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Fabrizio Corona umilia Riccardo Fogli: “vecchio”, “cornuto”. Ma chi ne esce peggio?

RICCARDO FOGLI

Di Andrea Raffin- Shutterstock

Paola Belletti - pubblicato il 07/03/19

Siamo all'Isola dei Famosi 2019, condotta in studio da Alessia Marcuzzi. In questa vicenda la presentatrice ha colpito la maggioranza del pubblico per la leggerezza e il distacco mostrato di fronte all'ignobile attacco ai danni di un concorrente, della sua persona e della sua famiglia.

I fatti, che nemmeno meriterebbero di essere raccontati

Sta andando in onda, per chi come me non lo sapesse, la quattordicesima edizione del reality show l’Isola dei famosi, noto essenzialmente per essere un espediente per attirare ascolti proprio intorno alla non vita di persone non più tanto famose. Già il dato del numero di edizioni potrebbe costituire il focus della notizia. Invece, ahinoi, c’è dell’altro.

Come un defibrillatore messo in un locale pubblico frequentato per rianimare chi dovesse andare in arresto cardiaco, ecco il caso scabroso che arriva puntuale per rivivificare un’audience forse prossima alla morte, per lo meno cerebrale.

Durante l’ottava puntata Fabrizio Corona, si incarica di attivare la carica sfregando le mani anziché le piastre. E manda in diretta un messaggio rivolto a Riccardo Fogli in cui dichiara di avere le prove di un tradimento prolungato della giovane moglie del musicista toscano con un imprenditore suo amico. E aggiunge due simpatici epiteti: vecchio e cornuto.


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Le reazioni in studio e ai piani alti di Mediaset

Alessia Marcuzzi in studio risparmia per altre occasioni tutto il suo calore e la sua frizzante umanità, di solito in grado di farcela sentire amica, come la mamma simpatica o la sorellona energetica e positiva. La D’Eusanio invece si scandalizza e ne ha ben donde e augura a il fu bel Fabrizio altra detenzione.

Ma che ci fanno tutte queste persone lì? Come siamo arrivati tanto in là, a così remote latitudini di disumanità sebbene organizzata ad un certo scopo? Nemmeno la presenza di un uomo di fede, Paolo Brosio, che parla della propria vita di cristiano senza alcun pudore, riesce a controbilanciare tanto squallore.




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Riccardo Fogli piange, si dispera, si prende i capelli scarmigliati e canuti tra le mani, ossute. Cerca di recuperare un contegno. Soffre, soffre sinceramente. Lo raggiungeranno via social e altri canali manifestazioni di solidarietà, di calore, di sostegno. E ok.

Chi è il più umiliato in questa storia a metà tra il trash e il tragico?

Ma chi è che non esce umiliato da questa trista scenetta preparata a messa in onda? Non la Marcuzzi, che si è vista riempire il profilo Instagram di commenti indignati fino al limite, oltrepassato, dell’insulto. Non Corona, che si presta a queste macchinazioni a danno di un uomo anziano con un autocompiacimento tale da fare pena lui per primo e da indurci a sospettare un qualche disturbo a suo carico. Da che pulpito?, gli si potrebbe obiettare, insieme a mille altre domande retoriche e non. Non Mediaset che reagisce istericamente licenziando in tronco la capo progetto e qualche altro capretto espiatorio.

Nemmeno il pubblico, nemmeno noi (un noi generico; siamo in tanto a non seguirla fedelmente da ben 14 edizioni, questa trasmissione).

Forse solo la vittima, ex membro dei Pooh, nella sua umiliazione vissuta in modo così autentico, indebolito dalla fame e dalle privazioni stupidamente previste dal programma (ognuno in fondo ha la sua quaresima). Lui con la sua non più giovane età che, è vero, messa a confronto con quella di KarinTrentini, la consorte con la quale ha un figlio piccolo, risulta ancora più carica di anni. Lui che patisce all’idea che la moglie lo stia ingannando e abbia fatto scempio del loro legame.

Mezzi inaccettabili per fini ingiustificabili

Non ci sono limiti, sembra, di fronte al sommo bene dell’indice di ascolti.

Invece ci dovrebbero essere, sempre, accidenti! Ma questo è il cortocircuito innescato dal voler offrire per finta vita vera. Le persone, le loro storie, diventano merce e come tale vengono trattate: esposte, pesate, valutate, usate, buttate.

In una società liquida si cerca comunque sempre lo scontro con i pochi solitari scogli rimasti a frangere un mare in tempesta: la famiglia, i legami amorosi tra un uomo e una donna, la fedeltà che i due ancora si promettono. Poco importa se per farlo sbucare dall’acqua, questo o altri scogli, si usino sistemi tanto vergognosi.

Per fare audience si va a finire sempre lì. Amore, famiglia, legami, passione, senso della vita.

Ecco l’unica cosa buona che posso cercare di prendere da tanto squallore; insieme al fatto che, per quanto queste persone si prestino a tanto abbrutimento, restano persone. Restano uomini e donne per i quali, come per me –  piena a mia volta di peccati  che ancora devo imparare a vedere – Dio prova amore e continua a rinnovarlo, ad ogni nuova edizione dell’unico reality reale che ci sia, la vita personale di ciascuno di noi.




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