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Voglio guarire, ma da dove inizio?

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Joshua Porter-(CC BY-NC-SA 2.0)

Luz Ivonne Ream - pubblicato il 15/03/19

4 passi verso l'esperienza profonda dell'amore e del perdono

A volte, le nostre ferite emotive e spirituali possono renderci deboli e spingerci ad allontanarci da Dio. È come una persona che ha un sistema immunitario debole ed è più propensa a prendere alcuni tipi di malattie.

Questo ha molto a che fare con il tema dell’affettività. Se una persona ha certe carenze affettive che vengono dall’infanzia, ovviamente non è peccato. Avrà però la tendenza a cercare l’amore umano in un modo che la può portare a peccare.

Secondo fra’ Nelson Medina,la guarigione interiore prevede 4 passi principali:

1. Riconoscere

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Riconoscere è come dire “Sì, ho bisogno di aiuto”.

Bisogna rendersi conto dei sintomi. Se manca continuamente allegria o pace, c’è qualcosa dentro che va guarito.

Scoprire le ferite emotive può essere molto difficile per via di superbia ed ego – riconoscere di non essere tanto bravi o tanto perfetti ci toglie punti agli occhi del mondo.

Riconoscere le ferite richiede un profondo atto di umiltà, ma una volta riconosciute più di metà del cammino è fatta. E questo costa lavoro perché la nostra tendenza come persone è quella di giustificarci.

In generale, soprattutto agli uomini costa di più riconoscere le proprie debolezze o le proprie ferite, perché alcuni credono che questo tolga loro mascolinità o li faccia sembrare deboli. Alle donne costa particolarmente guardarsi allo specchio. Qualcune vedendo qualche difetto pensano subito di essere brutte.

E allora, come ci costa guardarci allo specchio e riconoscere ciò che non ci piace, ci costa anche guardarci dentro e renderci conto che abbiamo delle ferite. È come una negazione della realtà.

Riconoscere che in noi ci sono sentimenti negativi è anche liberatorio. Come si può fare? Pensate semplicemente alle persone che preferireste non vedere o per cui pregate: “Dio mio, eliminalo… no, scusa, illuminalo!” Le persone che forse avete cancellato dalla vostra vita e a cui in qualche modo state dando potere su di voi, su come vi sentite e sul vostro stato d’animo…

Quando si fa di tutto per evitare una persona, è possibile che in fondo si provi paura. Spesso non si teme la persona, ma ciò che rappresenta o che abbiamo vissuto con lei.

Il “miracolo” in questo caso è ricordare serenamente quello che si è vissuto con quella persona perché non ci turbi più. Quando si inizia a riconoscere di provare paura o rancore nei confronti di una persona o di sentirsi complessati e inferiori, è già un grande passo che porta all’inizio della guarigione, ed è bene viverlo non solo sul piano psicologico o umano, ma insieme a Dio.

2. Dimensionare

SMILE
Public Domain

Significa dare alle cose la giusta importanza.

Si può pensare che i propri problemi siano i peggiori, i più grandi che qualcuno possa mai aver avuto. Sì, può essere che le ferite che gli altri ci hanno inflitto o che ci siamo autoinflitti siano gravi, ma bisogna vederle per come sono realmente, inserendo le cose nel loro contesto.

Dimensionare vuol dire anche rendersi conto che il peccato è potente, è vero, ma non è onnipotente, e soprattutto non è più grande della misericordia e del perdono di Dio. Scoprendo questo ci rendiamo conto del fatto che c’è un rimedio per i nostri mali.

Dimensionare le cose con gli occhi del Vangelo, ovvero vedere come ha agito Cristo con i peccatori, aiuta molto.

Un altro aspetto da menzionare è il fatto di rendersi conto che ciò che abbiamo vissuto non è la cosa più grave: “Piangevo perché non avevo scarpe fino a quando ho conosciuto qualcuno che non aveva piedi”.

3. Ricevere amore

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L’essenza di ogni guarigione è sempre ricevere amore. Siamo stati creati non per necessità, perché nessuno ha obbligato Dio, ma per puro amore, perché ci ha amati. E allora, solo avendo quell’incontro con Dio Padre sperimenteremo e capiremo cosa sia un vero Padre.

Se nessuno ha obbligato Dio a crearci nonostante i nostri difetti e le nostre mancanze, significa che Egli sarà sempre disposto a riscattarci e a guarirci, a risollevare la nostra esistenza e a rimetterci in pista, perché ha un progetto per noi.

Se vogliamo guarire completamente, è fondamentale aprirci all’amore di Cristo, invocando il suo Spirito Santo confidando nella sua grazia che guarisce.

Con l’amore di Gesù mi renderò conto che tutte le altre persone sono solo barlumi di Dio, perché il vero amico è solo Gesù.

Iniziare il percorso di guarigione è aprirsi all’amore di Cristo, non idolatrare nessuno ed essere disposti ad accogliere coloro che vengono scelti da Cristo, perché uno solo è il Cristo che guarisce tutti noi.

Ricevere amore è aprirsi a quell’esperienza di grazia e di tenerezza che Dio vuole infondere in noi per mezzo del suo Figlio, aspettare tutto da Cristo Gesù, in cui si rivela il volto del Papà Dio.

Non bisogna idolatrare nessuno né aspettarsi tanto da nessuno, perché siamo tutti peccatori. Bisogna cercare di vivere sempre un’infanzia spirituale e di essere come bambini.

Il Vangelo parla di come Gesù prenda i bambini e li benedica, e questo in un’epoca in cui veniva data loro ben poca importanza.

È molto importante rendersi conto del fatto che aprirsi all’amore è accettare gli altri, quelli che mi hanno offeso, perché anche loro sono creature di Dio, e che il Cristo che guarisce me è lo stesso Cristo che guarisce i miei nemici.

Come aprirsi per ricevere l’amore di Dio? È qui che diventa importante il fatto di riconoscere che il medico o Cristo che mi guarirà è lo stesso che guarirà gli atri, e che ho davvero bisogno di guarire. Ciò vuol dire che nella necessità siamo tutti fratelli, perché uno solo è il Cristo che ci guarisce.

4. Definire il cammino

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Milosz_G | Shutterstock

Significa riconoscere che tipo di cose bisogna cambiare nella propria vita.

Il primo cambiamento, secondo Santa Caterina da Siena, è aprirsi alla preghiera. Ad esempio, iniziare a pregare per i nemici, soprattutto per chi ci ha fatto del male.

Definire il nostro cammino è molto importante, perché l’unico modo per consolidare il bene nella nostra vita è consolidare in essa l’amore di Dio, perché chi non ama il fratello che vede non può dire di amare Dio che non vede.

Quando riconosco che c’è qualcosa da curare, dimensiono la mia ferita e mi apro per ricevere l’amore di Dio, mi è più facile iniziare il cammino della preghiera.

Questa preghiera si può recitare anche per i defunti o per le persone con cui non siamo riusciti a risolvere i nostri conflitti e sono già morte.

È questo uno dei motivi principali per cui abbiamo bisogno di guarigione – per poter sentire l’amore di Dio in modo pieno.

Guariremo la ferita nella misura in cui sperimenteremo in profondità l’amore e il perdono di Dio, perché Egli è l’unico che guarisce e salva.

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