Aleteia logoAleteia logoAleteia
venerdì 29 Marzo |
Aleteia logo
Spiritualità
separateurCreated with Sketch.

Anche se ti mancano le parole, prega: chiamalo Padre, chiedi che sia fatta la sua volontà

PRAYING

Shutterstock-4Max

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 12/03/19

La preghiera non è trovare la formula giusta per convincere Dio di qualcosa, ma aprirgli il nostro buio e fare memoria dell'essere amati: perciò ripetere il Padre Nostro è un gesto nuovo ogni giorno.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.» (Mt 6,7-15)

[script_connatix_id_article cnx-video=”744658″ token=”80b71ee4-d96a-4bbc-ad3f-c4253690335b” /]

Il Vangelo di oggi inizia con una dritta sulla preghiera da non dimenticare mai: “Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.

Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate”. La preghiera, cioè, non è un tentare di trovare la formula giusta per convincere Dio di qualcosa. La ricerca delle parole nella preghiera non ha lo scopo di convincere Dio ma di rendere manifesto il nostro cuore. Ecco perché la preghiera ci fa bene, perché molte volte ci spinge a trovare le parole giuste per accendere una luce nel nostro buio.

E proprio da quel buio sale a Dio un grido di aiuto, una richiesta autentica, una parola vera e mai retorica. Per questo, per strapparci dalla logica della retorica e dalle parole vuote, Gesù ci insegna la preghiera del Padre nostro. Questa preghiera è così importante che buona parte del Catechismo della Chiesa Cattolica è fatto della spiegazione di questa preghiera. Sarebbe difficile per noi poter dire una parola su ogni parte di questa preghiera, ma certamente ciò che detta davvero la direzione giusta è ricordarsi che pregare significa chiamare Dio “Abba/Padre”. Solo se ci si ricorda che si sta parlando con un Padre allora tutto il resto delle cose dette assume un vero significato.

Infatti solo la convinzione di essere amato mi fa dire “sia fatta la tua volontà”. Solo la convinzione di sentirmi di qualcuno mi fa chiedere fiduciosamente il pane quotidiano. Solo l’esperienza della paternità mi fa consegnare i miei debiti con la speranza che anche io riesca a usare lo stesso modo di ragionare di Chi mi ha perdonato.

Solo la convinzione dell’amore mi fa osare di dire “non abbandonarmi alla tentazione ma liberami dal male”. Forse non ce ne sarebbe neppure bisogno di dirlo, ma la preghiera è innanzitutto un bisogno di dire ciò che Dio sa già. E persino quando ci verranno a mancare le parole, ci consolerà sapere che c’è chi le conosce già perché siamo Suoi.

#dalvangelodioggi

[protected-iframe id=”6b2ba21f89ba950e2efc1b12fb671c43-95521288-57466698″ info=”https://www.facebook.com/plugins/post.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FEpicoco%2Fposts%2F746495965793421&width=500″ width=”500″ height=”268″ frameborder=”0″ style=”border:none;overflow:hidden” scrolling=”no”]

Tags:
dalvangelodioggi
Top 10
See More