Per tutelare la sua salute, Wilson si sottoponeva a controlli settimanali con il suo medico, e alla fine ha anche ottenuto il permesso dai suoi datori di lavoro per bere in orario lavorativo (all’ora di pranzo), consumando quattro birre nel corso di una giornata lavorativa e cinque il sabato e la domenica. Wilson ha descritto la sua esperienza come trasformatrice.
Sul suoblog sulla CNN, Wilson definisce il corpo umano una “macchina straordinaria”, notando che anche se possiamo riempirlo con cibo-spazzatura e trascurarlo nel letargo, può ancora “scalare montagne, correre maratone e sì, funzionare senza cibo per lunghi periodi di tempo”.
Wilson ha descritto i primi giorni come i più difficili, caratterizzati da una fame acuta, ma col tempo ha notato un cambiamento:
“Poi il mio corpo ha cambiato marcia, ha sostituito la fame con la concentrazione, e mi sono ritrovato a operare in un tunnel di chiarezza in una situazione del tutto diversa da quello che avevo sperimentato fino a quel momento”. Alla fine ha perso più di 11 chili nel corso della Quaresima, ma ha imparato a praticare “l’autodisciplina”.
Mentre Wilson scriveva del suo digiuno, ha ricevuto numerose richieste di interviste da parte di media di tutto il Paese, ma ha resistito alla richiesta di rispondere concentrando la sua nuova e intensa concentrazione sulla sua fede e sul motivo del digiuno. Parlando di quest’ultimo, ha detto che la parte più difficile è stata astenersi dai media.
Alla fine della Quaresima, Wilson ha concluso che il fatto che i monaci digiunassero a base di birra era “non solo possibile, ma probabile”.
“Mi ha lasciato con l’idea che i monaci devono essere stati profondamente consapevoli della loro umanità e delle loro imperfezioni. Per concentrarsi nuovamente su Dio, hanno intrapreso questa pratica annuale non solo per sopportare il sacrificio, ma anche per sottolineare e riscoprire le proprie mancanze nello sforzo di perfezionarsi continuamente”.
Ai cattolici non è ovviamente richiesto di rinunciare a tutti i cibi solidi per la Quaresima, ma siamo tutti chiamati a fare penitenza in questo periodo per emulare il digiuno di Cristo di 40 giorni nel deserto. Se in salute, gli adulti tra i 18 e i 59 anni devono digiunare il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e sono incoraggiati a continuare il digiuno del Venerdì Santo il Sabato Santo fino alla Veglia di Pasqua. Un digiuno adeguato è considerato consumare un pasto completo e due pasti più piccoli, che presi insieme non equivalgono a un pasto completo.
Nella sua lettera pastorale sul digiuno del 1966, la USCCB ha scritto:
“Nessun cristiano cattolico si scuserà alla leggera da un obbligo così consacrato il mercoledì che apre solennemente il periodo quaresimale e il venerdì chiamato ‘santo’ perché quel giorno Cristo ha sofferto nella sua carne ed è morto per i nostri peccati”.