Se alcune risoluzioni quaresimali stanno già vacillando, prendete in considerazione questa
La Quaresima è iniziata da pochi giorni, e alcuni di noi potrebbero già essere stanchi delle penitenze che hanno scelto di fare. Siamo affamati e annoiati, e subiamo le conseguenze dell’astinenza dalla caffeina. E magari, nonostante il nostro brillante proposito di recitare un Rosario al giorno, ci siamo addormentati già più di una volta a metà della seconda decina.
Sarebbe irragionevole da parte mia suggerirvi di aggiungere un’altra pratica quaresimale?
Il Rosario è splendido, la Liturgia delle Ore è meravigliosa e la Lectio Divina è potente. Il proposito di ogni forma di preghiera, però, è quello di aprire il proprio cuore per rimanere in silenzio davanti al Signore per permettergli di parlarci.
Il problema è che la preghiera silenziosa a volte spaventa parecchio.
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Nella migliore delle ipotesi non sappiamo cosa dire, e allora ci distraiamo e ci frustriamo, e magari ci addormentiamo anche. Nel caso peggiore, temiamo di sentire quello che Dio potrebbe avere da dire, e allora lo teniamo a distanza di sicurezza con le stesse devozioni progettate per aiutarci ad avvicinarci a Lui.
L’aspetto splendido della preghiera silenziosa, però, è che non si può non essere bravi. E neanche essere bravi. Perché non riguarda noi.
Nessuno è naturalmente bravo nella preghiera contemplativa. È sempre e solo un dono. Il nostro compito è fare spazio nella nostra vita perché Dio vi si possa muovere, non proferire parole profetiche o andare in estasi. Il nostro compito è solo quello di metterci a disposizione.
E allora scegliamo il momento giusto della giornata e il luogo adatto, ci prepariamo con qualche minuto di lettura della Scrittura o qualche altra forma di preghiera e poi mettiamo da parte qualsiasi cosa per fare semplicemente spazio a Dio. Gli parliamo delle cose con cui stiamo lottando o di quelle che ci rallegrano, ma alla fin fine cerchiamo sostanzialmente di rimanere in silenzio.