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Papa Francesco propone una Quaresima ecologica

NAWRÓCENIE ŚWIĘTEGO PAWŁA W SZTUCE

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Aleteia - pubblicato il 28/02/19

Per i 40 giorni che precedono la Pasqua, il Papa propone quest’anno di “entrare nel deserto del creato” perché torni ad essere “quel giardino della comunione con Dio” per portare “la speranza di Cristo anche alla creazione” e liberarla dalla schiavitù della corruzione.

Come ci si può riuscire? Nel suo Messaggio per la Quaresima 2019, pubblicato questo martedì, Francesco torna a proporre i 3 strumenti dei periodi di crescita spirituale: il digiuno, la preghiera e l’elemosina:

“Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di ‘divorare’ tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore, che può colmare il vuoto del nostro cuore”;

“Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia”;

“Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene”.

“E così ritrovare la gioia del progetto che Dio ha messo nella creazione e nel nostro cuore, quello di amare Lui, i nostri fratelli e il mondo intero, e trovare in questo amore la vera felicità”, si legge nel Messaggio per la Quaresima 2019, che usa il linguaggio dell’ecologia e mostra una grande speranza.

“La ‘quaresima’ del Figlio di Dio è stata un entrare nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini”, scrive il Papa. “La nostra Quaresima sia un ripercorrere lo stesso cammino, per portare la speranza di Cristo anche alla creazione, che ‘sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio’”.

Francesco unisce essere umano e creato sottolineando che “se l’uomo vive da figlio di Dio, se vive da persona redenta, che si lascia guidare dallo Spirito Santo e sa riconoscere e mettere in pratica la legge di Dio, cominciando da quella inscritta nel suo cuore e nella natura, egli fa del bene anche al creato, cooperando alla sua redenzione”.

“Il creato – dice san Paolo – ha come un desiderio intensissimo che si manifestino i figli di Dio, che cioè quanti godono della grazia del mistero pasquale di Gesù ne vivano pienamente i frutti, destinati a raggiungere la loro compiuta maturazione nella redenzione dello stesso corpo umano”.

Tutto è allora unito quando l’amore cambia la vita delle persone – spirito, anima e corpo – e si rende lode a Dio, e con la preghiera, la contemplazione e l’arte si coinvolgono in questo anche le creature, “come dimostra mirabilmente il ‘Cantico di frate sole’ di San Francesco d’Assisi”.

Quando invece “non viviamo da figli di Dio, mettiamo spesso in atto comportamenti distruttivi verso il prossimo e le altre creature – ma anche verso noi stessi – ritenendo, più o meno consapevolmente, di poterne fare uso a nostro piacimento”.

“Se non siamo protesi continuamente verso la Pasqua, verso l’orizzonte della Risurrezione, è chiaro che la logica del tutto e subito, dell’avere sempre di più finisce per imporsi”, constata il Papa.

“Rompendosi la comunione con Dio, si è venuto ad incrinare anche l’armonioso rapporto degli esseri umani con l’ambiente in cui sono chiamati a vivere, così che il giardino si è trasformato in un deserto”.

Francesco scrive che il peccato “porta l’uomo a ritenersi dio del creato, a sentirsene il padrone assoluto e a usarlo non per il fine voluto dal Creatore, ma per il proprio interesse, a scapito delle creature e degli altri”, e che “quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore, finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole”.

“Il cammino verso la Pasqua ci chiama proprio a restaurare il nostro volto e il nostro cuore di cristiani, tramite il pentimento, la conversione e il perdono, per poter vivere tutta la ricchezza della grazia del mistero pasquale”.

“Tutta la creazione è chiamata, insieme a noi, a uscire «dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio»”.

“La Quaresima è segno sacramentale di questa conversione”, e “chiama i cristiani a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale, in particolare attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina”.

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