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Figli e S. Messa: solo in chiesa mi accorgo che Sandy la giraffa è rimasta a casa!

BABY WITH MUM

Di Valery121283 - Shutterstock

Aleteia - pubblicato il 13/03/19

E voi, anche voi avete un "campo base" nella chiesa della vostra parrocchia, dove sapete di poter lasciare in libertà vigilata i vostri bimbi piccoli? E temete i rimbrotti di qualche zelante fratello? E se invece vi sorprendesse qualcuno con un sincero, inatteso incoraggiamento?

di Zelia Pastore

Vangelo di oggi, le tentazioni di Gesù nel deserto (Mt 4,1-11). Arrivo in chiesa 49 secondi prima dell’inizio della messa: un record. Mi dirigo sfrecciando con il passeggino nel CAMPO BASE, ovvero un’ala di fianco all’altare dove la bambina può camminare senza essere vista da tutta la platea di fedeli compostamente seduti. Nel frattempo, non so come, lei è già riuscita a togliersi le scarpe. Scende dal passeggino, mentre io passo al radar i miei compagni di panca: qualche signore dormiente, un gruppetto di adolescenti, delle famiglie con figli grandi. Non male, potrebbero essere clementi. Finita la mia ricognizione bellica, la messa inizia. Sistemo tutti gli animaletti e i libretti ORDINATAMENTE sulla sedia davanti alla nostra postazione, sperando che almeno per la prima lettura catturino il suo interesse.


TODDLER,MASS

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Grazie ad una signora anziana che si presta al gioco del “cucù” da dietro la panca, arriviamo indenni fino al Vangelo. Ed è lì che mi accorgo di aver lasciato a casa LEI, la giraffa Sandy, ovvero il gioco preferito. Mentre inizio, compostamente, a sudare freddo, inizia anche la predica.

..siamo in tempo di Quaresima: tradizionalmente siamo portati a pensarlo come ad un periodo di penitenza e sacrificio, con i famosi fioretti, ed è certamente importante ribadire questo concetto. La quaresima è sì un periodo di penitenza e fioretti ma io penso ancor di più che la quaresima sia un tempo di grazia, e dunque un tempo propizio.
GIRAFFA PELUCHE
Di BK666- Shutterstock

Qui smetto di cercare convulsamente la giraffa di plastica e i suoi amici nello zainetto dei giochi e drizzo le antenne. La bambina nel frattempo ha di nuovo le scarpe e sta andando su e giù da un gradino basso. Valuto che non siamo in zona “caduta da trauma cranico” e cerco di proseguire nell’ascolto.

Perché siamo chiamati a resettare la nostra vita, a capire cosa significa per me essere credente, che cosa significa per me la figura di Gesù. E noi sappiamo che quando i nostri rapporti con il Signore così come i nostri rapporti con gli altri passano attraverso la categoria dell’ovvio e dell’abitudine, corriamo poi il rischio di viverli in maniera superficiale. E allora la quaresima è un tempo in cui siamo chiamati ad approfondire maggiormente che cosa significa essere credenti.

FIGLI, CHIESA, MESSA

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La bambina ha trovato da sola nello zaino un elefantino, e lo sta mostrando al signore che dorme. Lui non la può vedere perché appunto dorme, ma i figli accanto a lui, compassionevoli, le sorridono.

E il Vangelo di oggi ci fa una bella fotografia dell’uomo credente. Una fotografia bella perché veritiera, un’immagine che mette in risalto le difficoltà del nostro essere uomini. E la fatica maggiore dell’uomo e che allo stesso tempo è la sua grandezza, è che l’uomo è posto davanti a delle scelte. La bellezza e la fatica dell’uomo consiste sostanzialmente nella sua possibilità di scegliere.

Io che pensavo che la scelta di oggi fosse solo a che punto della messa infilarle il ciuccio in bocca, riconsidero brevemente le mie fatiche alla luce di questo concetto. Nel frattempo l’elefante ha perso di interesse, le candele (spente) davanti all’immagine della Madonna finiscono una ad una per terra, silenziosamente.

Educare i nostri ragazzi alle scelte è forse la cosa più bella e nello stesso tempo più difficile. Il problema diventa che cosa devo scegliere? A cosa devo porre attenzione nelle mie scelte? Il Vangelo di oggi ci viene incontro, perché il Signore Gesù, il figlio di Dio, anche lui è stato posto dal Diavolo davanti a delle scelte. Il tentatore dice a Gesù: “Io ti posso offrire quello che tutti gli uomini vorrebbero: la ricchezza, il potere e il successo”. Il figlio di Dio non misconosce queste cose perché essere cristiani non vuol dire avere in antipatia la ricchezza, il potere e il successo, sono cose a cui tutti noi aspiriamo. Ma il Vangelo ci dice una cosa importante: tu, caro uomo, non sei né la tua ricchezza né il tuo potere né il tuo successo. Perché se tu fossi questo, saresti un uomo infelice.

Vedo con la coda dell’occhio che la bambina ha una scarpa sola. Rimetto quella mancante.




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Il Vangelo dice ben vengano ricchezza, potere e successo ma tu non sei queste cose, tu sei un’altra cosa. E la tua felicità non consiste nell’inseguire queste chimere ma nel vivere appieno la tua vocazione, che è quella di essere un essere aperto all’assoluto. Nella misura in cui nella nostra vita noi siamo capaci di tenere sempre aperta la porta verso l’assoluto e quindi di cercare in tutto quello che facciamo la volontà del buon Dio, allora in questo desiderio, in questa fame dell’Assoluto noi troveremo la nostra felicità.

Si è inginocchiata su una panca. Potrebbe sbattere i denti su quella davanti. O potrebbe non farlo. Opto per la seconda.

Il Vangelo non ci propone una cosa diversa dalla nostra umanità, ma ci propone la pienezza, la felicità e la realizzazione della nostra vita perché siamo capaci di mantenere sempre aperti la finestra, la strada con l’Assoluto. Allora ecco che Gesù posto davanti alla tentazione del Diavolo che gli dice “Gesù tu diventa il tuo successo, il tuo potere, la tua ricchezza” risponde in maniera chiara. “Io non sono tutte queste cose, perché la mia bellezza consiste nel fare la volontà di Dio”.

Stufa del silenzio in sala, pensa bene di romperlo cantando Alleluja alleluja. In Quaresima. Prendo il ciuccio.

Quello che dobbiamo chiedere all’inizio della quaresima è di non aver paura di fare delle scelte. Noi dobbiamo avere la forza di fare le nostre scelte, ponderate alla luce del Vangelo. Sei figlio di Dio, vivi di conseguenza. Vivere la conseguenza di essere cristiani è il nostro obiettivo.

Stordita da questa rivelazione, recupero la bambina che nel frattempo è quasi salita sul pulpito, senza scarpe. Mi si avvicina una suora: pensavo di averla fatta franca ma evidentemente mi sbagliavo. Mi proporrà una consulenza con un pedagogista, lo so. Speriamo che almeno sia un servizio parrocchiale gratuito.

Ciao bella bambina, come sei stata brava. Che bella voce che hai, grazie di essere venuta a messa.

Sto per scoppiare a piangere davanti alla sorella, ma mi limito a dire:

Grazie.

GIRL AT CHURCH

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