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“Tamara”, il progetto che trasforma la vita delle donne nella missione di Gode (Etiopia)

6 Christopher Hartley

Jaime Septién - pubblicato il 18/03/19

Una delle tante iniziative del sacerdote e Missionario della Misericordia Christopher Hartley in quella regione desertica

Nella sua “Lettera dal Deserto” numero 28, il missionario Christopher Hartley sottolinea che più di quattro anni fa ha dato vita a “Tamara”, un programma per donne – e i loro figli – malate di Aids e altre malattie, per la maggior parte dedite alla prostituzione.

In questi anni, le donne hanno imparato a tessere oggetti semplici e colorati: borse, astucci, portafogli, porta fazzoletti…

“Hanno iniziato una nuova vita, più dignitosa. Molte di loro sono riuscite a uscire da una vita infernale, degradante e decadente. A poco a poco, con affetto, con la terapia, con la preghiera, il dialogo e la consulenza, hanno dato una svolta alla propria vita”, scrive il sacerdote britannico-spagnolo.

Una missione davvero cattolica

Padre Hartley – ben noto per il suo ruolo di difensore dei migranti haitiani nella Repubblica Dominicana, che ha dovuto abbandonare a seguito di pressioni politiche – dice che le donne etiopi nella Missione di Gode “hanno trovato una nuova vita, hanno imparato una professione molto più dignitosa della compravendita del proprio corpo”.

Attraverso il progetto “Tamara”, possono ora pagare l’affitto della propria abitazione e provvedere al sostentamento quotidiano proprio e dei loro figli. Ciascuna dispone anche di un conto bancario.

“Tutto ciò che si ricava dalla vendita delle cose confezionate va totalmente a loro. Noi siamo sono responsabili del fatto di aiutarle a vendere i prodotti”, spiega il missionario nella sua “Lettera dal Deserto”.

Molte di queste donne, ricorda, hanno avviato delle attività proprie, sono tornate nelle regioni d’origine, dalle loro famiglie e dalla loro gente. “Grazie a questa missione cattolica hanno potuto iniziare una vita nuova”.

Cambiamento radicale

Nel tempo di permanenza nella Missione di Gode, le donne hanno ricevuto assistenza a livello medico, ottenendo tutti i farmaci necessari e i promemoria per non saltare le visite.

“Altre sono morte tra noi, o sono morti i loro figli. Le abbiamo accompagnate nella Via Crucis della loro vita, abbiamo pianto con loro, abbiamo asciugato le loro lacrime, lavato le loro piaghe, bendato le loro ferite, come se si trattasse del corpo di Nostro Signore Gesù Cristo… e infine le abbiamo accompagnate al cimitero e abbiamo pregato per l’eterno riposo della loro anima, che abbiamo affidato al nostro Buon Dio e alla sua Benedetta Madre”, scrive padre Hartley.

“Era giunto il momento di fare un passo avanti, e confidando nella Provvidenza di Dio abbiamo preso in prestito dei fondi che avevamo riservato per le opere della missione e siamo riusciti a comprare 15 macchine da cucire industriali”.

Nella Missione di Gode è stato anche assunto un docente perché formasse le donne del programma. “È un cambiamento radicale nella loro vita. Siamo sicuri che un titolo di sarte industriali può aprire loro molte porte e aiutarla a crearsi una strada propria”.

El Padre Christopher Hartley en una de las iglesias destruidas en Etiopía
@Foto enviada por el padre Christopher Hartley
Padre Christopher Hartley in una delle chiese distrutte in Etiopia.

Sostenere questo progetto vale la pena

“Ci riempie di emozione e di sano orgoglio vedere come cambia la loro vita, come si dispiegano i loro talenti e i doni ricevuti da Dio, come stanno bene sentendosi utili. Vederle svilupparsi come persone, come donne, madri, lavoratrici, grazie al lavoro della Chiesa-madre è per me un motivo di enorme gioia pastorale”, afferma padre Hartley nella sua lettera.

È ovviamente importante l’aiuto di chi può apportare qualcosa al programma “Tamara”. Per avviarlo e comprare le macchine da cucire sono stati sottratti fondi ad altri progetti che ne hanno comunque bisogno.

“Ogni macchina costa 700 €. Qualcuno vuole aiutarci a pagare una macchina, partecipando anche solo parzialmente? Vi prego di aiutarci per quanto potete, è davvero un progetto che vale la pena di aiutare”.

Tutti i dati sulla Missione e su come aiutarla sono disponibili sul sito http://www.missionmercy.org

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