Con l'ironia fresca di chi ha un messaggio buono da raccontare, Maris Bletchner ricorda le cose più assurde che si è sentita dire come madre adottiva.
Maris Bletchner è una nonna felice di New York, con un passato da insegnante di lingua inglese e una storia familiare che l’ha portata a fondare un’agenzia di servizi per adozioni nazionali e internazionali chiamata Family Focus Adoption. Non è un’attività a fine di lucro e non si occupa solo degli aspetti burocratici legati all’adozione: si pone a disposizione di madri che affrontano una gravidanza difficile, offrendo loro l’opportunità di scegliere la vita e dare in adozione il figlio; aiuta i genitori che accoglieranno un figlio adottivo a prendere consapevolezza del percorso emotivo che li attende.
Maris conosce l’esperienza di essere genitore adottivo in prima persona e ci scherza su, ma la sua ironia tocca il nervo scoperto di argomenti delicati riguardo all’essere madre di figli non partoriti. Ha raccolto in
i suoi ricordi e anche le cose più assurde che si è sentita dire nel corso degli anni. Certi luoghi comuni sulla presunta superiorità dell’affettività biologica testimoniano una mancanza di educazione all’accoglienza, e si traducono in pregiudizi sedimentati nell’uso superficiale delle parole.
Ma l’ironia è la chiave giusta per affrontare seriamente il discorso. L’ironia ribalta gli equilibri, propone scorci azzardati, ci impone l’umiltà.
Siete dispiaciuti di non aver aspettato abbastanza?
Maris e suo marito hanno conosciuto la tragedia di perdere un figlio alla nascita. A questa sofferenza si è aggiunta l’ipotesi dolorosa di non poter più generare figli. Quasi come una risposta portata dal vento, è arrivata l’idea dell’adozione: mentre Maris era a tu per tu con il suo dramma, una sua collega le raccontò l’entusiasmo per l’arrivo di un figlio adottivo nella famiglia di suo fratello. Oltre all’informazione, i Bletchner lo presero come un invito personale. E se fosse la via anche per noi?