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Purgatorio: le rivelazioni del Signore a Santa Margherita Maria Alacoque

ST MARGARET MARY ALACOQUE

PD

don Marcello Stanzione - pubblicato il 07/03/19

"Quale anima vuoi che libero?". E lei rispose: "Degnati di scegliere Tu secondo la tua volontà"

Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) nacque a Latecour in diocesi di Autun, era figlia del notaio e consigliere di corte Claudio Alacoque, ella fu la grande apostola della devozione al Cuore di Gesù. Tale devozione le fu rivelata attraverso apparizioni del Signore stesso ed esperienze mistiche intime. Benché afflitta dalla povertà e dalle malattie, a 24 anni nel 1671 entrò nel monastero della visitazione di Paray-le-Monial dove ebbe doni carismatici straordinari.

Nonostante tante amarezze, ebbe la gioia di veder riconosciuta e celebrata nella Chiesa la festa liturgica del Sacro cuore. Appassionata di Cristo, operò mirabilmente per la diffusione della pia pratica dei primi nove venerdì del mese in onore del Sacro Cuore di Gesù, morì a 43 anni, il 17 ottobre 1690.


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La santa ebbe diverse apparizioni delle anime del PurgatorioLa santa monaca visitandina narra nei suoi scritti:

Mentre ero davanti al Santissimo il giorno del Corpus Domini, d’improvviso mi si presentò davanti una persona tutta avvolta dalle fiamme, i cui ardori mi penetrarono così fortemente, che mi sembrava bruciassi con lei. Lo stato pietoso, in cui mi fece vedere che si trovava in Purgatorio, mi fece versare molte lacrime. Mi disse che era quel religioso benedettino che una volta aveva ascoltata la mia confessione e mi aveva ordinato di ricevere la santa Comunione.; per compensarlo di un consiglio tanto utile, Dio gli aveva permesso di rivolgersi a me, perché gli dessi sollievo nelle sue pene, chiedendomi per tre mesi tutto ciò che avrei potuto fare e soffrire. Glielo promisi dopo aver ottenuto il permesso della Superiora. Mi disse che la prima causa delle sue grandi sofferenze era aver preferito il proprio interesse alla gloria di Dio, per troppo attaccamento alla sua reputazione; la seconda, la mancanza di carità verso i confratelli; e la terza, l’eccessivo affetto naturale verso le creature, e l’averlo manifestato nei colloqui spirituali, cosa che dispiace molto a Dio“.

Continua santa Margherita Maria:

“Mi sarebbe difficile raccontare quanto ebbi a soffrire in quei tre mesi. Non mi lasciava mai, e mi sembrava avere il fianco presso cui stava, avvolto in una fiamma di fuoco, con dolori così acuti, da gemere e piangere quasi continuamente. La Superiora, presa da compassione, mi dava buone penitenze, soprattutto di disciplina; perché le pene e le sofferenze esterne che mi facevano soffrire per carità davano molto sollievo alle altre che la santità d’amore imprimeva in me come un piccolo saggio di ciò che essa fa soffrire a quelle povere anime. Alla fine dei tre mesi, lo rividi in maniera ben diversa: al colmo della gioia e circonfuso di gloria, se ne andava a godere la eterna felicità; ringraziandomi, mi disse che mi avrebbe protetta davanti a Dio. Io mi ero ammalata; però, siccome la mia sofferenza scomparve con la sua, guarii subito”.

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Santa Margherita Maria Alacoque in seguito ebbe una visione di una suora in purgatorio, ecco il suo racconto:

“Una volta vidi in sogno una religiosa deceduta da molto tempo, la quale mi disse che soffriva molto in Purgatorio e che Dio le faceva soffrire una pena incomparabile, cioè la vista di una sua parente precipitata nell’inferno, Mi svegliai a queste parole, tra angustie così grandi che mi sembrava che quella mi avesse dato le sue. Mi sentivo il corpo a pezzi, tanto che riuscivo appena a muovermi. Ma, siccome non si deve credere ai sogni, non vi feci gran caso, ma ella me lo fece prendere in considerazione anche se non volevo. Insisteva talmente che non mi dava tregua, dicendomi di continuo: “prega Dio per me. Offri le tue sofferenze unite a quelle di Gesù Cristo, per alleviare le mie. Dammi tutto ciò che farai fino al primo venerdì di maggio, giorno in cui riceverai la comunione per me”, come feci col permesso della superiora. Ma la mia pena aumentò tanto che mi opprimeva, senza che potessi trovare sollievo né riposo. L’ubbidienza mi fece ritirare per riposare, ma appena fui a riposare, nel letto, mi sembrava di averla vicina a me che mi diceva queste parole: “Eccoti a letto, comodamente sdraiata; guarda me coricata in un letto di fiamme, dove soffro mali intollerabili”. Mi fece vedere quell’orribile letto che mi fa fremere ogni volta che ci penso, poiché il materasso era di punte acuminate tutte di fuoco che le entravano nella carne. Mi disse che era a causa della sua pigrizia e negligenza nella osservanza delle regole e della infedeltà a Dio: “Mi strazia il cuore con pettini di ferro incandescente, e questo è il mio più crudele tormento, per i pensieri di mormorazione e di critica nei quali mi sono soffermata contro le superiore, e ho la lingua mangiata da parassiti per punire le parole che ho detto contro la carità. E, per aver mancato di silenzio, ecco la bocca tutta ulcerata. Ah, come vorrei che tutte le anime consacrate a Dio mi potessero vedere in questo orribile tormento. Se potessi far loro provare la grandezza delle mie pene e di quelle che sono preparate a quante vivono negligentemente nella vocazione senza dubbio si comporterebbero ben diversamente osservando con esattezza i loro doveri, e si guarderebbero dal cadere nei difetti che mi fanno soffrire”.

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Tali lamenti, ricorda la santa, “mi facevano versare torrenti di lacrime”.

“Mi volevano dare qualche medicina. Allora mi disse: “si pensa a dare sollievo ai tuoi mali, ma nessuno pensa ad alleviare i miei… Ohimè! Un giorno di silenzio assoluto di tutta la comunità, guarirebbe la mia bocca ulcerata! Un altro trascorso nella pratica della carità, senza cadere in alcuna colpa contro questa, mi guarirebbe la lingua; e un terzo, senza mormorazioni né critiche contro la superiora, guarirebbe il mio cuore straziato”. Dopo la comunione che mi aveva chiesta, mi disse che gli orribili tormenti erano diminuiti, poiché le era stata detta una messa in onore della passione, ma doveva restare ancora per lungo tempo in purgatorio, dove soffriva le pene dovute alle anime tiepide nel servizio di Dio. Mi trovai liberata dalle mie pene: ella mi aveva detto che non sarebbero diminuite affatto finchè non fosse consolata”.
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Santa Margherita Maria Alacoque

Un’altra volta mentre la santa stava pregando per due defunti, che avevano ricoperto nella società degli incarichi molto importanti, le fu rivelato dal Signore che una di queste persone era condannata ad espiare a lungo in Purgatorio e che tutte le preghiere e le sante Messe che sarebbero state offerte in suo suffragio non sarebbero tornate a suo profitto, ma a vantaggio dei defunti di quelle famiglie che erano state danneggiate dall’operato di costui.


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Questo accadeva perché tali famiglie, ridotte in povertà dai danni patiti, non avevano la possibilità economica di soccorrere le anime del Purgatorio dei loro defunti con la celebrazione di sante Messe e così in tal modo provvedeva il signore stesso. Un altro giorno santa Margherita Maria stava pregando per tre persone defunte recentemente.

Due di esse erano religiose e la terza una laica. Il signore apparve alla santa e l’interrogò: “Quali di queste persone vuoi che io liberi adesso immediatamente dal Purgatorio?”. La monaca rispose: “O Signore degnati di scegliere Tu secondo la tua volontà e per ciò che più tornerà a gloria del tuo onore”.

Allora la santa vide che il Signore fece entrare in paradiso l’anima della semplice cristiana, mentre le diceva che i consacrati gli facevano meno pietà in quanto essi avevano avuto tanti mezzi a loro disposizione per guadagnarsi il Paradiso e specialmente avrebbero potuto riparare i loro peccati sulla terra specialmente con l’osservanza della loro regola.


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