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Giudicare significa usare la verità come il demonio, per fare del male!

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 18/03/19

Gesù nel vangelo di oggi ci invita a mettere il nostro cuore nella miseria degli altri. Ad amarli con misericordia.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio». (Lc 6,36-38)

“Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro”. Se la misericordia è l’esperienza di sentirci amati nella nostra miseria, allora si comprende perché noi diciamo che l’amore di Dio è misericordioso. Gesù nel vangelo di oggi ci invita ugualmente a saper mettere il nostro cuore nella miseria degli altri. A saperli amare con misericordia. Finché non ameremo di misericordia allora giudicheremo e basta. E giudicare significa usare la verità così come la usa il demonio, per fare del male. “Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato”. Infatti si può ricevere solo ciò di cui si è disposti ad accordare agli altri. Non è una logica a specchio, né semplicemente un dispetto da parte di Dio ma solo un’immensa lezione di come funziona l’animo umano. Infatti molto spesso non riusciamo a perdonare gli altri perché non accettiamo noi di essere perdonati, e siamo troppo esigenti con gli altri perché lo siamo eccessivamente con noi stessi, e guardiamo sempre il male degli altri perché è strutturato dentro di noi un giudizio che ci fa sentire costantemente sbagliati e sul banco degli imputati. “Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi”. È in noi un potenziale di amore traboccante, dobbiamo solo rendercene conto e usarlo. Con la stessa potenzialità accoglieremo l’amore nella nostra vita. È un po’ come dire che non riusciremo mai veramente a ricevere se non ciò che abbiamo dato, e che l’altro molto spesso è l’unica opportunità che noi abbiamo per recuperare un buon rapporto con noi stessi. È per questo che il cammino di fede è sempre legato anche alla qualità delle nostre relazioni umane. Il fratello è sempre la cartina di torna sole che mi fa capire a che punto è il mio percorso di fede. Scrive San Giovanni: “Come puoi dire di amare Dio che non vedi se non ami tuo fratello che vedi?” (Lc 6,36-38)

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