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3 pratiche cattoliche per le persone “spirituali ma non religiose”

Corpus Domini

Antoine Mekary | ALETEIA

Suor Theresa Aleteia Noble - pubblicato il 14/03/19

Tante persone “spirituali” anelano a qualcosa di più... cosa potrebbe essere?

Come la maggior parte di voi sa, c’è un numero sempre più alto di persone che hanno iniziato a identificarsi come “spirituali ma non religiose”. Ho sempre sospettato che questa definzione in realtà abbracci un gruppo molto vario di persone, alcune delle quali sono più vicine all’agnosticismo ma non vogliono ammetterlo, mentre altre praticano periodicamente la fede ma non vogliono identificarcisi troppo.

Ho anche creduto a livello aneddotico che la frase “spirituale ma non religioso” sia usata raramente dalle persone che in realtà implementano molte pratiche spirituali nella loro vita. Penso, però, che la gente che usa questa definizione in modo autentico voglia essere più spirituale, il che è il motivo per cui la usa. Questa definizione comunica al contempo un’alienazione da Dio (mostrata in un distacco dalla maggior parte delle pratiche spirituali) e un autentico desiderio di avere un rapporto con Lui.

Di recente ho letto uno studio interessante condotto qualche anno fa da una sociologa della religione, Nancy Ammerman, che ha confermato questo fatto. Il suo studio ha verificato che la maggior parte delle persone “spirituali” dipende molto dalle tradizioni e dalle pratiche religiose. La sociologa ha infatti scoperto che le persone “più attive nella religione organizzata erano anche le più impegnate nelle pratiche spirituali e in una visione spirituale del mondo”, e che “le persone con il più forte senso della presenza sacra sono quelle che partecipano ad attività religiose che favoriscono la conversazione e il rapporto”.


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In altri termini, sembrerebbe che lo “spirituale” nello “spirituale ma non religioso” sia piuttosto dipendente dalla partecipazione a una tradizione religiosa.

La nostra cultura individualista e relativista porta naturalmente a un desiderio gnostico di separare le pratiche religiose (corpo), associate al dogma e alle regole, dalla spiritualità (anima), associata al rapporto con Dio. La nostra realtà umana, però, non permette che questo accada. Siamo sia corpo che anima. Se non usiamo il nostro corpo nella vita spirituale, la nostra anima soffre.

Un modo semplice per spiegare questo fatto è legato alla nostra comprensione secolare del formare un’abitudine. Se vogliamo essere sani non basta desiderare di esserlo, o anche sviluppare una mentalità sana. La salute implica sia il corpo che la mente, che sono collegati tra loro.

Perché dovremmo pensare che la spiritualità sia qualcosa di diverso?

Una persona “spirituale ma non religiosa” è molto probabilmente una persona emotivamente matura che guarda Netflix tutto il giorno, mangia cibo spazzatura, non ha un lavoro e trascorre tutto il suo tempo sul divano. Non esiste molta gente di questo tipo, perché la salute del corpo e quella della mente sono collegate, come spiritualità e religione sono inseparabili.




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Diciamocelo, le tradizioni religiose stabilite hanno migliaia di anni di esperienza e di conoscenza accumulata nel campo della crescita spirituale. Non ha senso rifiutare quella saggezza se il rapporto con Dio è davvero importante per una persona.

Essendo questo vero, credo che ci siano molte persone “spirituali ma non religiose” che anelano a più “spiritualità” ma non sono sicure di come ottenerla. E la risposta semplice è “religione”.

Siete stati allevati nel cattolicesimo ma vi identificate come “spirituali ma non religiosi”?

Conoscete qualcuno che sia “spirituale ma non religioso?”

Andate a Messa in modo più o meno regolare ma cercate qualcosa di più?

Ecco tre pratiche religiose che potete sviluppare e che vi aiuteranno nella vostra vita spirituale:

  1. Praticate un esame quotidiano: questa pratica ha radici antiche ed è stata applicata per secoli da persone che volevano seriamente svilupparsi a livello spirituale. In genere implica cinque passi in cui ci poniamo alla presenza di Dio e ripercorriamo la nostra giornata. Questa preghiera non è un momento per batterci il petto, ma per analizzare la giornata nel ringraziamento e chiedere a Dio la grazia di fare meglio nei campi in cui non siamo spiritualmente maturi. Ci aiuta a crescere nella virtù e a sviluppare un atteggiamento di gratitudine. Se volete seguire questo esame in modo efficace, riservate un tempo per la preghiera e assicuratevi di rispettarlo ogni giorno.
  2. Camminate dicendo un Rosario: molte persone “spirituali ma non religiose” trovano Dio nella natura, e questo è del tutto comprensibile. Mi sono convertita dall’ateismo poco dopo aver lavorato in una fattoria ogni giorno per molti mesi, e non è stata una coincidenza. Un modo per combinare pratiche religiose e natura è pregare – non solo provare un’ondata di gratitudine e stupore sul momento, ma pregare in modo meditato mentre si cammina o si fa un’escursione. Il Rosario è una grande rivisitazione di alcuni degli eventi principali dei Vangeli, e ho verificato che camminare mentre si recita è uno dei miei modi preferiti di pregarlo.
  3. Adorazione eucaristica: cercate una cappella nella vostra zona, e se non riuscite a trovarne una scoprite quando è aperta la vostra chiesa. Potete non credere nell’Eucaristia. Potete anche non sapere cosa sia, al di là di un vago ricordo della Prima Comunione, ma provateci. Andare in una cappella dell’adorazione eucaristica è un ottimo modo per strutturare un momento di preghiera. Impegnatevi ad andarci una volta a settimana per un’ora. Sedetevi alla presenza di Dio. Non stressatevi troppo pensando a cosa dovreste fare o pensare. Parlate semplicemente a Dio come fareste con un amico. Poi sedete in silenzio e lasciate che la presenza di Dio vi avvolga. Non combattete i dubbi che potrebbero venirvi. Permettete solo che fluiscano via mentre voi siete avvolti nel silenzio.

Ovviamente, essendo una suora, spero che pensiate di tornare se siete cattolici che non vanno a Messa da un po’. Se siete diffidenti ma volete davvero inserire alcune pratiche spirituali nella vostra vita, è un buon inizio e non fa tanta paura come tornare a Messa la domenica e sedervi in un banco in fondo alla chiesa. Anche se potrebbe non essere una cattiva idea.

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