Mercoledì sera ho avuto il piacere di vedere in anteprima La mia seconda volta prodotto da Simone Riccioni, Linfa Crowd 2.0 in co-produzione con Vargat Film e distribuito dalla Dominus Production fondata da Federica Picchi Roncali. Una pellicola diversa dalle precedenti, Cristiada e God’s Not Dead per citarne soltanto due, dove la fede è protagonista, ma che ha in comune con esse la centralità dei rapporti umani, l’importanza dei legami di amicizia. Durante la visione del film c’è stata una frase in particolare che ha colpito la mia attenzione:
Può una cosa rotta diventare più bella di prima? dipende dalla cura che si ha nel mettere assieme i pezzi, dipende dalla passione che gli si dedica, dipende dall’amore…
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Ispirato ad una storia vera
La mia seconda volta per la regia di Alberto Gelpi è un film liberamente ispirato ad una storia vera, quella di Giorgia Benusiglio una giovane che nel 1999 è miracolosamente sopravvissuta, grazie ad un trapianto di fegato, dopo aver assunto metà pasticca di ecstasy. Quella terribile esperienza ha cambiato profondamente Giorgia, che ha scelto di spendere la sua vita per informare i giovani di tutta Italia dei rischi e delle conseguenze legati all’assunzione di droghe. Così ha trasformato la sua disgrazia, il suo errore, in una lezione di vita per gli altri. Il film prende ispirazione proprio dalla sua esperienza.