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Qual è la pratica quaresimale che va al cuore di tutte le altre?

PRAYER FOR LIFE,NEW YORK CITY,ROE V WADE

Jeffrey Bruno

Meg Hunter-Kilmer - pubblicato il 12/03/19

Se alcune risoluzioni quaresimali stanno già vacillando, prendete in considerazione questa

La Quaresima è iniziata da pochi giorni, e alcuni di noi potrebbero già essere stanchi delle penitenze che hanno scelto di fare. Siamo affamati e annoiati, e subiamo le conseguenze dell’astinenza dalla caffeina. E magari, nonostante il nostro brillante proposito di recitare un Rosario al giorno, ci siamo addormentati già più di una volta a metà della seconda decina.

Sarebbe irragionevole da parte mia suggerirvi di aggiungere un’altra pratica quaresimale?

Il Rosario è splendido, la Liturgia delle Ore è meravigliosa e la Lectio Divina è potente. Il proposito di ogni forma di preghiera, però, è quello di aprire il proprio cuore per rimanere in silenzio davanti al Signore per permettergli di parlarci.

Il problema è che la preghiera silenziosa a volte spaventa parecchio.


PREACHING

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Nella migliore delle ipotesi non sappiamo cosa dire, e allora ci distraiamo e ci frustriamo, e magari ci addormentiamo anche. Nel caso peggiore, temiamo di sentire quello che Dio potrebbe avere da dire, e allora lo teniamo a distanza di sicurezza con le stesse devozioni progettate per aiutarci ad avvicinarci a Lui.

L’aspetto splendido della preghiera silenziosa, però, è che non si può non essere bravi. E neanche essere bravi. Perché non riguarda noi.

Nessuno è naturalmente bravo nella preghiera contemplativa. È sempre e solo un dono. Il nostro compito è fare spazio nella nostra vita perché Dio vi si possa muovere, non proferire parole profetiche o andare in estasi. Il nostro compito è solo quello di metterci a disposizione.

E allora scegliamo il momento giusto della giornata e il luogo adatto, ci prepariamo con qualche minuto di lettura della Scrittura o qualche altra forma di preghiera e poi mettiamo da parte qualsiasi cosa per fare semplicemente spazio a Dio. Gli parliamo delle cose con cui stiamo lottando o di quelle che ci rallegrano, ma alla fin fine cerchiamo sostanzialmente di rimanere in silenzio.

Per alcuni potrebbe essere più frustrante e meno esplicitamente utile che per altre. Stare in silenzio davanti al Signore per molti di noi diventa un guardarsi l’ombelico o accendere e spegnere la mente per un po’. È importante ricordare che l’obiettivo della preghiera cristiana non è svuotarsi, ma riempirsi di Cristo.

E allora, piuttosto che pregare con l’obiettivo di provare a mettere a tacere la propria mente (cosa che a volte sembra impossibile), scegliamo un’ancora a cui aggrapparci, una frase, un’immagine o una canzone che fa meditare. Si potrebbe ripetere lentamente il nome di Gesù, oppure “Signore, abbi misericordia” o “Confido in Te”. Si potrebbe tenere in mano un santino con un’immagine della trasfigurazione del Sacro Cuore. Ci si potrebbe immaginare mentre si tiene in braccio Cristo bambino o gli si ungono i piedi.

L’idea non è tanto lavorare su quella frase o quell’immagine, rifletterci e lottarci per poi fare un riassunto di quello che si è imparato, quanto stare in silenzio davanti al Signore, e quando arrivano le distrazioni tornare all’immagine, alla frase o alla canzone piuttosto che frustrarsi per la propria incapacità di concentrazione.




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Potreste trovare questo approccio molto utile o del tutto irritante. Potreste scoprire che pregate per mesi senza trarne assolutamente niente. Se è così, lodate Dio per questo! La preghiera non ha niente a che fare con i sentimenti. La preghiera è una scelta, e quando scegliete di dare a Dio quel tempo ogni giorno, anche quando non ne ottenete consolazione, state offrendo uno splendido sacrifico a Lui che per primo si è offerto per noi. C’è una grande pace nel sapere che, indipendentemente dal fatto di essere stati concentrati come avremmo dovuto o meno, abbiamo dato a Dio lo spazio per muoversi nel nostro cuore.

Ogni giorno bevo un caffè, cerco un tabernacolo e mi siedo in silenzio in compagnia del Signore. La maggior parte delle volte lotto per tutto il tempo con distrazioni e frustrazioni. Mi addormento. Guardo l’orologio una dozzina di volta. Non ascolto. Non provo neanche necessariamente pace. Alla fine dei 45 minuti, però, vado via contenta, sapendo che comunque mi sono presentata. Ho fatto spazio al Signore nella mia vita, e questo era tutto ciò che chiedeva.

In questa Quaresima, pensate di aggiungere un’altra cosa: 15 (o più) minuti al giorno di preghiera silenziosa. Scegliete un momento della giornata e un luogo che vadano bene per voi, e poi sedete con Gesù. Apritegli semplicemente il vostro cuore e chiedetegli di agire. Potreste scoprire che sarà la cosa più fruttuosa che farete in questa Quaresima.

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