Si paventavano pene ben più alte. Tra meno di 4 anni potrà già richiedere la scarcerazione. Intanto i legali confermano il ricorso in appello
Il cardinale australiano George Pell è stato condannato a sei anni di carcere per abusi sessuali su minori dal tribunale di Melbourne: dovrà scontare almeno tre anni e otto mesi prima di poter chiedere di essere scarcerato. Il giudice Peter Kidd della County Court del Victoria ha dichiarato di aver valutato gli «odiosi crimini» commessi dal religioso. Ha inoltre citato il suo «grave» abuso di potere (La Presse, 13 marzo).
Pell, ex prefetto della Segreteria dell’Economia della Santa Sede, è il primo porporato di così alto grado ad essere condannato per pedofilia. Ha ascoltato la sentenza impassibile, bastone in mano, giacca beige e maglietta nera, in piedi affiancato da tre poliziotti.
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Il ricorso contro la sentenza
Il cardinale è stato accusato e condannato per le violenze sessuali verso due coristi di 12 e 13 anni J. e R. dopo la messa nella cattedrale di St. Patrick a Melbourne nel 1996, dove si era insediato da poco come arcivescovo, e una seconda aggressione sessuale nei confronti di uno dei due minori, due mesi dopo.
Reati per cui Pell si dichiara innocente: gli avvocati hanno già presentato ricorso in appello e le prime due udienze sono fissate per il 5 e 6 giugno prossimi.
Umiliante, sfrontato, forzato
Il giudice ha parlato di «un attacco sessuale alle vittime sfrontato e forzato». «Gli atti erano sessualmente evidenti, entrambe le vittime erano visibilmente e udibilmente angosciati durate le molestie. Vi è stato un ulteriore livello di umiliazione che ciascuna delle tue vittime deve aver provato nel sapere che l’abuso avveniva in presenza altrui», ha affermato, sottolineando anche che l’aggressione ha avuto «un impatto lungo e duraturo» sulla vita delle due vittime (una delle due si è suicidata qualche anno fa) (La Stampa, 13 marzo).
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Il processo del Vaticano
Intanto il Vaticano ha già annunciato che «dopo la sentenza di condanna di primo grado nei confronti del cardinale Pell, la Congregazione per la dottrina della fede si occuperà ora del caso nei modi e con i tempi stabiliti dalla normativa canonica».
Un procedimento simile a quanto avvenuto recentemente con l’ex cardinale di Washington, Theodore Edgar McCarrick, ridotto allo stato laicale dal Papa dopo essere stato condannato dall’ex Sant’Uffizio per «sollecitazione in confessione e violazioni del sesto comandamento del decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere» (Il Fatto Quotidiano, 13 marzo).
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