha portato la gestazione, è una catastrofe tale che per tutta la vita restano alti gli ormoni da stress. Se volete diventare madre ma l’età o una patologia fisica ve lo impediscono, rinunciate alla gravidanza, non fatela portare a una donna povera, e adottate un bambino. La gravidanza non è nelle vostre potenzialità, non è il vostro destino. Se siete attrici, amministratrici delegate, paracadutiste e non avete tempo per una gravidanza, lasciate stare: desiderate fare “di meglio” che portare avanti una gravidanza, continuate a fare questo meglio e lasciate perdere la maternità, che comincia con la gravidanza .

Se volete diventare madre, ma non siete in grado di accettare e amare il corpo di un uomo, allora lasciate perdere: non avrete la capacità di amare il corpo maschile di un figlio maschio e di far capire a una figlia femmina il valore della femminilità. Se volete diventare padri, ma il corpo di una donna non vi affascina, non siete in grado di diventare padri. Prendete atto della cosa. Diventare genitori a distanza di un bambino e di una mamma poveri, anche una piccola distanza, che questo bambino vi conosca, che siate i suoi zii, che possiate vederlo crescere, essere fieri dei suoi successi e allora sarete persone che portano luce nel buio e ordine nel caos. Altrimenti diventerete persone che distruggono l’ordine verso il caos e annientano la luce nel buio.
Fate il contrario .
Siate Re Magi: coloro che portano doni.




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QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA SILVANA DE MARI

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