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Come “funziona” il tuo cuore? Sai riconciliarti con l’altro?

FEMMES S'ENLAÇANT

© Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 15/03/19

Tutti abbiamo sperimentato che ci sono tanti modi di uccidere un fratello: con le parole, con gli atteggiamenti, con i silenzi. Gesù ci invita ad avere un cuore diverso, un cuore che funziona davvero fino alle estreme conseguenze.

Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! (Mt 5,20-26)

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli”. Dobbiamo sempre tenerlo a mente. A noi il Signore non ci chiede semplicemente di stare alle regole, ma di imparare a saper andare oltre la semplice regola. E andare oltre significa saper cogliere che ciò che conta è la sostanza e mai semplicemente la forma. Molte volte noi salviamo la forma, l’apparenza, le regole intese come schemi, ma ci perdiamo la sostanza vera delle cose. Un cristiano è chiamato a saper andare al cuore della realtà e non fermarsi semplicemente a salvare la forma. “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna”. Sembra un po’ un’esagerazione quella di Gesù nel vangelo di oggi, eppure penso che tutti abbiamo sperimentato che ci sono tanti modi di uccidere un fratello. Certe volte possiamo uccidere con le parole, con gli atteggiamenti, con alcune scelte, con i silenzi, e tutto senza trasgredire formalmente nessuna regola. Ma nella sostanza si. Ed è questo quello che conta. Ecco allora il motivo per cui Gesù invita ad avere un cuore diverso, un cuore che sa riconciliarsi prima di presentare l’offerta e che sa mettersi d’accordo con l’avversario prima di fare una brutta fine. “Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!”.
In fin dei conti non sta dicendo solo di avere un cuore che funziona, ma di farlo funzionare perché questa è la vera furbizia del cristiano: avere un cuore che funziona davvero fino alle estreme conseguenze. (Mt 5,20-26)

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