Il grande tempo della Quaresima è il tentativo di salvare le domande giuste e di eliminare le risposte sbagliate. E per far questo bisogna saper digiunare, astenersi dalle risposte.Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. (Mt 6,1-6)
Il mercoledì delle ceneri ci introduce nel grande tempo della Quaresima. Ogni anno arrivati a questa tappa il Vangelo ci ricorda che ogni punto di partenza di ogni vera conversione è la memoria profonda di chi siamo. Ed è proprio dall’incontro/scontro con i nostri limiti che solitamente cominciamo a farci un’idea un po’ più realistica di noi stessi. In questo senso i giorni di Quaresima sono giorni di sobrio realismo realizzato attraverso l’astensione di tutto ciò che edulcora, e copre l’esperienza del nostro limite e della nostra debolezza. Da sobri possiamo dire davvero il nome della nostra povertà, e proprio a partire da essa possiamo predisporre il cuore alla Pasqua. Senza la consapevolezza che abbiamo bisogno di essere salvati, nessuno di noi si disporrebbe ad aspettare questa salvezza. Ecco allora perché ogni anno iniziamo con l’accendere una luce sulla nostra polvere. E quella polvere non ne è una sola manciata, ma un intero deserto. E questo deserto va attraversato, va affrontato. Gesù stesso accetta di essere tentato nel deserto, e di sperimentare su di sé cosa significhi incontrare il male, cioè qualcuno che suggerisce interpretazioni e soluzioni sbagliate a problemi giusti che ci portiamo dentro. Infatti è umano avere fame, è umano avere bisogno, è umano desiderare di essere amati, è umano voler trovare qualcosa che ci renda felici, ma non tutte le risposte sono giuste. Il peccato è aver trovato risposte sbagliate a domande giuste. Il grande tempo della Quaresima è il tentativo di salvare le domande giuste e di eliminare le risposte sbagliate. E per far questo bisogna saper digiunare, astenersi dalle risposte. Il digiuno e la penitenza non sono forme masochistiche che hanno come scopo quello di farci comprare una soluzione, ma sono forme estreme di libertà che ci aiutano a rimettere in carreggiata ciò che ormai sembrava perduto. E percorrendo quel binario arriveremo dritti a Gerusalemme, e attraverso il Calvario giungeremo al Sepolcro vuoto. (Mt 6,1-6)
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